Dandel x Reader (Pokémon Spada e Scudo)

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Richiesta di @gatto_brutto , spero ti piaccia!

Erano da poco passate le 10 del mattino lì nella regione di Galar e ormai tutto aveva preso vita. Abitanti e Pokémon lavoravano in armonia, operosi ed attivi, gironzolando avanti e indietro indaffaratissimi, ma sul volto di ognuno non mancava di certo il sorriso.
In mezzo a questa aria allegra e vivace, si destreggiava una giovane ragazza dai capelli (c/c) e dai curiosi occhi (c/o) di nome (T/n) che, dopo essere uscita dal laboratorio Pokémon dell'amica Sonia vicino alla sua città natale, stava attraversando la pacifica Brassbury a passi veloci.
La giovane professoressa dai capelli color pesca aveva bisogno di una mano per delle ricerche sul campo e un'allenatrice di talento come la (c/c) faceva proprio al caso suo. L'amica d'altronde non poteva di certo dirle di no e così, ecco che la giovane si stava dirigendo verso la città di Knuckleburgh. Il capopalestra Laburno, conosciuto tramite il Campione tempo addietro, la stava infatti aspettando alla stazione dell'antica cittadella.
A dir la verità, nonostante la bella giornata luminosa che si prospettava, il sole aveva deciso di non volerle sorridere. La stazione locale era chiusa per manutenzione e come se non bastasse il treno di quella collocata all'entrata delle Terre Selvagge sarebbe partito a minuti.
La giovane alzò il polso, controllando velocemente l'orario.
"Devo sbrigarmi." Disse tra se e se l'allenatrice, incominciando a correre tra i passanti.
Fece zigzag tra la folla, urtando involontariamente qualche passante per poi scusarsi frettolosamente con un cenno della mano.
Si sentiva come se stesse partecipando ad una gara di formula Rhyhorn, ma in questo caso era lei che prendeva la parte del Pokémon.
Arrivò davanti alla struttura di mattoni con il fiatone, tant'è che una giovane dai lunghi capelli biondi, che lavorava lì, le venne incontro allarmata.
"Si sente bene?!" Le chiese lei poggiandole cortesemente una mano sulla spalla, per qualche secondo. (T/n) subito annuì, riprendendo fiato e sistemandosi in una posizione più corretta.
"Sono ancora in tempo?"
Alla risposta affermativa dell'impiegata, la ragazza dai capelli (c/c) potè tirare un sospiro di sollievo, accennando un lieve sorriso.
Fece per avanzare verso l'entrata della grande stazione, poi istintivamente si fermò. Guardò un momento verso la landa rigogliosa alla sua sinistra, illuminata da caldi raggi di sole. In lontananza vide una figura che le sembrò alquanto familiare. Strizzò gli occhi per mettere a fuoco e quel che vide la fece trasalire. In mezzo all'immensa distesa di fili d'erba, un giovane ragazzo dalla carnagione olivastra si guardava intorno. I suoi lunghi capelli viola svolazzavano seguendo il corso del vento, mentre uno sguardo accigliato albergava nei suoi occhi ambrati.
"Signorina, il treno sta partendo." Le comunicò mortificata la ragazza del personale lì fuori dalla stazione.
(T/n) guardò ancora un momento verso le Terre Selvagge, poi si volse di nuovo verso la giovane donna.
"La ringrazio." Rispose sorridendo l'allenatrice, abbassando un po' la testa, grata. Poi si sistemò per bene lo zaino sulle spalle e si voltò, cambiando radicalmente direzione.
Non appena fece qualche metro, si ritrovò ad affondare i piedi nel folto prato verde, che a ogni suo passo emetteva un fievole fruscio.
Alzò lo sguardo verso il cielo limpido, seguendo con gli occhi il volo di uno scattante Rookidee. Il minuto volatile fece un veloce giro intorno a lei, poi ritornò su nella volta celeste, disegnando piccoli cerchi con il suo armonioso volteggiare.
"Potrei stare qui a guardarlo per ore..." pensò la ragazza, chiudendo un attimo gli occhi e sentendosi immediatamente più rilassata. Non a caso quella zona prendeva il nome di 'Pianura Serena'.
"Oh dai piccoletti, venite qui, con calma...!"
La voce decisa di Dandel le arrivò molto chiara alle orecchie, facendola tornare coi piedi per terra. Riportò l'attenzione davanti a se, rimanendo sbigottita.
La figura vigorosa del ragazzo dai capelli viola era lì in piedi, adesso circondata da una piccola mandria di Wooloo. Un sorriso luminoso albergava sul suo volto olivastro, mentre con i suoi occhi ambrati contava il numero delle pecorelle.
