Chapter 12

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"Cos'è successo?" Chiesero I due insegnanti contemporaneamente.

Non riuscivo a rispondere, mi limitai a soffocare in un pianto disperato. Avevo appena vissuto un inferno per colpa di quella stronza di Maria. Una cosa però la sapevo: non l'avrebbe passata liscia.

Dopo avermi slegato da quella sedia la professoressa di combattimento mi prese per il fianco, credendo che non potessi camminare, per condurmi in camera.

Mi fermai di scatto quando, tra i corridoi, vidi Maria ridere insieme a Willie e Marcus.

"Tu, puttana che non sei altro!" Urlai io evadendo dalla presa della professoressa.

"E tu che ci fai ancora viva?" Mormorò la mora appena mi vide. Il suo sguardo era un misto tra il scioccato e la paura.

Mi fiondai verso la ragazza, la feci cadere per terra e le diedi quanti più pugni possibili, la situazione si capovolse due o tre volte, finché non ci dividettero.

"Mi hanno appena molestata e quasi uccisa, mi hanno tenuta rinchiusa in una camera buia per più di un'ora. Non la passerai liscia Maria, ti farò un tour a 360º dell'inferno, dopodiché ti ucciderò. Ah, giusto... farò sapere a tutti che hai ucciso Chico. A tutti. Come, quando e perché." Sussurrai io a Maria mentre Saya, che era arrivata da poco, mi tratteneva dal non tirare un pugno o i capelli alla stronza che avevo davanti. Volevo che i suoi amici sentissero quello che dicevo, solo loro però, nessun altro.

Maria mi guardò con terrore, sapeva che ero capace di tutto e sapeva che tutti sarebbero stati dalla mia parte. Lei aveva Marcus, io avevo i messicani, Brandy, Saya, Billy, e forse Willie. Sarebbe rimasta da sola, ed era questo ciò che volevo.

Ero sicura del fatto che sarebbero tutti stati dalla mia parte perché in quel momento tutto avevano ascoltato le mie parole, persino alcuni compagni che non conoscevo, e tutti guardavano con confusione e disprezzo Maria, tutti eccetto Marcus, che amava troppo la ragazza per rendersi conto di quanta falsità ci sia dietro quella persona. In più non penso abbia capito molto, non mi ha ascoltato quando parlavo, neanche una sola parola.

"Andiamocene Claire, non ne vale la pena." Disse Saya, incitandomi a lasciarla stare, è così feci.

Me ne andai seguita dalle mie due amiche e da Viktor che continuava a ridere, lui mi stava inseguendo solo per sapere cos'era successo. Aveva visto la mia faccia sconvolta ed era troppo curioso ed eccitato.

Entrammo in camera, che chiudemmo per non far entrare Maria.

Iniziai a rovistare tra le sue tante cose e mi brillarono gli occhi quando trovai un orologio. Quell'orologio non era però uno qualunque: era l'unica cosa che le rimaneva di suo padre.

"No, Clarissa quello no. Sai che lei ci tiene a quello. Non farlo, potresti pentirtene." Disse Brandy guardandomi con occhi serrati.

Senza voltarmi presi una delle tante penne che c'erano sulla scrivania e la sbattei sul vetro dell'orologio, che si frantumò in un colpo.

Guardai la bionda con una faccia sarcastica. "Oh, perbacco! Ho appena distrutto l'unico ricordo che la ragazza aveva di suo padre, l'unico frammento di quella povera anima andato a pezzi."

Le ragazze mi guardarono con disaccordo, poi però lasciarono perdere. Sapevano che non mi sarei fermata finché non avrei avuto la mia vendetta.

"Quindi tesoro, cosa ti hanno fatto quei due messicani birichini? Hanno portato la piccola Clariza alle giostre." Ironizzò Viktor.

In quel momento avrei potuto spaccare tutto, crollare, mettermi a piangere davanti a tutti per il trauma che avevo subito, però non fu così. Stranamente ero forte, mi sentivo piena di potere e pensavo di poter conquistare il mondo, mi sentivo così.

"Smettila, Viki Otor." Borbottò Saya annoiata. La sua battuta fece cadere sia me che Brandy in una risata, a cui si unì anche lei. Viktor rimase invece impassivo, si limitò a roteare gli occhi.

"Perché sono qui?" Chiese il ragazzo.

"E a noi lo chiedi? Ci hai seguite tu." Rispose Brandy tenendo lo sguardo basso per non incrociare gli occhi di Viktor.

"Baby, perché non alzi lo sguardo?" Disse il biondo sensualmente, mordendomi il labbro e avvicinandosi piano piano su Brandy. Le alzò il mento con due dita e la guardò dritta negli occhi con sguardo intimidatorio, per poi darle un bacio passionale.

"Ma che schifo."

"Potrei vomitare."

———————

Dopo circa due orette passate in stanza, io, Saya, Brandy e stranamente Viktor ci dirigemmo in mensa, dove prendemmo tutti principalmente le stesse cose.

A noi quattro si aggiunsero Billy, Lex e Petra. Arrivò anche Sebastiàn, ma lui rimase solo per qualche minuto. Mi chiese solamente il perché non ero venuta con loro il pomeriggio. Gli spiegai ciò che era successo, tralasciando però molti dettagli. Non volevo si sapesse quello che era successo realmente, non volevo che altri oltre a me, Saya e Brandy sappiano che Maria ha ucciso Chico e che mi ha incastrata. Viktor aveva ascoltato le nostre conversazioni, però non ne aveva capito una parola, tutto preso da sè e stupido com'era.

Dopo un po' di tempo vedemmo entrare la coppietta della scuola felice e spensierata, come se nulla fosse successo. Odiavo il fatto che facessero così, odiavo come Marcus trattava lei e come trattava differentemente gli altri, ma ero soprattutto gelosa. Ero gelosa della loro relazione, di come, anche se Maria aveva torto, Marcus le stava sempre accanto e non la lasciava mai. Poi però pensai al fatto che il ragazzo era diventato come un cane, un animale domestico per Maria.

I due si sederono al tavolo accanto al nostro. Marcus non si accorse minimamente di noi, era troppo preso con Maria, mentre lei si. Mi sentivo vuota dentro, come se una parte di me mancasse. Non sapevo come, nè il perché, sapevo solo che provavo quell'orribile sensazione che mi trafiggeva dentro.

Fatti per stare insieme // 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐮𝐬 𝐀𝐫𝐠𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora