10

9 3 3
                                    

In questo paese dimenticato da Dio va tutto dannatamente a rilento, anche la mia capacità di pensare e di riunire i pezzi, scovando quelli mancanti.

Il vento freddo oggi è il protagonista principale della giornata: tira da stanotte scombussolando ogni sorta di equilibrio instabile e non ne vuol sapere di darsi una calmata.

«avanti» mi sorprendo a dire quando sento bussare alla porta della mia stanza.

Perché l'ho detto?

Da ore me ne sto chino sopra i fascicoli aperti con la schiena piegata e avevo chiesto alla nonna di Cappuccetto Rosso di non far entrare nessuno, non volevo essere disturbato.

«detective Davis» esordisce Hanna, entra nella mia camera d'hotel e strizza immediatamente gli occhi per il troppo buio, l'unica fonte di luce infatti è l'abatjour dalla lampadina opaca posizionata sull'angolo del mio tavolo.

«deve scusarmi, ma ho delle notizie importanti»

«poteva telefonare» osservo.

«il suo telefono risulta irraggiungibile»

Afferro quell'aggeggio e, anche se provo con tutte le mie forze a sbloccarlo, quello non collabora e non si accende.

«gli l'ho detto» continua Hanna «è spento»

Mormoro qualcosa in disapprovazione e maledico mentalmente Tania per aver insistito nel farmi comprare questi cosi di ultima generazione, la batteria non dura un cazzo!

«va bene agente Law, di quali notizie parla?»

Solo in questo momento mi rendo conto che la ragazza ha con sé un sacco nero, simile a quelli della spazzatura, non meglio identificato.

«la squadra l'ha trovato nel fiume» mi informa, indicandolo «dentro c'erano un coltello e un cellulare»

«l'arma del delitto?» domando.

«l'arma responsabile della morte di Colin» mi corregge Hanna «e crediamo che il cellulare appartenga al ragazzo» conclude.

«dov'è? Fatelo analizzare» ordino, sperando in una mossa tempestiva.

«ho già provveduto» replica, schiacciandomi l'occhiolino.

Questa ragazza riesce sempre a conquistarmi.

Ovviamente le analisi del coltello non hanno riportato notizie positive, sul manico non sono state rilevate impronte, l'unica cosa certa è che quella lama sia davvero quella che ha oltrepassato Colin, procurandogli la morte.

Il telefonino invece mi lascia un po' perplesso: quale razza di assassino getta un cellulare nel fiume senza preoccuparsi di togliere la scheda SIM dall'interno?

Harrison mi ha chiamato nel cuore della notte solo per dirmi che i suoi "ragazzi" sono riusciti a estrapolare delle info utili dalle conversazioni di Colin.

«buongiorno ragazza muta» dico entrando in centrale di buon'ora, Alliss mi ignora e continua a scorrere il dito sullo schermo del suo ipod.

Harrison prima o poi dovrà spiegarmi perché ama tanto fare beneficenza: quella ragazza è completamente inutile qua dentro, percepisce uno stipendio senza fare assolutamente niente di sensato.

«allora, che abbiamo scoperto?» chiedo poi, rivolgendomi all'agente Law, posizionata poco più avanti della reception.

«sono saltati fuori un paio di nomi» mi informa Hanna «uno, a mio avviso, più rilevante dell'altro»

«bene, e quali sarebbero?»

«scusate» dice in quel momento una giovane voce alle mie spalle «signor Davis, posso?»

Emily è di fronte a me ora, e chiede attenzione nei suoi confronti.

«signorina Roden, cosa ci fa qui?»

«ho bisogno di parlarle» continua «in...privato»

La faccio accomodare nell'altra stanza e, senza perdere tempo, la invito a rivelare il motivo della sua visita inaspettata.

«mi è tornata in mente una cosa, ho pensato che dirvela fosse importante» comincia «Colin ogni tanto, parlando, diceva che era abitudine di Crissie lasciare Bug, il loro gatto, in casa di notte»

Da quando sono qui non ho mai sentito parlare di nessun gatto ma questo evito di dirglielo, probabilmente quella notte è scappato per la paura e non vorrei mai che le venisse in mente di andare a cercare il povero micio disperso nel bosco.

«ok, e questo cosa c'entra con...»

«in mancanza di una gattaiola, Bug andava a miagolare in camera di Colin e lui gli apriva la porta-finestra per farlo uscire, anche d'inverno e anche nel cuore della notte, nelle ore tarde. Io credo che sia importante, non pensa? E se magari Bug avesse miagolato quella notte? Colin avrebbe aperto la porta»

La guardo con un sopracciglio inarcato ma questo non la scoraggia, porta avanti il suo discorso come se potesse davvero essere di vitale importanza:

«ricordo di una volta in cui siamo usciti insieme, come facevamo di solito. Colin ha raccontato questa cosa a Will e lui, scherzando, l'ha ripreso dicendo di non parlare a voce troppo alta perché qualche mal intenzionato avrebbe potuto prendere appunti ed andare a rubargli in casa senza troppa difficoltà»

Capisco quello che sta dicendo, ma ho ancora qualche dubbio.

«se mi dicessero che qualcuno ha approfittato del gatto per entrare in casa d'altri non riuscirei mai a crederci» affermo, riflettendo sulle parole della ragazza.

«è buffo, ma non impossibile. Giusto?»

«giusto»

«detective Davis» continua Emily, sporgendosi verso di me. Vuole essere certa di avere tutta la mia attenzione.

«non voglio accusare nessuno ma...»

«ma?»

«quella sera -quella in cui io, Colin, Will ed Ayla siamo andati a cena fuori per scambiarci i regali di Natale-» racconta «dietro al nostro tavolo c'era un tizio, lo ricordo come se fosse ieri, ci ascoltava!»

«ne sei certa?»

«sì!» ribatte «era da solo e non ha spiccicato parola per tutto il tempo, io ed Ayla ci abbiamo fatto caso e abbiamo...ehm...riso di lui» ammette con vergogna «perché puzzava terribilmente»

L'ipotesi della rapina è, ovviamente, stata archiviata già da molto.

Però questa nuova pista mi fa pensare a quella maledetta impronta: e se l'uomo descritto da Emily fosse il complice?

Se prendiamo lui, prendiamo anche l'altro.

Rintraccio immediatamente Harrison per metterlo al corrente dei fatti e lo prego di mettersi in moto per trovare questo sconosciuto, poi accompagno Emily all'uscita e la ringrazio della collaborazione.

Due volte, perché lei –si vede- si sente utile e importante.

D'accordo, a questo punto credo che uscirò per pranzo...ma, mentre mi attorciglio la sciarpa intorno al collo, mi torna in mente un discorso lasciato a metà, informazioni, parole che fluttuano nell'aria.

«agente Law, cosa mi stava dicendo prima che Emily arrivasse?»

«come scusi?» chiede Hanna, interrompendo per un attimo il suo impegno nel fare delle fotocopie.

«il cellulare di Colin» spiego «il nome, qual è?»

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jun 06, 2021 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Nubi su BredemWhere stories live. Discover now