I Pokémon dell'esiguo branco spalancarono i piccoli occhietti vispi e spiritati, guardandosi complici gli uni con gli altri.
"Bravissimi, ora siete al- NO, FERMI, FERMI...!"
I Wooloo si scagliarono rotolando simultaneamente contro il giovane Campione, che, costretto ad accasciarsi, si proteggeva con un braccio dai colpi.
"BASTA, VI PREGO, BASTA!"
Un belato acuto si levò nell'aria, e d'improvviso come avevano iniziato, i Pokémon pecora smisero di attaccare, allontanandosi gioiosamente dal viola.
Il ragazzo si rimise subito in piedi, scrollandosi i vestiti e osservando il piccolo branco andare via, scuotendo la testa ridacchiando.
"È stata una scena parecchio imbarazzante, te lo confesso...!"
Il viola voltò immediatamente il viso, trovandosi davanti la giovane allenatrice dai capelli (c/c) che conosceva da una vita.
"Che sorpresa, la piccola (T/n)!" Esclamò il Dandel, avvicinandosi a lei e rivolgendole un gran sorriso contento.
"È sempre un piacere vederti." Continuò lui con un tono realmente sentito. Era da un pò, per l'appunto, che i due non si erano più incontrati, impegnati nelle più disparate faccende.
"Anche per me, lo sai." Disse la ragazza gioiosamente, mettendosi una mano sul fianco.
"Beh, cosa ti porta qui, amica mia?"
"Stavo andando a Knuckleburgh per delle ricerche, ma poi ti ho visto, a dir poco spaesato e quindi...eccomi qui!"
"Così, la mia fan numero uno in tutto il mondo ha fatto di tutto per venire a prendermi!"
Il campione sorrise, osservando attentamente la coetanea.
"Sei veramente un caso perso Dandel..." Sospirò lei, incrociando le braccia.
Il viola allora scoppiò in una fragorosa risata, grattandosi la nuca innocentemente.
"Il mio senso dell'orientamento farà completamente schifo, ma sai cosa? Quando mi perdo, a volte incontro le persone più brillanti!" Esclamò il ragazzo guardandola assorto negli occhi (c/o).
Lei si voltò immediatamente, in imbarazzo, il suo viso aveva assunto un lieve colorito rosato.
"Accidenti a lui...!"
Dopo qualche secondo, l'allenatrice ritornò in se e si rivolse all'amico con nuova calma.
"Forza, andiamo zuccone, non c'è tempo da perdere."
I due giovani così presero a camminare, mentre il sole picchiava alto nel cielo di Galar. Spirava una leggera brezza fresca, che faceva ondeggiare dolcemente i fili d'erba smeraldini delle vastissime Terre Selvagge.
"Allora Campione, è una vita molto attiva la tua, eh?" Attaccò bottone la (c/c) di punto in bianco, lanciando uno sguardo al viola.
"Già!" Rise lui, sistemandosi il berretto posto distrattamente sulla sua testa.
"Faccio sempre quel che posso affinché ognuno a Galar possa avere il suo 'Champion Time' !"
La ragazza scrollò le spalle, sorridendo compiaciuta.
"Non sei cambiato proprio di una virgola, Dandel..."
"Tu invece, mia cara rivale?" Domandò lui riflessivo, lasciandola alquanto perplessa. Incrociò i suoi luminosi occhi ambrati con quelli di lei, cercando di decifrare i suoi pensieri.
"Io cosa?"
"Stai ancora continuando la tua Sfida delle Palestre?"
L'allenatrice ci pensò un momento, poi scosse la testa lentamente.
Il più grande, appena realizzò il fatto, si fermò bruscamente, guardando sconcertato la sua amica d'infanzia.
"Ma era il tuo sogno! Quando abbiamo intrapreso questo cammino, ci eravamo promessi di impegnarci a fondo, insieme." Puntualizzò il Campione, puntando il piede con determinazione.
"Eravamo due bambini, Dandel... e poi, diciamoci la verità, non avevo la stoffa per farcela."
La (c/c) si passò distrattamente una mano tra i capelli, vagando in giro con gli occhi per cercare di evitare in ogni modo quelli di lui.
"Sei stata raccomandata dal presidente Rose anche tu, (T/n). Sei un'allenatrice fuori da comune, e anche l'unica che ha le giuste capacità per potermi battere."
Il Campione cercò lo sguardo di lei, che si sentiva sempre più vulnerabile ai suoi occhi.
"...Dobbiamo continuare..." Sussurrò freddamente lei, riprendendo il suo percorso. Dandel la rimirò mentre si allontanava sempre di più, mentre un minuscolo sospiro sconsolato lasciò le sue labbra.
"Che ti è successo?" Si domandò accigliato, portandosi una mano sotto il mento.
Guardò nuovamente davanti a se, seguendo con attenzione la figura della sua preziosa amica d'infanzia.
Sarebbe andato in fondo a questa storia e nessuno lo avrebbe fermato.

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