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Inutile prenderci in giro: ciò che caratterizza l'inizio di una storia non sono i personaggi, neppure il luogo bensì un cambiamento.

Spaventoso, irruento, che si fa strada nella vita di tutti senza preavviso e scombussola le carte in tavola e le regole del gioco. E sebbene questo ci faccia sentire spesso pietrificati e senza fiato in gola, se tutto va come il destino ha voluto, allora è in quel preciso momento che la nostra nuova storia avrà inizio.

Il mio cambiamento era così inaspettato che non lo avevo nemmeno riconosciuto, all'inizio. Tutto era come doveva essere: avevo la mia indipendenza, o quasi, tanto agoniata.  Avevo i miei amici, una vagonata di corsi ed impegni da portare a termine per via del mio percorso di studi, e avevo il mio ragazzo: Cole.

Tutto ciò che una ragazza poteva desiderare.

Quando quella mattina mi svegliai tra le braccia scoperte di Cole, stretti nel suo letto singolo nella penombra della sua stanza, non potevo minimamente immaginare cosa sarebbe successo di lì a poco. 

O meglio, chi.


<Ma che cazzo.> bofonchiò con la voce roca, svegliandomi.

Sentii il suo corpo muoversi nelle coperte alla ricerca del cellulare che squillava praticamente sopra la mia testa.

A fatica allungai il braccio, con gli occhi ancora semi chiusi e gli porsi il cellulare sperando che di li a pochi secondi mi sarei riaddormentata. 

Avevamo solo due stupidi giorni di week-end per poter dormire e divertirci, non avendo di mezzo lezioni, corsi o il lavoro e qualcuno si permetteva persino di svegliarci?

Assurdo

.<Pronto? ...Ah, davvero? E' oggi?... Okay, non ti agitare Mà, stai tranquilla. Sì, stavo dormendo. Mezz'ora e sono da te.> il corpo caldo di Cole si mosse ancora vicino al mio, poi le sue dita lunghe mi carezzarono la schiena nuda.

<Mi spiace per questo risveglio burrascoso...> ghignò baciandomi la schiena. Con un balzo fu subito in piedi, lasciando un vuoto accanto a me sul materasso. Mi misi seduta sul letto e cominciai a fissarlo, aspettando che mi degnasse di una spiegazione.

<Cole.>, richiamai la sua attenzione e si bloccò per guardarmi un attimo prima di riprendere la ricerca di qualcosa da indossare tra la pila di vestiti sul letto vuoto poco più lontano dal suo.

<Mia madre, mi ha ricordato che è oggi.>

Mi stropicciai gli occhi e mi strinsi nel piumone, cercando di stabilizzare la temperatura corporea dal torpore del letto caldo.

<Oggi cosa?>

<Mio cugino, hai presente?>

<Oh.> dissi soltanto, e mi feci forza trascinandomi giù dal letto. Cercai velocemente i miei vestiti e mi infilai tutto con forse troppa velocità perché cominciò a girarmi la testa e mi ricordai di voler fare colazione.

Magari da Nancy, pensai.

<Hey...> le braccia di Cole furono attorno ai miei fianchi senza che me ne accorgessi. 

<Mi dispiace averti svegliata così, avevo proprio dimenticato che oggi sarebbe arrivato.>

Mi voltai e gli rivolsi un mezzo sorriso, ero ancora troppo assonnata per poter formulare una frase di senso compiuto.

<Quella rompicazzo di mia madre vuole che vada subito, in realtà avrei dovuto essere lì da almeno un ora.>

Finì di vestirsi velocemente e afferrò il cellulare inserendolo nella tasca posteriore del jeans scuro. Mi sporsi sulle punte dei piedi per far si che le nostre labbra si incontrassero in un bacio casto.

<Sai come muoverti qui, ci vediamo dopo.> 

Controllò di avere il portafoglio, prese le chiavi dell'auto dalla scrivania e si chiuse la porta della stanza alle spalle.

Dopo essermi mossa a zig-zag tra i vestiti ed i libri sparsi per terra ed essere riuscita ad aprire la piccola finestra inalai dell'aria fresca a pieni polmoni. Non capivo come Cole riuscisse a vivere in un tale porcile. Scossi la testa, come per eliminare qualsiasi pensiero dalla mia testa e recuperai le mie cose.

La strada di ritorno dal suo dormitorio al mio fu breve, ed ormai l'avevo percorsa così tante volte che potrei giurare di ricordarmi i passi esatti che distanziavano la mia stanza dalla sua. Cole era un ragazzo apposto, sapeva divertirsi e sapeva divertirmi. Aveva la testa sulle spalle e sapeva trattarmi bene.

Eravamo una coppia da solo un anno, eppure mi sembrava di conoscerlo da una vita. Dicevo sempre a tutti che ciò che mi aveva rapita erano i suoi occhi azzurri, ma sapevo benissimo che io e Cole ci eravamo semplicemente incontrati al momento giusto. Era tutto così semplice, così naturale. Frequentare lo stesso College ci aveva aiutati sicuramente, e il fatto che io stessi simpatica ai suoi amici e lui ai miei contribuiva notevolmente. Praticamente le ore che ci separavano erano quelle della mattina per via delle lezioni, e qualche ora a settimana per via del mio lavoro da Nancy.

Era la mia migliore amica da sempre, e quando le avevo comunicato l'idea di voler iniziare a lavorare per poter mettere qualcosa da parte mi aveva subito offerto un posto accanto a lei, nei turni che faceva al locale poco distante dal dormitorio per aiutare i suoi genitori. Un sorriso mi si dipinse sul volto ripensando alla nostra longeva amicizia proprio mentre mi dirigevo da lei al locale per un succulento croissant. Mi avrebbe sicuramente chiesto di Cole. 

Già, a proposito. Cos'aveva detto a proposito di oggi?

Guilty for loving you.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora