Prologo

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In un campo di rose rosse ce n'è sempre una bianca.》

Londra, Regno Unito.

Lo scacciapensieri posto sopra la porta tintinnò non appena un nuovo cliente, un ragazzo molto giovane, entrò nella locanda.

Si scrollò l'acqua dai vestiti, zuppi a causa del forte temporale che infuriava fuori.

-Buona sera, signore- lo accolse la padrona della locanda -desiderate un pasto caldo?-

-Sì, grazie. Vi sarei grato anche se mi possiate riservare una stanza per stanotte- rispose togliendosi il cappotto elegante.

-Certamente- rispose la donna, prima di sparire in cucina.

Poco dopo, tornò con un piatto fumante in una mano, ed un boccale di birra nell'altra.

Il ragazzo ringraziò, aspettò che la donna si allontanasse, poi si preparò per consumare la sua cena.
Come se accusasse del peso di uno sguardo, alzò gli occhi e la sua attenzione venne richiamata da una ragazza seduta ad un tavolo non molto distante dal suo, che lo fissava con i suoi occhi azzurri.
Pensò che fosse una bella ragazza, ma nulla di speciale.
Lei pareva avere lo sguardo incollato al suo, e non accennava a vergognarsi minimamente di un'azione ritenuta così irrispettosa.
Le sorrise, mostrandole una fila di denti bianchissimi, perfettamente allineati; perfetti nel contesto della bellezza assoluta del suo viso.
Lei ricambiò il sorriso, ma non scoprendo i denti, seguendo la base della buona etichetta.
Un pensiero, passò nella mente del ragazzo.
Sospirò, chiudendo con forza i pugni, poi lanciò un'occhiata al suo piatto ancora fumante.
Allora si decise e si alzò, avvicinandosi con eleganza alle scale che conducevano alle stanze.
Bastò un solo sguardo, e la ragazza lo seguì con finta noncuranza.
Il ragazzo aprì la porta della sua stanza, un sorriso beffardo dipinto in volto.

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