Dandel x Reader pt.2 (Pokèmon Spada e Scudo)

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Richiesta di Valentina_2510_ , spero ti piaccia!

La giovane (T/n) fece il suo ingresso nella grande casa di mattoni bianchi, veloce come un razzo.
Non poteva crederci: Dandel doveva tardare proprio in un giorno tanto importante?
Era ormai da quasi mezz'ora che lei e i suoi amici lo aspettavano lì fuori ma di lui non vi era ancora alcuna traccia.
Magari, se lo avesse chiamato personalmente, si sarebbe finalmente dato una mossa.
Dopo aver scambiato due parole con la madre del viola, che le aveva fatto tanti, forse anche troppi, amabili complimenti sul vestito (c/p) che indossava, si apprestò a salire le scale in mogano più in fretta che poteva.
Arrivò quasi affannata di fronte alla stanza dell'amico d'infanzia, tanto che si dovette fermare per un secondo a riprendere fiato.
"Spero che quello Psyduck sia pronto..." pensò e, dopo un attimo di titubanza, la giovane allenatrice si mise a bussare.
"Dandel, posso entrare?" Domandò la (c/c), attendendo con pazienza dietro la porta di legno chiaro.
"Ah, (T/n)... si, vieni pure!"
La voce squillante del viola raggiunse, seppur alquanto ovattata, le sue orecchie e dunque, senza indugiare un altro momento, varcò la soglia.
Non appena entrata, si ritrovò subito davanti al giovane allenatore, intento ad infilarsi ed abbottonarsi l'intricata giacca rosso vermiglio in tutta fretta.
Dopo aver finito, si fiondò verso l'altro capo della stanza dove la sua scrivania oramai straripava di oggetti e strumenti tra i più disparati.
"Dandel..." sospirò l'amica scuotendo la testa rassegnata. Certo che non cambiava proprio mai.
"Lo so, lo so."
Il più grande annuiva consapevole mentre metteva in ordine il piano in legno, sapendo a cosa la piccola si riferisse.
"Forza sbrigati, sennò faremo tardi alla cerimonia."
"Ho quasi finito." Ribattè ancora l'allenatore, sistemando velocemente le ultime cose sulla scrivania.
"Dai, Sonia e Laburno sono già sotto che aspettano."
Il giovane dai capelli viola allora si voltò d'istinto, nei suoi occhi una scintilla cominciò a brillare vivacemente.
"Oh oh, questa si che è bella! Chissà quanto si staranno divertendo quei due."
"Guarda, non immagini quanto! Quando me ne sono andata, Sonia era sul punto di distruggere il telefono di Laburno..." Rivelò (T/n), scuotendo successivamente il capo, con un sorriso divertito.
Dandel scoppiò in una risata fragorosa, mentre nella sua mente si materializzava quell'esilarante scena appena descritta.
"...perciò, faremmo decisamente meglio a muoverci." Concluse l'allenatrice, ribadendo il concetto.
Il più grande allora annuì nuovamente, in accordo con la giovane amica, e accelerò ulteriormente i suoi movimenti.
Cominciò a vagare freneticamente da un capo all'altro della stanza, spostando gingilli e cianfrusaglie di ogni tipo, mentre lo sguardo incuriosito di (T/n) seguiva i suoi distratti e irruenti movimenti.
"Allora, Lee... chi si aspettava che la piccola Gloria prendesse il tuo posto?"
La ragazza cambiò discorso, spostando la sua attenzione sull'ambiente circostante.
Erano cambiate così tante cose nel giro di soli pochi mesi che non riusciva quasi a capacitarsene.
Dopo lo scontro con Dandel allo stadio di Goalwick, una lotta equa ed avvincente che aveva visto alla fine quest'ultimo come vincitore, aveva potuto finalmente mettere un punto al suo percorso nella Sfida delle Palestre.
Dopodiché si impegnò a tener fede alla parola data al ragazzo dai capelli viola, lavorando insieme a lui per mantenere l'armonia a Galar.
E anche adesso che aveva perduto il suo titolo di campione, (T/n) avrebbe mantenuto la promessa e sarebbe rimasta al suo fianco.
"Eh già...!" sospirò il giovane con un sorriso. Anche se non poteva fare a meno di provare un pizzico di tristezza e, quasi, di malinconia, era davvero orgoglioso della piccola allenatrice e del lungo percorso affrontato in compagnia dell'adorato fratellino Hop.
Non aveva potuto far scelta migliore che accoglierli sotto la propria ala, quel fatidico giorno.
"Un risvolto a dir poco inaspettato, non c'è che dire."
"Beh, non è poi una così grande sorpresa, se devo essere sincera." Constatò (T/n), attirando la sua attenzione.
"Mh?"
"Ha avuto un mentore eccezionale."
Il ragazzo dai capelli viola dunque si voltò, puntando i suoi occhi ambrati verso di lei che, adesso, lo guardava. Dentro di se un impeto di sorpresa e meraviglia lo smosse.
(T/n) aveva sempre avuto degli occhi così...splendenti?
"L'unica persona veramente eccezionale è la rivale del mentore in questione." Annunciò senza pensarci, sorridendo dolcemente, facendola girare di scatto per l'imbarazzo.
Le labbra della più piccola, però, al sentire quella frase, si erano incurvate subito verso l'alto.
La minore prese dunque un piccolo respiro e, dopo aver riacquistato la calma, tornò a focalizzarsi sull'amico d'infanzia.
Quest'ultimo ora si rigirava l'inconfondibile cappellino tra le mani olivastre, appena preso dall'espositore della sua collezione, studiandolo minuziosamente come se si trattasse un'opera d'arte.
"Quello è d'obbligo?"
"Assolutamente si." Rispose l'ex campione sistemandosi il berretto scuro sulla testa, con aria soddisfatta.
La giovane scosse la testa, mentre una risatina divertita abbandonò le sue labbra sottili. Seguì con gli occhi (c/o) il frenetico andamento del più grande che, con i suoi continui andirivieni, le stava facendo girare la testa come un Voltrob.
Con un gesto distratto, Dandel raccolse le ultime cose e, questa volta, le ripose nella tasca dello zaino scuro posto sulla sedia girevole di fronte alla grande scrivania.
Ne chiuse con uno scatto la piccola cerniera metallica ed infine fece un sospiro soddisfatto. 
"Bene, ora possiamo andare!"
