Capitolo 11

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Il silenzio della notte era diventato opprimente.
Gli unici suoni che sentiva erano il proprio respiro e lo strusciare delle lenzuola ogni volta che si rigirava nel letto.

Ora che era così vicina a lasciare quel limbo eterno, il tempo sembra essersi fermato e tutte le cose che Shana aveva accettato malgrado le dessero fastidio erano diventate mille volte più evidenti e impossibili da ignorare, persino cose piccole ed irrilevanti come l'assenza del cinguettio degli uccelli la mattina o il bubbolio dei gufi la notte.

Bubolare. Quella sì che era una parola buffa. L'aveva imparata da piccola, ad una lezione della congrega assieme ai suoi fratelli riguardo il replicare con la magia i versi degli animali, quando le era ancora permesso frequentare la propria congrega... quando imparare la magia era ancora un suo diritto innegabile di nascita in quanto strega...
Bah... Ma che incantesimi inutili erano quelli? A cosa sarebbero mai potuti servire?
In ogni caso, Shana aveva imparato più incantesimi da sola che per merito della propria congrega e questo era un dato di fatto.

Un formicolio alla mano destra la riportò per un momento alla sua immutabile, vuota e ripetitiva realtà. L'impulso di muovere le dita e pronunciare quelle due parole magiche, quelle che avrebbero fatto ululare un lupo nonostante non ce ne fosse nemmeno uno sulla faccia di quella terra, era estremamente forte. Lo era fottutamente e in quel momento anche solo fare un incantesimo assolutamente inutile l'avrebbe fatta sentire bene.
"No..." mormorò tra sé. "Non posso..."

Il desiderio di utilizzare i suoi poteri non era mai stato così bruciante, ma allo stesso tempo sentiva che le era rimasta poca magia, abbastanza per un solo incantesimo che non sarebbe nemmeno durato a lungo e Shana aveva il presentimento che quella mattina le cose con Damon e Bonnie avrebbero potuto precipitare di nuovo. In quel caso avrebbe avuto bisogno di ogni briciolo di magia che le era rimasto.

Passò l'ora successiva sveglia, ancora troppo su di giri e con troppi pensieri per la testa.
Non riusciva a smettere di pensare agli incantesimi che aveva studiato dal grimorio di famiglia e a ciò che aveva imparato dagli Emarginati. Doveva esserci un riferimento a un modo per uscire da una dimensione alternativa. Sarebbe stato tutto più facile non dover contare sull'aiuto di Bonnie: a Shana non piaceva sentirsi alla mercè di qualcuno, tantomeno se l'unica possibilità di ritornare in vita era nelle mani di qualcuno che sicuramente non avrebbe apprezzato le scelte che aveva fatto in passato.

Siccome non riusciva a ricordare nulla, si concentrò su qualcos'altro dato che il sonno non sembrava essere un'opzione.

Nel turbinio di emozioni, impulsi e desideri racchiusi nella sua mente c'era un altro rompicapo a cui non aveva ancora trovato soluzione: Kai Parker.
Le dinamiche tra i due erano cambiate notevolmente da quando si erano incontrati qualche giorno prima. L'attrazione tra i due era aumentata esponenzialmente nell'ultimo giorno e il bacio che lei gli aveva dato non aveva certo raffreddato le cose e, riflettendoci a posteriori, Shana aveva avuto un grande autocontrollo quando nell'atrio della banca Kai le aveva medicato la spalla.
Dopo quel fatto i bollenti spiriti si erano calmati e non c'erano state altre situazioni compromettenti.

Meglio così, perché Shana non aveva dimenticato come lui le aveva dato la colpa di tutto davanti a Damon e Bonnie, anche se poi che si era scusato e le aveva rivelato quello che lei sperava fosse tutta la verità sul mondo prigione e come sfuggirvi.
Per il momento decise di credergli e ignorare la possibilità che fosse tutta una tecnica di manipolazione, perché che senso aveva manipolare lei?
Sarebbe certamente stato più vantaggioso farlo con Bonnie, dato che era il suo sangue che serviva per attivare l'ascendente ed era anche probabilmente l'unica persona che poteva conoscere l'incantesimo per creare il portale con il presente.

Invisique {Kai Parker} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora