Capitolo 12

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"Nessun bacio Louis, dobbiamo parlare" gli dissi mentre mi torturavo le mani. Lasció il mio telefono sul comodino e si mise di fronte a me.

"So già cosa mi vuoi dire Abby" mi disse guardandomi in faccia.

Alzai un sopracciglio "come.." non riuscii a finire la frase per via del nodo che mi si era formato in gola.

"So, che c'é un altro" disse abbassando la testa.

Non risposi, mi sentivo in colpa.

"Che ti pare che non me ne sarei accorto? Non sono stupido" continuó alzando un pó la voce.

Non sapevo che dire solo rimasi in silenzio perché sapevo di avere torto.

"L'altra mattina, quando sei scesa di sotto 'per bere', si come no, sei risalita in camera  con un profumo che non era il mio e nemmeno il tuo. Avevi le labbra gonfie e rosse" disse cercando di mantenere la calma. Si avvicinó a me, prese i miei capelli in mano e li porto al suo naso "anche adesso hai quel profumo adosso" disse schifato lasciando i miei capelli e allontanandosi da me "chi é?" mi chiese spostando il suo sguardo da destra a sinistra.

Non volevo che lo sapesse, altrimenti sarebbe andato ad ucciderlo. Negai con la testa, per fargli capire che non glielo avrei detto.

"Dimmelo o giuro che lo uccido con le mie mani" mi disse stringendo le mani in due pugni.

"Non gli fare del male, Lou" dissi mentre il mio labbro incominció a tremare.

"Dimmelo, cazzo" gridó esasperato dal mio comportamento.

"Harry" dissi alzandomi dal letto, per non guardare la sua faccia.

"Harry? Quello che ti ha rapita, quello che ti scatta le foto?" mi chiese scioccato.

Non risposi, la risposta già la sapeva.

Si alzó dal letto anche lui e si mise di fronte a me, i suoi occhi erano scuri, segno che era incavolato nero.

"Non puoi stare con quello, non puoi avermi tradito con un essere che ti ha fatto sempre del male" disse prendendo le mie braccia e stringendole forte. Sussultai per il dolore che stavo provando.

"Mi fai male Louis" dissi cercando di liberare la sua presa sulle mie braccia "lasciami, mi stai facendo male" continuai, molló la presa e si allontanó di un passó. Mi guardó in faccia e dopo un pó mi ritrovai per terra, con la guancia che bruciava.

Mi passai una mano sopra la guancia e mi misi a sedere in un angolo della stanza.

"Eri quello che di più caro avevo al mondo, adesso non sei più niente, solo una ferita da aggiungere alle altre" si voltó e se ne andó via, lasciandomi lì seduta sul pavimento freddo di quella stanza che fino alla sera prima avevamo condiviso.

Piansi quella sera, piansi tanto come non piangevo da una vita. Affogai il mio dolore in quelle lacrime.

Rimasi seduta sul pavimento fino al giorno dopo. Fino a quando il riccio non entró dalla finestra e si avvicinó a me.

"Piccolina" sussurró piano, alzando il mio viso dalle mie ginocchia piegate al petto "cosa é successo? Chi ti ha fatto del male?" chiese appena vide il mio labbro gonfio e la guancia viola per la sberla o il pugno.

"Niente.." abbassai il viso "stai tranquillo, non é successo niente, nessuno mi ha fatto del male" gli risposi guardando il suo viso. Passai una mano tremante sul suo viso.

"Non ti lascio un minuto di più qui, alzati prepara le tue cose e andiamocene, ti aspetto alla fine della strada" disse aiutandomi ad alzarmi, mi lasció un bacio sulla fronte e se ne andó.

Presi il borsone che tenevo sotto il letto e incominciai ad infilare tutta la mia roba lì.

Una volta finito, scesi di sotto e non c'era nessuno, meglio non dovevo dare spiegazioni a nessuno.

Presi le mie chiavi della moto, il mio casco e la mia pistola dalla mensola.

Uscii e mi incamminai da Harry, la moto sarei passata a prenderla il giorno dopo.

Stavo scappando.

Stavo scappando dalla persona che ho amato più della mia vita.


I'll be strong for youWhere stories live. Discover now