"Ora avrà qualcosa di cui parlare" commento, una volta che questa ci lascia soli, tra mille scuse.

"Ti devo un favore" concorda Cyn, strappando dal portatovaglioli altra carta da passarmi per tamponare la macchia bagnata.

"No, siamo pari. Io ho vendicato il tuo onore con quella stronza, e tu in cambio non racconterai in giro che leggo versi d'amore sospirando come una ragazzina"

"Mi sembra un buon patto"

Rido, sottovoce, e guardo i suoi capelli biondi splendere sotto le luci al neon.

"Cyn?"

Lei alza lo sguardo dalla tazza.

Ha le guance ancora arrossate dal freddo e gli occhi brillanti.

"Quello che abbiamo fatto ora" mi spiego, vagamente imbarazzato "Questo stupido scherzo alla cameriera. Spero tu sappia che, a prescindere da quello che lei pensa, sei fantastica anche senza un ragazzo accanto"

Mi sorride, piena di dolcezza.

"Lo so, Paul. Ma grazie per averlo detto"

Beviamo qualche sorso di the in silenzio, poi Cyn si sporge verso di me, come a confidarmi un segreto.

"Ti va se leggiamo Mimnermo e tu fai tutti i commenti sentimentali per cui i tuoi amici ti darebbero della ragazzina?" mi chiede, giocosamente seria.

Il mio sorriso è fin troppo ampio.

"Credevo non me lo avresti mai chiesto"

*

Ci alziamo solo quando la cameriera inizia a manifestare la propria insofferenza, battendo ripetutamente il piede a terra, a braccia incrociate.

Cynthia, ovviamente, rifiuta di farmi pagare la sua parte.

Mentre cammino nella luce soffusa della sera, con il dolce peso di Cyn sul braccio, mi rendo conto di quanto effettivamente bello sia ciò che ho intorno.

L'architettura splendida, il verde prato del St. John, gli alberi scossi dal vento e le vie affaccendate.

"Un giorno dovresti farmi da cicerone" annuncio, sovrappensiero, "Farmi conoscere un po' la città".

Lei mi rivolge uno sguardo triste, "Quando vuoi. È una bella prigione"

Il padre di Cynthia, così come il mio, era professore.

Da quando è morto tutti si aspettano che sua figlia segua le sue orme e diventi una grande letterata.

Quel che è peggio, dice Cyn, è che lei vorrebbe davvero farlo.

Solo, senza tutta quella pressione addosso.

A volte discutiamo di cosa sia peggio: se avere un padre avvocato che non ha la minima fiducia in ciò che studi e ti reputa pressoché un fallito, o un padre maledettamente bravo in quel che anche tu vorresti fare, e perlopiù morto.

Non siamo ancora riusciti a decidere.

"Possiamo contare le sbarre" le rispondo, sorridente.

Lei ricambia, e si alza sulle punte per stamparmi un bacio sulla guancia.

"Sei un tesoro" dice, quasi in tono di rimprovero, e so che crede semplicemente di non meritarlo.

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonWhere stories live. Discover now