Il racconto di una madre pt.2

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Il racconto di una madre (pt.2)

Quando la donna si fu calmata, Hermione, decise di porle una domanda che l'aveva sempre incuriosita
«Signora, lei è una Purosangue...»
«Sí, ma non preoccuparti, cara! Con il tempo ho imparato che "la stirpe del sangue puro" è una sciocchezza! Non discrimino piú i Mezzosangue, i Nati Babbani o i Traditori del proprio Sangue, anzi, detto tra di noi, penso proprio sia da stupidi non sposarsi con chi si vuole solo perchè ha il sangue impuro.

Penso abbia fatto molti errori in vita mia, ed essere restata fedele al sangue puro è stato uno di questi. Hermione, non preoccuparti... so che i tuoi genitori sono Babbani, Draco mi parlava sempre di te» a quelle parole il ragazzo diventò rosso fuoco «ma stai tranquilla... non ho intenzione di essere tua "nemica"»
«Grazie, signora Malfoy per la fiducia! Ma le volevo chiedere un'altra cosa... com'è la vita per i Purosangue?...»

«Noi invidiamo gli altri. Noi non ci possiamo sposare con chi vogliamo, con chi amiamo. Noi siamo costretti ad imparentarci con persone che fanno comodo alla nostra famiglia. È orribile. Non hai scelta. Ogni giorno della tua vita ti senti come un piccolo usignolo, bello ed elegante, rinchiuso dentro una gabbia. È asfissiante. Non hai libertá. Non hai niente, se non chi ti dice di fare cosa. È un sentimento che non auguro a nessuno di provare...

Io amavo un Traditore del proprio Sangue, un Corvonero di famiglia nobile. Sognavamo di sposarci, di vivere una vita libera dall'oppressione degli obblighi dell famiglia. Volevamo la felicità... non mi sembrava di chiedere molto, solo essere felice. Ma i Purosangue non sono destinati a tali sciocchezze, la felicità non esiste. Siamo come manichini in una vetrina, tutti ci ammirano, ci prendono come esempio, ma noi daremmo di tutto per essere come loro: liberi.

Comunque, tornando a noi, il giovane di cui stavo parlando, l'ultimo giorno di scuola del settimo anno, mi regalò un anello, segno dell'aggettivo che provava per me ed un biglietto con scritta la frase: Ci vedremo presto.
Dopo quel giorno non lo vidi piú...

Oh lui venne a cercarmi! Bussava alla porta, lanciava sassolini alle mie finestre, ma nessuno mi disse mai niente fino a quando ebbi sposato Lucius... ora capisco perché avevano voluto farmi trasferire nella camera di Bellatrix... non volevano che lo rivedessi. Io ero il loro usignolo, se fossi scappata dalla gabbia addio matrimonio, addio al legame tra le famiglie Black - Malfoy, addio ad un'altra figlia che sceglie la libertà e la felicità al posto della famiglia. Noi Purosangue abbiamo piú diritti e doveri degli altri, dicono. Piú diritti, sí... forse, ma soprattutto piú doveri, il dovere dell'obbedienza che porta alla sofferenza.

Ricordo che me lo dissero a giugno, l'anno dopo essere uscita da Hogwarts. Radunarono l'intera famiglia in sala. Ricordo che mia madre camminava avanti e indietro per la stanza tordurandosi le mani, evidentemente nervosa, mio padre seduto sulla poltrona con aria solenne e superiore mentre Bellatrix ed io sedute sul divano di fronte a lui, mia sorella intenta ad accarezzare il suo gatto nero: "Marvolo".

Andromeda se ne era giá andata di casa. Poco piú di due mesi prima.
Mio padre mi guardò dritto con quei suoi maliziosi occhi scuri e dichiarò "Narcissa, sei stata promessa sposa ad un giovane ragazzo. Purosangue, ovviamente. Vi sposerete il mese prossimo. Il tuo futuro marito ha la tua etá ed appartiene alla casa dei Serpeverde, se per te è utile saperlo!"

Ricordo a memoria le sue parole, tanto mi avevano colpito!
Per la prima volta ho avvertito la gabbia dentro la quale, da anni, ero segregata dentro. Fredda, piena di finestre dalle quali era impossibile scappare, ma si poteva guardare attraverso, per vedere le coppie felici sposarsi, tra queste c'era mia sorella, con quel Nato Babbano... Ted Tonks.

Io parevo l'unica imprigionata in quell'incubo, finchè non conobbi Lucius... era triste almeno quanto me se non di più. Ci conoscevamo di vista, avevamo studiato nelle stesse classi per sette anni, ma non ci eravamo mai rivolti la parola piú di molto. Mi era sempre parso uno sbruffone, un'egoista, uno a cui importava poco degli altri. Ma quando lo vidi in quella villa, due sere prima del matrimonio, mi era sembrato debole, una marionetta nelle mani di suo padre.

Sembravamo due pedine nelle mani ognuno dei propri genitori, senza sapere quale sarebbe stata la loro mossa successiva. Eravamo le pedine dei loro giochi. Ricordo che la sera prima del matrimonio lui piangeva, sapevo che amava un'altra, era distrutto. Io pure ero distrutta, anche se la cotta per il Corvonero era svanita.

Poi il matrimonio...
bhè ricordo solo di non averlo guardato negli occhi per tutto il giorno, al ricevimento non ho mangiato niente ed ho provato a distrarmi parlando con gli invitati. Giorni orribili quello ed i seguenti. Odiosi giorni. Eravamo in una villa enorme, soli. Avevamo stabilito che lui avrebbe abitato l'ala est ed io l'ala ovest. Per giorni non ci incontrammo.

Poi abbiamo capito che non potevamo continuare cosí. Abbiamo iniziato a parlare di noi, ad aiutarci, ed infine un sentimento è fiorito in noi... non era amore era piú qualcosa tipo... ammirazione! Ammirazione per quello che avevamo passato tutti quegli anni, senza lamentarci, senza obbiettare. Eravamo una bella coppia Lucius ed io... ma, purtroppo non ci siamo mai amati...» i ricordi iniziarono ad appannare la mente di Narcissa.

«Grazie, signora...» sussurrò Hermione, sconvolta delle parole appena uscite dalla bocca della signora Malfoy. Si era sempre aspettata che i Purosangue vivessero una stupenda vita, immersi di lusso e agi.
Poi la donna riprese a parlare
«Azkaban ha portato via mio marito! Non è piú stato lo stesso dopo... ora è rinchiuso a casa. Lui non è mai riuscito ad uscire dalla sua gabbia, ha chiuso tutte le finestre, non riesce neppure a vedere la felicità delle altre persone, ora.

Io, fortunatamente, dopo la Guerra, sono riuscita a volare via, lontano da quella gabbia che mi opprimeva»
Dopo quella frase, che lasciò tutti a bocca aperta, nella stanza calò un imbarazzante silenzio.
«Ora devo andare, tuo padre avrá bisogno di me!» si congedò Narcissa
«Grazie mille, ancora, per il suo racconto, signora Malfoy! Scusi se sono stata troppo... invadente!»
«Ma no! Certo che no, cara! Era da anni che avevo bisogno di raccontare tutto a qualcuno, di scrollarmi questo peso dalle spalle, grazie a te!»

Hermione sorrise in risposta
«A presto, madre!»
«Arrivederci, Narcissa!»
La salutarono in coro i due amici.
«Ciao ragazzi!» sorrise la donna, che, detto ciò, uscí dalla porta e si smaterializzò verso Villa Malfoy.

My Angel //Dramione ♡Место, где живут истории. Откройте их для себя