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Quattro giorni prima dell'omicidio, Ayla


«ciao ragazzi!»

«ehy! Ayla! Vieni, ti faccio spazio!»

«scusate il ritardo» fa Colin sedendosi vicino a William «c'era un incidente sulla statale, traffico bloccato e code fino ai castelli»

Il posto in cui ci siamo ritrovati stasera è più carino degli altri in cui andiamo di solito, è comodo perché ha tanto parcheggio ed è anche abbastanza vicino a casa.

Quando Colin è rientrato e mi ha detto di sbrigarmi perché saremmo usciti con William ed Emily, quasi non stavo nella pelle!

Emily è una mia amica da sempre, o almeno da quando Colin ha deciso di presentarmela. Ha soltanto un anno più di me, quindi ci troviamo d'accordo e abbiamo un sacco di cose in comune.

«allora cosa prendiamo? Hamburger per tutti?» domanda William.

Credo che sia affamato, ma d'altronde quando mai non lo è? È il ragazzo più magro che abbia mai visto, e nel frattempo anche quello più goloso. Ogni volta che usciamo a cena ordiniamo per cinque anche se siamo in quattro, tanto ormai lo abbiamo capito: William conta per due.

«sì amore, però non esagerare» ridacchia Emily, poggia il menù sul tavolo ed aspetta che anche gli altri abbiano scelto cosa ordinare.

Lei e Will stanno insieme da sette mesi, e sono la coppia più stramba del mondo.

È proprio vero che gli opposti si attraggono: lei carina, semplice e dannatamente dolce, lui imbranato, strafottente e caciarone.

«tu che vuoi, Ayla?»

Colin, gentile come sempre, mi sta mettendo fretta.

«io prendo il b.i.s e le patatine col formaggio sopra»

«lo sai che poi ti avanza, prendi un panino più piccolo!»

«ma io voglio quello, Colin!» brontolo.

«e va bene, vorrà dire che se rimane sarò io a mangiarlo»

Sorrido e comunico la mia scelta alla cameriera, una signora di mezz'età piuttosto ridicola, dato che è vestita come una ventenne ad un raduno di cos player di Sailor Moon.

In tutto il locale si sta spargendo un insalubre odore di fritto, di quello unto e succulento tipico dei fast food, il classico profumo che ti mette l'acquolina in bocca.

«intanto che aspettiamo che ne dite di scambiarci i regali?» chiedo, euforica.

«va bene dai, ecco il nostro per voi due» mi appoggia allegra Emily, e mi porge una scatola rettangolare ricoperta di carta luccicante con un grosso fiocco dorato sopra.

«dove lo nascondevi? Sotto il tavolo?» lo osservo un attimo poi sbrano l'involucro senza nemmeno chiedere il permesso a mio fratello, che mi guarda corrucciato.

«è bellissimo! Grazie!» esclamo.

«sì, grazie» mi fa eco Colin «ma credo che resterà inutilizzato»

«e perché?» chiedo infastidita «è un gioco da tavolo, potremmo giocarci durante le feste!»

«certo...e con chi? Tra di noi?»

«con mamma ed Elliott!» replico piantandomi le mani sui fianchi e guardandolo arrabbiata.

«giocate tue e Crissie allora, io con mio padre non voglio averci nulla a che fare»

Sbuffo per fargli capire tutto il mio dissenso ma Colin non sembra nemmeno accorgersene, si stringe nelle spalle ed io decido di lasciarlo perdere.

È nervoso in questo periodo, ed indisponente più del solito.

«ok, andiamo avanti?» propone William, chiaramente imbarazzato.

«sì, sì certo...andiamo avanti» ribatto cercando di rimanere serena, ma ormai la bolla di felicità in cui mi ero rinchiusa è quasi rotta per metà.


oggi


«mio figlio è molto sconvolto detective, non riusciamo a capacitarci di come tutto ciò sia potuto accadere»

Solo il fatto che il ragazzo, ormai maggiorenne, abbia voluto farsi accompagnare dal padre durante un interrogatorio, gli fa perdere parecchi punti, ma evito di dirglielo per non girare il dito nella piaga.

Da quando sono entrati in questa stanza, William non ha spiccicato parola se non per raccontare per filo e per segno cosa si sono detti lui, Emily, Colin ed Ayla quella sera, l'ultima in cui si sono visti in quel locale.

E perché sono stato io a chiederglielo, altrimenti sarebbe rimasto in silenzio e avrebbe lasciato che il padre facesse tutto al suo posto.

Ma che problemi hanno i ragazzi di oggi? Non sono capaci di gestire una situazione?

«quindi non ricordi nient'altro?» domando fissando il giovane dritto negli occhi «Colin non ha accennato a niente di particolare? Nessuna preoccupazione?»

«no glie l'ho detto» risponde, e dal tono che usa sembra quasi annoiato «era solo incazzato col padre»

«ti ha detto il perché?»

«lì per lì no, ma glie l'ho chiesto dopo, quando siamo usciti dal Keys»

Questo ragazzo ha bisogno di essere pregato anche solo per completare una frase sensata, incredibile!

«e cosa ti ha detto Colin?» incalzo.

«gli ho mandato un messaggio una volta arrivato a casa, non volevo rompergli le palle lì per lì, ci aveva già pensato Ayla per tutta la serata»

Mette una mano nella tasca del giacchetto e tira fuori un cellulare, uno di quelli ultimo modello, super tecnologici e pieni di applicazioni strane.

«guardi, ho ancora la chat» mi dice strusciando l'indice sul vetro e mostrandomi lo schermo.

Accecato dall'illuminazione del display abbasso gli occhiali ed inizio a leggere anche se, sinceramente, mi ci vuole un po'.

Questi dannati aggeggi hanno i caratteri troppo piccoli!

William:

-ehy bro, tutto bene? Ti ho visto strano stasera.

Colin:

-sì, tutto okay...è solo che mi girano.

William:

-si capisce. Che succede?

Colin:

-niente, è che ho scoperto una cosa che mi fa girare le palle.

William:

-c'entra tuo padre?

Colin:

-sì.

Quel bastardo tradiva mia madre.

Sgrano gli occhi e mi concentro su quest'ultima parte.

«è vero?» chiedo al ragazzo «il signor Lawson tradiva la madre di Colin?»

«e che ne so?» ribatte «se me l'ha detto sarà vero»

Ingoio il rospo che ho in gola per non trattare questo sciagurato in malo modo e gli restituisco il telefonino, prima che lo riduca in frantumi con la sola forza delle mani.

Nubi su BredemUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum