Capitolo 3

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Come ogni fine gara, eravamo al pub a festeggiare la mia vittoria.

Si sentivano molte voci in giro.

Secondo queste voci io, una femmina, non potevo gareggiare, non potevo vincere le gare contro degli uomini.

Le mie vittorie non avevano senso.

Il campionato di due anni fa era stato annullato per la fuga di Louis.

Quest anno vinceró io il campionato.

Molti dicevano che vincevo le gare per fare un dispetto a Louis, l'unico che fin'ora aveva vinto dei campionati era stato lui e nessun altro poteva vincerlo al di fuori di lui.

Ma come fa a vincere delle gare se nemmeno gareggia?

Risi tra me e me, mentre sorseggiavo il mio drink.

"Ehi Abby, cosa fai qui tutta sola?" mi chiese Liam avvicinandosi e prendendo una sedia per sedersi.

"Pensavo" dissi guardandomi in torno.

"Perché pensi pure?" mi chiese ridendo di gusto.

"Ma sta zitto, scemo" dissi io spingendolo dalla spalla, lo guardai negli occhi "grazie Liam" gli dissi tornando seria.

Dovevo ringraziarlo sul serio. Per tutto quello che aveva fatto per me in questi ultimi due anni non bastava un semplice 'Grazie', ma era l'unico modo che conoscevo per poterlo ringraziare.

"Grazie? E per cosa?" mi chiese grattandosi la nuca.

"Per essermi stato vicino, per non avermi abbandonata e per avermi aiutata" gli dissi sorridendo. Lo abbracciai.

"Vuoi due state sempre insieme, mi devo preoccupare?" chiese Mary arrivando alle nostre spalle.

Ci allontanammo.

"Non ti devi preoccupare di niente, lo sai che amo solo te" le disse Liam facendola sedere sulle sue gambe.

Mi incupii, troppi ricordi. Quei due mi ricordavano me e Louis ai tempi belli.

Ma di una cosa sono certa. Liam non abbandonerà mai Mary, al contrario di come Louis aveva fatto con me.

"Vi lascio un pó soli, vado a fare un giro" dissi a quei due e mi allontanai da loro.

Tutta quella gente mi stava mandando in confusione. Dovevo uscire fuori o mi sarebbe preso il panico.

L'aria fresca mi investì e mi fece svolazzare i capelli in tutte le direzioni.

Feci qualche passo e mi appoggiai ad un muro per poi chiudere gli occhi e fare dei profondi respiri.

Non stavo molto bene.

Un altro attacco di panico.

Respiravo a fatica cercai di concentrarmi su qualcosa come mi aveva detto il dottore, ma stavo precipitando nel buio.

No, il buio mi fa paura.

Calde lacrime scivolavano sul mio viso, mentre cercavo di immagazzinare più ossigeno che potevo. Mi sentii prendere dai fianchi da qualcuno, sussultai e cercai di allontanarmi.

"Shh, piccola sono io. Apri gli occhi e fissa un punto" mi disse Louis all'orecchio. Feci come mi disse, aprii gli occhi e fissai una vecchia casa d'avanti ai miei occhi.

"Concentrati sulla casa e respira" mi suggerì.

Lo feci e piano piano mi calmai, mentre lui mi accarezzava i capelli.

Non so come faceva a saperlo, ma ogni volta che ero in difficoltà lui sbucava dal nulla per aiutarmi.



I'll be strong for youWhere stories live. Discover now