"Aspetta un momento, razza di Slowpoke!" Lo riprese (T/n), bloccandolo immediatamente sul posto.
Sospirò divertita mentre, sveltamente, si apprestava ad avvicinarsi lui.
"Hai il colletto storto."
La (c/c) fece ancora qualche passo in avanti. Portò le mani dietro il collo del giovane, sfiorando i suoi lunghi capelli viola, e, con un accorto movimento delle dita, sollevo il tessuto scuro piegato fino a poco prima su se stesso. Fece scorrere gli indici fino al bordo del colletto per poi chiudere con un click il piccolo bottone al centro.
Infine, diede una piccola scrollata al lembo della complessa camicia bianca, passando delicatamente il palmo su di essa.
Solo in quel momento si ritrovò ad alzare gli occhi.
I loro volti si distanziavano di pochissimi centimetri l'uno dall'altro, i loro nasi quasi si sfioravano.
Rimasero come paralizzati, senza riuscire a muovere un muscolo, mentre le loro guance si infiammarono, proprio come l'impetuoso respiro di Charizard.
La (c/c) provò a dire qualcosa ma dalle sue labbra appena schiuse non fuoriuscì alcuna parola.
Il viola non potè fare altro che continuare a guardarla negli occhi (c/o), ipnotizzato da quel singolare bagliore. Non riusciva più a ragionare, il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi. E forse fu proprio per questo motivo che non potè evitare di afferrarle le mani e stringerle nelle sue.
Un brivido scosse allora la giovane allenatrice, che si riprese dalla trance e finalmente si accorse della situazione.
Una forza invisibile le attanagliò immediatamente lo stomaco,
Con delicatezza sfilò le mani dalla presa dell'ex campione, trattenendo il respiro, mentre il ragazzo sussultò piano, riprendendo contezza e elaborando chiaramente quella situazione.
"Cos'hai intenzione di fare ora?" Chiese d'un tratto la (c/c), dandogli le spalle e avvicinandosi verso la finestra di legno chiaro.
Diede un occhiata fuori, puntando la sua attenzione sull'immenso cielo limpido, tanto puro e tranquillo che riuscì a darle un senso di pace, anche se solo per un momento.
"Io...effettivamente ancora non lo so." Ammise Dandel, ancora scosso.
Cercò di non farsi prendere da quel ricordo e si lasciò coinvolgere completamente dalla domanda della più piccola.
"So cosa non voglio che accada, però."
Fece qualche passo indietro, aumentando la distanza tra di loro.
Chiuse gli occhi per un momento, assorto nei suoi pensieri.
"Tutto quello che il presidente Rose ha fatto e le conseguenze che ha comportato, tutto quel dolore e quella sofferenza... non voglio più che vengano provate da qualcuno."
Sul volto dell'allenatrice dai capelli (c/c) comparve l'ombra di un sorriso.
Era proprio vero, Dandel non cambiava mai.
Nobile e giusto, in tutto e per tutto, sin da quando erano bambini.
"Una sorta di oasi protetta, in poche parole..." Rimuginò poi la giovane, tentando, nella sua mente, di immaginarsi tale idea.
Gli occhi ambrati del viola, di colpo, si illuminarono ispirati.
"Potremmo creare un luogo dove allenatori e Pokémon, provenienti da ogni angolo del mondo, possano incontrarsi e sfidarsi in lotte eque e sicure!"
"Potremmo...?" Chiese dopo qualche secondo la (c/c), mentre, all'interno del suo petto, i suoi battiti cominciarono istintivamente ad accelerare.
"Si! Cioè... insieme..."
Il ragazzo puntò gli occhi sul pavimento e per la prima volta nella sua vita sentì la sua tipica sicurezza venir meno.
Un sospiro lasciò le sue labbra contratte, poi riprese a guardare attentamente la più piccola dritto negli occhi.
Ormai non poteva più far finta di nulla, e quella era la giusta occasione per dirle ciò che da un bel po' di tempo provava dentro di lui.
"Ho avuto modo di riflettere su alcune cose, dall'ultima volta che ci siamo incontrati, sai." Esordì l'ex campione, dopo aver mandato giù il groppo in gola che si era venuto istintivamente a formare.
"Mi sono reso conto di quanto la tua presenza sia diventata fondamentale."
Sospirò ancora.
"Io non ho mai capito nulla di queste cose, quindi confesso che non so proprio da dove iniziare...!" Mormorò con un sorrisetto imbarazzato sul volto, grattandosi la nuca per scaricare la tensione.
La (c/c), intanto, lo guardava spaesata con occhi spalancati, cercando di metabolizzare quello che stava accadendo in quel momento.
Dandel era sul punto di...
"Ma c'è una cosa di cui sono sicuro al cento per cento, anche se sono stato davvero stupido per non averlo capito prima..."
I suoi occhi d'ambra si strinsero, seri.
"Sono innamorato di te, (T/n)."
Il cuore della piccola si fermò, la sua mente si svuotò completamente mentre, all'altezza del suo petto, cominciò a spandersi un singolare tepore.
Non ebbe tempo di dare alcuna risposa, però, venendo bloccata dal più grande, che riprese subito a parlare.
"Non riesco ad immaginare un futuro dove tu non sia al mio fianco e vorrei davvero che rimanga tutto come adesso."
Fece un passo in avanti.
"Io e te, insieme."
Prese un po' di coraggio, dunque, le tese la mano.
"...sempre se anche tu lo vorrai, ovviamente." Concluse, lasciando che la sua voce riecheggiasse tra le pareti chiari della stanza per poi spegnersi definitivamente.
Alle sue parole subentrò un pesante ed insistente silenzio.
Anche lui trattenne il fiato, come se non volesse rompere quel taciuto sigillo, e, senza fare rumore, aspetto.
Attese ed attese, infine sospirò.
Ritrasse la lentamente la mano olivastra, ma non appena fece per abbassare lo sguardo, sentì due braccia stringergli delicatamente il busto.
"Certo che voglio, razza di zuccone..." mormorò piano (T/n), sorridendo tra la stoffa scarlatta della giacca dell'amico d'infanzia.
Lo sguardo di Dandel si illuminò di nuovo, mentre un senso di pura felicità si fece spazio nella sua anima.
Non potè fare a meno di imitare la sua compagna, e dunque anche lui, infine, sorrise.

