Chapter 6

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"attacco di panico"

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"Cazzo, si che è un attacco di panico." Sussurrò Marcus.

MARCUS'S POV

Non sapevo cosa fare. Era lì, in preda a una crisi di panico e io non sapevo come gestire la situazione. Iniziai a sbattere le mani contro la porta dello stanzino per far sì che qualcuno ci sentisse e aprisse, ma nessuno rispose. Clarissa continuava a piangere e a sussultare ogni tanto, a malapena respirava. Stranamente però era abbastanza silenziosa.

"Ehi, senti. Cerca di stare calma, ok? P-prova a- prova a trattenere il respiro."

"Non-non ci riesco. Non ce la faccio" rispose lei balbettando, con voce sottile. Quasi non riuscivo a sentirla. Piccole gocce di acqua uscivano dai suoi occhi e le attraversavano la guancia, per poi finire sulle mie mani poggiate sul suo viso, che tenevano a coppa.

Non sapevo cos'altro fare, così la baciai.

Ho letto in alcuni fumetti che quando a qualcuno viene un attacco di panico, per far sì che questa persona trattenga il respiro e che quindi si calmi, gli si dà un bacio sulle labbra.

Dopo circa tre secondi, che a me sembrarono un'eternità, mi staccai dalle sue dolci labbra, continuando a tenere le mie mani salde sul suo viso.

"Come hai fatto?" Chiese lei con sguardo perso.

Non ebbi il tempo di rispondere che qualcuno iniziò a girare la chiave sulla fessura della porta, per poi aprirla.

Clarissa's POV

"Siete vestiti?" Chiese Viktor, ovviamente ironico.

Alzai gli occhi al cielo e, senza salutare nessuna delle tre persone davanti a me, mi diressi verso camera mia, dove le mie compagne non erano ancora arrivate.

Mi stesi sul letto, spensi la luce e mi rannicchiai sotto le coperte; meno di dieci minuti fa avevo le labbra attaccate al presunto ex della mia migliore amica: come glielo avrei spiegato?

La domanda che però continuava ad assillarmi era il perché mi era piaciuto. Era come se aspettassi questo bacio dal primo istante in cui l'avevo visto, come se fosse l'unica cosa al mondo di cui avevo bisogno.

Sorrisi a quel pensiero; io stavo avendo un attacco di panico e lui, non sapendo che fare, mi ha baciata.

La cosa più strana era il fatto che questo è stato il mio primo bacio. Non ne ho mai dato uno, neanche da piccola, e questo mi metteva un po' d'ansia ma allo stesso tempo provavo una strana sensazione nello stomaco.

Ma cosa sarebbe successo? Avremmo ignorato ciò che era successo quella sera o ne avremmo parlato?

Quelle domande provocarono in me una sorta di immediata tristezza. Il mio umore era passato da felice e spensierato a triste e cupo; ero sicura del fatto che Marcus non mi avrebbe mai calcolata, perciò dovevo solo rassegnarmi.

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Mi svegliai la mattina presto e notai che le ragazze non erano ancora tornate. Decisi di alzarmi, vestirmi, truccarmi con un po' di mascara, eyeliner, blush e lucidalabbra. Lasciai i capelli sciolti e mi diressi in mensa, dove speravo di incontrare Maria.

"Ehi tesoro, allora...com'è andata ieri?" Mi sussurrò all'orecchio una voce femminile da dietro, che mi fece sobbalzare. Chi altro poteva essere se non Brandy?

"Niente. Piuttosto tu, dove sei finita ieri notte?"

"Io? Bhe, io sono stata in camera con Viktor... insomma, a letto. Con Viktor." Disse lei mimando una risata che sembrava quasi isterica da quanto la facesse fastidiosa.

"Abbiamo scopato, sai. Insomma, non è stata la prima volte che l'abbiamo fatto, però questa è stata la prima volta seria. Almeno...per me sì." Continuò lei. Da fastidiosa e oca era diventata d'un tratto più infelice, nei suoi occhi si poteva vedere un po' di tristezza.

"Che cos'hai?" Chiesi io il più dolcemente possibile.

"Io? Io non ho niente! Invece di pensare agli affari miei chiediti dov'è finita la tua migliore amica, bye stronzetta." Sputò lei acidamente. Le lasciai un dito medio come risposta e lei ricambiò con un ghigno.

La domanda che mi sorgeva spontanea ora era: Dov'era Maria?

Uscita dalla mensa mi recai al mio armadietto, dove fortunatamente incontrai Mari.

"Ehi, cazzo. Ti ho cercata per tutta la mattinata. Dove sei finita?" Chiesi io dandole una leggera sponda sulla spalla.

"Non puoi capire cos'è successo. Ci vediamo tra due ore in camera, devo raccontarti tutto per filo e per segno. Ti lascio con il pensiero di cosa potrebbe essermi successo." Disse la mora mimandomi un bacio, che ricambiai con uno sguardo un po' confuso e stranito.

Fatti per stare insieme // 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐮𝐬 𝐀𝐫𝐠𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 Where stories live. Discover now