26: effetti collaterali delle chiamate perse

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"Mintha? Possiamo parlare un momento?"

Mint frenò giusto un secondo prima di mettere un piede fuori dalla porta. Si morse l'interno della guancia sinistra, strizzò gli occhi e cercò di dipingersi in viso un'espressione normale, mentre si voltava a fronteggiare la professoressa che l'aveva chiamata.

"Mi dica".

Gli occhi ambrati della donna si fissarono nei suoi. Mint si rese conto che sembrava preoccupata e questa consapevolezza affossò il suo cuore.

"Ti senti bene?"

"Sì, perché?"

Agata Reed parve esitare per un momento. "Sono giorni che ti vedo... assente. Va tutto bene? È... successo qualcosa con i giocatori di football?"

Mintha fu costretta a fare mente locale per capire a cosa la professoressa si stesse riferendo. Sembrava essere passata una vita da quando i giocatori dei Brooklyn Bears le aveva giocato il tiro mancino della vernice negli spogliatoi. Pensandoci in quel momento, sembrava tutto ridicolo, una scaramuccia da asilo nido. Eppure, si ricordava quanto era stata male di fronte alla possibilità della chiusura del club del femminismo per quella falsa accusa.

"No" mentì, pensando che, effettivamente, qualcosa con un certo quarterback era accaduto. "Nulla".

"Sai che Aidan Brooke è scomparso, vero?"

"Sì. Non l'ho mai visto negli spogliatoi mentre pulivo".

Reed annuì, senza distogliere gli occhi da quelli verdi di Mintha. Lei si chiese se non fosse capace di leggerle l'anima. Cosa avrebbe fatto se avesse scoperto la verità?

"Sono... sono un po' nervosa perché oggi ho un... un... colloquio".

"Un colloquio?"

"Per entrare in un nuovo club" rispose istintivamente Mint, iniziando a gesticolare, "il club di zoologia".

Le folte sopracciglia della donna si alzarono per la sorpresa e per un secondo Agata Reed non seppe cosa dire.

"Ah" mormorò alla fine. "Il club di... zoologia?"

"Sì, esatto" concordò la ragazza, con una voce che suonò stridula alle proprie orecchie, "lo conosce?"

"Sì, certo. Lo gestisce una delle mie migliori studentesse... immagino che tu già conosca..."

"Lyuba. Sì, certo. È una persona molto interessante".

"Non avrei mai immaginato che tu fossi interessata al suo laboratorio".

Neanche Mintha se lo sarebbe mai immaginato. "Già, però le iscrizioni ai college stanno per arrivare e io non ho ancora le idee chiare su cosa fare. Volevo darmi qualche chance in più di... di capirmi".

"Beh, è sempre una buona idea" concordò la professoressa, accennando un sorriso. "Sono sicura che ti troverai bene, non devi essere nervosa. So che Lyuba può mettere in soggezione, ma è una ragazza molto intelligente e non ti metterà in difficoltà".

Mint deglutì, ripensando al giorno precedente. Sperò di non impallidire, ma vide il viso della donna di fronte a lei corrucciarsi.

"Sei sicura di sentirti bene, comunque? Hai un colorito un po'... strano".

"Penso di essermi presa qualcosa" mormorò Mint, sperando che la bugia non fosse così disastrosamente palese. "Da qualche giorno ho mal di stomaco".

"Cerca di non stressarti troppo, Mint" le consigliò la professoressa, con un sorriso materno. "Non vale la pena perdere la salute per certe cose".

Dieci minuti dopo, mentre Mint percorreva a grandi passi il corridoio della scuola ormai quasi del tutto deserto, si chiese cosa Agata Reed avesse voluto dire per davvero.

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