Scrissi un libro tempo fa...
Un romanzo in cui trasporre quello che avevo dentro.
Lo fanno tutti, no?
Fatto sta che comincio a scriverlo,
ad affluire come acqua da una cascata selvaggia,
le pagine umide, bagnate da creatività e inchistro.
Una volta terminato prendo coraggio,
mi espongo e lo espongo ad una casa editrice.
La cosa giusta da fare...
Il progetto andò in porto,
piacque.
"Davvero l'hai scritto tu?"
"Non smettere mai di scrivere, eh!"
Il mondo editoriale è così confuso e viziato.
Oppure siamo noi lettori ad esserlo... abituati alla pigrizia degli intellettuali scolastici o alle porcate svendute...
Comincia un periodo di trattazioni continue,
correzioni e scelte fuggite...
Il romanzo esce, dopo mesi di rimaneggiamenti sembra perfetto nel suo essere un qualcosa partorito sul momento.
Parliamoci chiaro...
Una persona che vuole scrivere non ci capisce molto di vendite e pubblicità. È qui lo scoglio da sormontare nel cercare visibilità.
Poi cominci a chiderti:
"Ho scritto me stesso per tutto questo?"
"È così complesso vendere un qualcosa su cui hai lavorato per mesi?"
"Così hai scritto un libro?"
"Si."
"Di cosa parla?"
"Leggilo."
"Sono felice per te, è una cosa bellissima, spero il tuo lavoro ti porterà a qualcosa"
"Grazie"
Porgo il romanzo:
"Sono 12 e 90'
"Cosa? Non me lo regali?"
