Capitolo 19 (Parte 1)

1.5K 45 1
                                    

19

Accende la luce della stanza. È immensa con un letto a baldacchino al centro e delle tende di seta bianche che cadono ai lati. A sinistra si trova una scrivania contenente una base in vetro e la restante parte in legno, con una sedia dello stesso materiale sotto. A destra un armadio fatto a mano, con legno di pino di Svezia. La luce pian piano illumina sempre di più la stanza. Le pareti sono beige e danno un'aria serena alla stanza che profuma di vaniglia. Ai piedi del letto un divano rigorosamente in pelle bianca con dei cuscini blu.

Guardo Cade, di fronte a me, fissarmi in cagnesco. Ancora non capisco perché mi ha portata in questa stanza. Non penso sia fiero di me in questo momento. Non proferisce parola, ma prima che lo faccia decido di provare con la dolcezza. Gli carezzo il viso e con la mano gli cingo la sua, intrecciando le dita con le mie.

Affondo la mano dietro la nuca e lo avvicino a me dandogli un bacio, gli mordo il labbro inferiore, so che gli piace tanto. Fa un gemito e questo non fa altro che aumentare la mia eccitazione. Cade mi afferra le anche e spinge la sua erezione contro il mio sesso. Con la lingua sfioro gli angoli delle sue labbra. Fa un altro gemito e mi stringe ancora di più.

<< Se la tua intenzione è quella di corrompermi, ti avviso che non ci riuscirai. >> Sussurra sulle mie labbra.

<< Non è quello che voglio fare. >>

<< Allora cosa vuoi fare?>> Digrigna i denti facendo un sospiro.

<< Farmi perdonare. >>

<< Oh, hai tanto da farti perdonare, Noele. >> Mi lancia un occhiata piena di ardore. Piena di malizia.

Sento aumentare l'adrenalina nelle vene e il desiderio di possederlo ancora di più.

<< Scusa. >> Abbasso lo sguardo.

<< Non bastano le scuse. >> Sussurro, carezzando il suo volto, il collo, fino al petto scoperto. Mi alzo in punta di piedi, mordendo e succhiando il suo collo. Cade porta la testa indietro. Sento un suo gemito che mi porta a continuare nel mio intento. Porto lentamente le mani ai bordi della giacca e la sfilo con delicatezza, facendola cadere per terra, poi tiro fuori la camicia dai pantaloni. Mi tira per i capelli e risponde alla mia lenta provocazione dandomi una pacca sul sedere. Poi mi bacia con passione per poi cominciare a mordere i lati della mandibola, il collo, la spalla...

Di colpo fa un passo indietro. Alzando il vestito con le punte delle dita fino al basso ventre. Con lentezza si abbassa e mi sfila gli slip. Afferra le anche e mi porta fino alla colonnina del letto.

<< Adesso ti farò passare la voglia di essere spiritosa. >>

<< Ho detto solamente la verità. >> Rispondo alla sua minaccia.

<< Nessuna mai si era permessa di parlarmi così. >>

<< Io non sono come le altre. >> Sussurro, fiera di essere me stessa.

<< E sei così impacciata delle volte che ti farei...>> Afferra il mio viso con la mano. << L'inimmaginabile. >>

Sfila la cinta dai suoi pantaloni. << Dammi i polsi. >>

Faccio come dice e li blocca con la fibbia, poi li lega alla colonnina, sopra la mia testa, in modo che non posso fare dei movimenti.

Apre il bottone dei suoi pantaloni e abbassa la zip. Prende le mie gambe e le avvolge nei suoi fianchi. Per alleviare il dolore dei polsi cingo con le mani la colonnina. Cade scivola lentamente dentro, cominciando a fare dei dolci movimenti. Porta le mani sulle natiche e affonda sempre più dentro aumentando il ritmo. Provo un incantevole sensazione di pienezza. Vorrei tanto avvolgere le braccia al suo collo e affondare le dita nei capelli ma questa dannata cinghia non fa altro che serrarmi la pelle.

Si Mr. Evans ( Vol. 1) Where stories live. Discover now