Capitolo 13

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Ero sulla macchina con il riccio, appoggiai i piedi sul cruscotto, come ero solita fare, sprofondai nel sedile, avevo un male cane alla guancia e al labbro.

Louis mi aveva fatto del male.

"Dove mi stai portando?" chiesi a Harry mentre cercavo di alleviare il dolore con le dita fredde della mia mano.

"Ti porto a casa mia" mi disse guardandomi, si incavolò per una strana ragione a me sconosciuta e serró la mascella. Cercai di chiedergli cosa aveva, ma non parló. Incominció a fumare una delle sue amate sigarette e prestó attenzione completamente alla strada.

Dopo dieci minuti passati a stare in silenzio mi annunció che eravamo arrivati. 

Scesi dalla macchina e presi il mio borsone da dietro. Guardai casa di Harry era il triplo di casa mia, ma non dissi niente.

Incominciai a camminare lungo il vialetto con Harry dietro, lui non mi guardava, non parlava e se ne stava lontano da me come se gli avessi fatto qualcosa.

Arrivata davanti alla porta mi voltai versi di lui.

"É successo qualcosa?" chiesi titubante guardando il suo viso.

"Perché me lo chiedi?" disse con sguardo stranito, come se la mia fosse una domanda stupida e in quel momento io mi sentii una stupida.

"Niente.." dissi voltandomi senza guardarlo in faccia.

Aprì la porta ed entrammo.

Ma Harry non viveva da solo. C'erano tre ragazzi.

Apppena sentirono la porta aprirsi si voltarono verso di noi. Rimasi bloccata sulla porta, c'era Zayn. Il mio più grande incubo.

"Entri o rimani ferma sulla porta?" mi chiese il riccio che già aveva posato le chiavi e si era tolto le scarpe.

Entrai in quella casa e guardai il riccio, accarezzai da sotto la maglia la mia pistola e nei miei pensieri mi feci il segno della croce.

"Harry, chi é lei?" chiese un ragazzo con i capelli rossi e delle lentiggini sul viso.

"Lei é Abby" disse Zayn dall'altra parte della stanza.

Lo guardai e cercai di non apparire spaventata, dovevo sembrare una dura altrimenti mi avrebbero messo i piedi in testa.

"Mi so presentare da sola, ma comunque grazie per l'aiuto" dissi con tono duro e fermo guardando il moro negli occhi.

Un ragazzo seduto sul divano scoppiò a  ridere, mi voltai e lo fulminai con lo sguardo.

"Cosa hai fatto alla faccia?" chiese il ragazzo rosso.

"Niente.." dissi passando distrattamente una mano sulla guancia "tu sei?" chiesi sempre al ragazzo rosso.

"Io sono Stan" disse sorridendo.

Quel ragazzo già mi stava simpatico.

"Io sono Daniel" disse il ragazzo seduto sul divano. Si era alzato ed era alto il doppio di me. Aveva capelli castani e occhi dello stesso colore.

"Io sono Zayn" disse l'ultimo che già conoscevo.

"So chi sei" dissi tra i denti mentre continuavo a guardarlo male.

"Vieni con me" disse il riccio prendendomi dalla mano.

Lo seguii mentre avevamo gli sguardi dei tre ragazzi adosso. Entrammo in una grande stranza, mi ricordava tanto la stanza di Louis a casa sua. Solo che questa non aveva la finestra, ma un balcone che dava sul giardino.

"Benvenuta in camera mia" disse Harry dietro di me, scoppiai a ridere e rise anche lui.

"Che onore" dissi voltandomi verso di lui e avvicinandomi.

Si abbassó sul mio viso e mi diede un bacio a stampo.

"Posa la tua roba, ti aspetto di sotto" mi disse strofinando il mio naso con il suo.

Uscì e rimasi da sola, decisi di mettermi qualcosa di più comodo. Presi dal borsone i miei pantaloncini a quadri e una cannottiera. Mi cambiai lasciando sempre la pistola al mio fianco e scesi di sotto, volevo fare amicizia con quei ragazzi.

Li sentii parlare, ma non prestai attenzione entrai nel salone dove erano tutti seduti intenti a parlare di non so cosa.

Mi misi in un angolo appoggiata al muro di fronte ai ragazzi e mi sedetti per terra appoggiando la guancia non dolorante sulle ginocchia.

Nessuno si era accorto di me, tutti erano intenti a fare altro.

Mi bruciava la faccia e le mie mani tremavano ero un tipo molto ansioso.

"Cosa fai li per terra?" mi chiese Harry dalla sua postazione. 

"Sono comoda" dissi facendo un sorriso e spostando i miei capelli dalla faccia.

"Sei strana" constató Daniel mentre mangiava un panino.

"Non sei il primo che me lo dice, ci sono abituata" dissi, mi alzai e gli presi il panino che stava per addentare e incominciai a mangiarlo io.

"Quello era il mio panino" disse mettendo il broncio e incrociando le braccia.

"Scusami, ma adesso é il mio" dissi ridendo guardando la sua faccia.

"Abby.." alzai lo sguardo e divenni seria, per quanto la situazione poteva essere divertente. Restituii il panino a Daniel e mi concentrai sulla persona che mi aveva appena chiamata, Harry.

"Perché hai la pistola con te?" chiese dopo essersi accertato di avere la mia attenzione.

Presi la pistola dal mio fianco e la girai tra le mie mani "é un abitudine, la porto sempre con me" dissi posandola sul tavolino.

"Gran bella pistola" disse Stan prendendola in mano e guardandola "dove l'hai presa?" mi chiese spostando la sua attenzione su di me.

"Sicuramente gliel'ha data il suo fidanzatino" disse Zayn con voce da bambino.

"No, Liam non é il mio fidanzato" dissi io ridendo, sapevo che intendeva Louis, ma non gleila avrei data vinta.

Harry si avvicinó a me "qui non ti serve" disse guardandomi in faccia.

"Lo so, mi dispiace, ma le abitudini sono dure a morire" dissi abbassando lo sguardo.

"Dobbiamo parlare"



I'll be strong for youWhere stories live. Discover now