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Più i giorni passavano, più la mia vita riusciva a scorrere come aveva sempre fatto. Le lezioni erano sul punto di terminare e sapevo che di li a poco avrei dovuto sostenere degli esami molto difficili.

Nancy non sapeva nulla della mia 'esperienza' fuori città con Dylan, o almeno sapeva quel poco che le avevo raccontato minimizzando accuratamente i dettagli.

Cole era sempre Cole. 

Le nostre chiacchiere si limitavano ad argomenti effimeri, e i nostri incontri romantici sembravano scarseggiare più del solito.

Mi resi conto che il problema potevo essere io, e non lui, nel momento in cui una sera soli nella mia stanza mentre mi prendeva cingendomi la vita con il braccio ero riuscita a pensare alle braccia di Dylan strette sul mio corpo di pochi giorni prima.

I miei sogni erano tormentati dalla sua presenza, sebbene cercassi di evitarla come la peste.

Dopo un po' però, mi resi conto che era diventato tutto troppo ridicolo.

<Gree, che cazzo dici?> Nancy teneva sospeso il suo panino in una mano, guardandomi con un'espressione accigliata. Effettivamente usare la scusa del 'devo studiare' per non uscire con loro era fin troppo surreale.

<Ma sì, te lo giuro.> cercai di insistere masticando le patatine nel piatto.

Quella sera avevamo deciso di fermarci a cenare al locale, dopo il turno di lavoro, e lei stava tentando nuovamente di convincermi ad uscire.

Forse avrei dovuto fare un piccolo sforzo, o qualcuno ben presto si sarebbe fatto delle domande.

<Non posso crederci, mi rifiuto.> sbatté il panino sul piatto. <Se è per Candice stai tranquilla mi sono assicurata che non venga.>

<Cosa? In che senso?>

<Tu lascia fare.> mi liquidò con un gesto della mano e morse il suo cibo.

Candice era l'ex di Cole, e qualche tempo fa si era unita al gruppo di amici che frequentavamo e ovviamente la situazione era diventata imbarazzante.

A ripensarci, in quel momento la sua presenza mi sarebbe stata indifferente.

<Ripetimi dove e quando?>

<Stasera, cioè tra due ore. Al dormitorio maschile, non ricordo chi ha rubato le chiavi della sala mensa. Staranno già organizzando tutto a quest'ora, suppongo.>

<Va bene, dai, ci sarò.> mi convinsi infine. 

Sperai con tutta me stessa in quelle due ore consecutive che Dylan fosse troppo stanco per partecipare, o che avesse capito che la cosa migliore per entrambi era stare lontani.



Pensai seriamente di congratularmi di persona con chi avesse organizzato quella festa perché sembrava davvero di essere ad un locale super in. 

I tavoli erano stati spostati ai lati della sala, lasciando spazio alla pista, e il bancone dove servivano il cibo era diventato un dispenser di alcolici e patatine. Io e Cole facemmo il nostro ingresso mano nella mano, d'altronde mi serviva il suo appoggio per sorreggermi su quei tacchi.

Quando raggiungemmo gli altri, tirai un sospiro di sollievo nel non vedere Dylan, eppure per il resto della serata non potevo fare altro che guardarmi intorno, cercandolo tra la folla.

<Uffa che palle.> sbuffò Nancy per l'ennesima volta. 

Sorseggiò il suo drink ed io recuperai il mio dal banco.

<Ma che ti prende?> le chiesi esausta di tutta quella negatività.

<E' lui! Cazzo, perché non è venuto?> Mi bloccai dal chiederle a chi si riferisse quando capii che parlava di Dylan.

Deglutii non sapendo cos'altro dire. 

<Cole sarà impazzito nel vederti così, sei stupenda Gree!> sorrise poi, guardandomi dalla testa ai piedi. Le scoccai un bacio sulla guancia per ringraziarla e ringraziai Laura per aver distratto Nancy proprio mentre io realizzavo di non aver avuto nessun tipo di reazione da parte di Cole.

Lo cercai tra le persone e gli andai incontro, decisa a mettere chiarezza sulla situazione.

<Cole.>

<Hey!> mi sorrise scusandosi con i suoi amici. 

Non sapendo bene come ottenere ciò che volevo lo baciai. Allacciai le braccia dietro al suo collo ed aprii la bocca per approfondire il bacio ma lui si ritrasse. 

<Che ti prende Gree?>

Rimasi interdetta, ma non del tutto stupita. Eravamo sempre stati troppo poco dimostrativi, ma dopo quella confessione di Dylan sul fatto che non sembravamo una coppia avevo provato in tutti i modi a smuovere Cole, senza risultati.

<Posso chiederti una cosa?> mi passai un dito al contorno delle labbra assicurandomi di non aver sbavato il trucco. Lui annuì. 

<Cosa pensi di me, stasera?>

Aggrottò le sopracciglia per qualche momento, poi mi carezzò i capelli. <Penso che sei strana, ma va bene così.>

<No.> risposi impulsivamente, forse troppo. <Nel senso, cosa pensi... di me?> accompagnai le ultime parole indicandomi con un gesto della mano.

<Oh, beh...che sei bellissima, come sempre.>

Sospirai per niente soddisfatta dalla sua risposta. Perché non si sforzava quel minimo per rendermi felice, per farmi sentire desiderata? Probabilmente perché non lo aveva mai fatto, e quello che io stavo cercando non avrei potuto trovarlo in lui. 

Come se i miei pensieri avessero avuto voce, una presenza dietro di me mi fece trasalire. Mi voltai, trovandomi Dylan a pochi centimetri da me intento a salutare Cole e i suoi amici.

Indossava una semplice maglia che gli lasciava scoperti gli avambracci e un paio di pantaloni neri. Il suo profumo mi aveva circondata, riportandomi alla mente quella mattina che avevo così disperatamente cercato di dimenticare nei giorni precedenti. 

I capelli sembravano persino cresciuti, o forse erano solamente più disordinati del solito. Sul viso un leggero strato di barba gli copriva le guance ed il mento.

Era spaventosamente bello. E non sembravo accorgermene solo io.


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Guilty for loving you.Where stories live. Discover now