**************

"Quando devi usare veramente il telefono, non lo fai mai...!" La professoressa dai capelli color pesca riprese Laburno, seccata, mentre, cercando di non dare nell'occhio, sbirciavano i due amici dalla porta di legno chiaro.
"Un momento, un momento!"
Il capopalestra di tipo Drago cliccò vari tasti sullo smartphone di ultima generazione per posizionarlo davanti a se, cercando di mettere a fuoco il suo obiettivo.
"Forza, scatta la foto!"
La ragazza afferrò la sua spalla, scuotendolo con forza.
"Non è esattamente facile se ti agiti come un cucciolo di Tyrunt...!" Sussurrò con espressione corrucciata lui, infastidito.
La coetanea gli lanciò un occhiataccia e, con uno scatto si avventò su di lui, cercando di rubargli il telefono dalle mani.
"Dai a me, ci penso io."
"Sonia fermati, no!"
I due cominciarono a contendersi il cellulare, strattonandolo di qua e di la, fino a quando...
Crack
Lo smartphone scivolò dalle loro mani ed infine cadde a terra, frantumandosi in mille pezzi.
"NO!!!!!"

Spazio Autrice
Ciao a tutti! Come state? Sono tornata con la seconda parte dedicata al nostro caro Dandel. Spero che vi piaccia, fatemi sapere eventualmente nei commenti. Ci rivediamo al prossimo capitolo!
                                                            

Anime / Videogiochi x Reader (Richieste Aperte)Where stories live. Discover now