9. The Fight Club

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Sento il mio amico chiudere in fretta il proprio quaderno, ma la risposta tarda ad arrivare.

"Shiva?"

Mi volto verso di lui, che è già in piedi e si sta mettendo lo zaino sulle spalle.

"Si è fatto tardi, Cassius. Cynthia. Devo proprio andare" ridacchia, evitando volutamente di rispondere.

"Ti ho fatto una domanda"

"Phineas mi aspetta per fare la spesa!"

Si allontana troppo in fretta perché io possa ribattere, e non posso richiamarlo senza che la signora Mills, la bibliotecaria, corra a sgridarmi.

Mi rassegno a tacere, fulminando Cyn con lo sguardo.

Lei mi sorride, paziente.

"Sai, non devi essere geloso. Sono sicura che sei ancora il suo preferito" afferma, con il suo tono più rassicurante.

Sbuffo, abbandonando la testa sulla sua spalla con aria rassegnata.

Cynthia mi schiocca un bacio sui capelli prima di tornare a studiare.

La verità è che, ancora una volta, le sue parole hanno colto nel segno: non è tanto il fatto che Stuart mi odi, a turbarmi, quanto che a Churchill lui piaccia così tanto.

Vederli ridere e scherzare, leggere la sincera adorazione negli occhi di quel ragazzino ferito, in qualche modo mi disturba più di quanto dovrebbe.

Churchill apprezza la sua compagnia, tiene in seria considerazione le sue opinioni, discute d'arte con lui e legge i libri che Stu gli consiglia.

Ora che i ritmi di studio si sono fatti più intensi, noi due ci vediamo sempre meno.

Io sono fuori a studiare con Shiva o Cyn, lui con chissà chi, e alla sera siamo così stanchi da cadere addormentati prima di avere il tempo di scambiare qualche parola.

Gli unici momenti che abbiamo sono la colazione e quella piccola ora passata in sala comune dopo cena, e in entrambe queste situazioni la presenza di Stuart riesce a rovinare tutto.

Se dovessi essere sincero con Cyn, le direi che mi ferisce il fatto che Churchill non si renda conto di questa improvvisa distanza, e non faccia niente per rassicurarmi.

"Vorrei ritagliasse una bella coccarda di carta dorata con scritto sopra "Il mio solo e unico migliore amico" e me la appuntasse sul maglione proprio di fronte a Stuart" dico invece, con più leggerezza.

So che è una sciocchezza, e che io stesso conosco Churchill da appena un mese, ma detesto che il nostro equilibrio sia stato alterato.

Se fino a qualche giorno fa il nostro legame mi sembrava inscindibile, ora inizio ad avere qualche dubbio, e mi coglie di tanto in tanto la sciocca paura di essere abbandonato per qualcuno migliore di me.

"È una cosa infantile" ribatte infatti Cynthia, con la consueta e spietata sincerità, "Sai di essere il suo migliore amico, non dovrebbe dovertelo ripetere ogni giorno per rassicurarti. Né puoi pretendere che smetta di avere altri amici solo perché ora ci sei tu"

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonWhere stories live. Discover now