Chapter 16

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"vuoti di memoria"

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"Ma che cosa-"

Mi girai verso destra, dove si trovava il letto di Brandy, notando che era vuoto. Mi alzai di scatto, cercando di ricordare cosa fosse successo la notte prima, senza però risultati.

Mi sedetti sul letto della mia compagna, aspettando che rientrasse, mentre battevo il piede sul parquet della stanza, cercando di mantenere la calma.

Dopo circa venti minuti che aspettavo la ragazza continuava ad essere assente, così decisi di alzarmi definitivamente.

Mi rinchiusi in bagno, prendendo con me dei vestiti e un asciugamano pulito. Entrai nella doccia, aprii il getto d'acqua calda e feci scorrere le piccole e numerose goccioline quasi bollenti su tutto il mio corpo; ne avevo bisogno.

Amavo fare la doccia, mi sentivo molto rilassata e mi calmavo. Il liquido trasparente che scendevano sul mio corpo, il vapore che si accumulava nel bagno, sentirmi più pulita, più pura; questa è una delle sensazioni più belle, a parer mio. La cosa che però amavo di più era quando uscivo, mi vestivo e mi sentivo più leggera, meno sporca e stranamente bella;

Ho poca autostima sin da quando ero piccola, un bagno caldo però riusciva e continua a riuscire sempre a farmi sentire meglio, a rendermi più sicura di me stessa.

Alle medie, a differenza delle altre bambine io non mi truccavo, non mi vestivo alla moda, non mi piastravo i capelli, ero semplicemente me stessa in un luogo pieno di gente che si vestiva uguale, tutti con gli stessi colori, stesse scarpe, stessa marca di vestiti. Le ragazze venivano a scuola sempre con i capelli allisciati o boccolosi, io invece ci andavo con la coda alta e scompigliata. Loro avevano le unghie rosa o bianche, io ce le avevo tutte rovinate e mangiucchiate. Loro avevano le ciglia tutte ricoperte di mascara, io neanche sapevo come si applicava.

Il bello è che non riuscivo neanche a comprendere il perché si mettevano così tanto in mostra, il perché la mattina si svegliavano alle sei per prepararsi e diventare decenti, quando io mi alzavo dal letto dieci minuti prima del suono della campanella che segnava l'inizio della giornata scolastica e in fretta e furia mi vestivo, facevo colazione, preparavo la cartella, mi lavavo i denti, indossavo giubbotto e scarpe per poi uscire di casa e correre verso scuola, arrivando quasi sempre in ritardo.

Mentre massaggiavo la cute della testa piena di schiuma bianca, mi venne in mente una scena, forse un ricordo della notte scorsa;

Io e Marcus.

Non riuscii a capire bene cosa stavano facendo, lui però era molto vicino a me e potevo sentire tensione, come se stessi vivendo la situazione in quel momento.

Spalancai gli occhi quasi scioccata, chiusi il getto d'acqua con una mossa secca, indossai l'accappatoio per poi uscire a passo svelto e con aria a dir poco sconcertata dal bagno.

Aprii la porta e, a mia grande sorpresa, trovai il ragazzo moro a cui stavo pensando davanti a me, appoggiato al muro con addosso solo dei pantaloni neri.

Marcus's POV

Mi svegliai la mattina stranamente in camera di Billy e Lex, che però lì non erano. Cercai di alzarmi dal letto per poi però tornare subito indietro: ero nudo.

Mi girai di scatto verso il lato del letto che avevo di spalle e trovai vicino a me Brandy. Che cazzo ho fatto?

Anche lei era nuda, coperta dalle lenzuola bianche del letto di uno dei due scemi che la notte l'avevano passata chissà dove.

Iniziai a cercare con lo sguardo un qualsiasi indumento, trovando per mia fortuna i miei boxer e i miei pantaloni. Li presi alla svelta e me li misi subito addosso, cadendo però a terra per un giramento di testa.

Che merda avevo combinato?

Io. A letto. Con Brandy. E non mi ricordavo nulla.

No, non era possibile cazzo. Io odiavo quella fottuta donna, odiavo il suo modo di comportarsi e odiavo la sua faccia da schiaffi.

Non ricordavo nulla di quella notte, o meglio, non ricordavo quasi nulla. Avevo però il ricordo vago di me e Clarissa. Non so bene perché eravamo insieme, so solo che eravamo lì, tutti e due, uno davanti all'altro.

Mi diressi verso camera della ragazza per cercare risposte, sapevo che solo lei poteva darmele, doveva essere così, perché stavo per perdere la testa e si, solo perché non ricordavo una merda di serata. Aprii la porta senza prima provare a bussare, notando che però era vuota.

Non ebbi il tempo di girarmi che mi ritrovai Clarissa, con tutto il suo fascino, davanti.

Era appena uscita dalla doccia, l'ho dedotto dall'accappatoio lilla che aveva addosso e le risaltava tutte le forme.

La guardai da testa a piedi, poi spostai il mio sguardo sui suoi occhi e notai le sue guance un poco arrossate.

Sorrisi alla sua reazione, avvicinandomi con cautela a lei.

"Ti ricordi di quello che è successo ieri?" Chiesi io, senza prima darle il buongiorno, senza chiederle come aveva dormito, da perfetto coglione che sono. La mia espressione da sorridente divenne più seria, cupa.

Dovevo sapere che cos'era successo ieri, perché odiavo quando avevo questi vuoti di memoria. Odiavo la cazzo di sensazione di non ricordare nulla.

Vidi la sua testa scuotere in segno di no. In quel momento persi la pazienza;

"No, tu ricordi cazzo. Dimmi cosa ricordi Clarissa, perché giuro che non ti metterai addosso dei cazzo di vestiti finché non saprò tutto ciò che è successo ieri." Sputai io acidamente.

Forse avevo esagerato, ma non me ne stavo rendendo conto in quel momento, non finché vidi la sua espressione spaventata fare spazio sul suo delicato viso.

"Merda." Sussurrai io serrando un pugno. "Scusami, scusami sono un coglione." Continuai. Prima che però lei potesse rivolgermi una qualsiasi domanda scappai come un codardo da camera sua.

Fatti per stare insieme // 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐮𝐬 𝐀𝐫𝐠𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora