Una semplice risata

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Una semplice risata

Draco ed Hermione lavorarono piuttosto in sintonia quelle due brevi ore, che sembrarono volare. Ovviamente nessuno dei due perse l'occasione di punzecchiare, stuzzicare ed insultare l'altro.

«Attenta Granger! Continua ad insultarmi e proverò a tutti quanto sporco sia il tuo sangue!»
«Tentare di uccidermi? E per quale motivo se sai che ti fare fuori prima io?»
«Certo... Tu non sai di cosa io sia capace!»
«Mi immagino...» fece lei sarcasticamente.
«Incendio» sussurrò Malfoy a denti stretti e la pergamena che Hermione stringeva in mano, quella su cui avevano lavorato tutto il pomeriggio, prese fuoco.
Lei emise un urlo e si lasciò scivolare dalle mani il documento.

«Sei un vero cretino, sai?» si rivolse a Draco.
Ma con un semplice controincantesimo e un pigro movimento della mano, il ragazzo, riparò il manoscritto.
«Ti alleni spesso con questi trucchetti?» fece lei sorpresa
«Certo! Con i compiti di Tiger e Goyle, loro non sospettano mai di niente! Dopo cinque anni non hanno ancora capito che sono io a bruciarli.»

«Quindi tutte le scuse che usano con la McGranitt sono vere?» chiese lei con un ombra di curiosità e divertimento.
«Ovviamente!» rispose lui sogghignando. Ma non era il suo solito ghigno antipatico, era qualcosa di più simile ad un sorriso, anche se non lo era del tutto.

Entrambi scoppiarono in una risata, delle risa fragorose, come se fossero amici da sempre. Poi, presi coscienza di ciò che stava accadendo, si bloccarono subito e rimasero per qualche momento a scrutarsi. Stavano ridendo con il nemico.

«Scusa Granger, devo andare.»
Hermione rimase lì, in mezzo alla stanza, non sapendo cosa pensare del biondino che aveva appena lasciato la biblioteca. Tra loro c'era stata qualcosa che entrambi avevano percepito, anche se nessuno dei due sapeva cosa. Era stato come un fulmine, una scossa, un lampo. Quella risata aveva unito per sempre Draco ed Hermione in uno strano ricordo. Di certo quel giorno, in quel momento entrambi erano stati a meraviglia insieme. Ora che erano soli sentivano la mancanza l'uno dell'altra.

Avevano bisogno di parlare con qualcuno, ma entrambi non potevano raccontare niente.
Hermione, raccolti i suoi libri, uscí dalla stanza e tornò nella sua Sala Comune pensando a Draco, a lui e alla loro risata. Non avrebbe mai pensato di dirlo, ma nel suo cuore si stava aprendo un piccolo spazio per il biondo ossigenato. Aveva preso una cotta per lui, si stava innamorando del suo, da sempre acerrimo nemico: Draco Malfoy. Ciò che però non sapeva era che anche lui, dall'altra parte del castello, pensava alla medesima cosa, ignorando che Hermione provasse lo stesso.

Perché? Si ritrovò a pensare lei Se la McGranitt mi avesse messo insieme ad Hannah Abbott tutto ciò non sarebbe successo! Inoltre lei era una Mezzosangue, una "razza" secondo lui indegna di respirare la sua stessa aria, figurarsi se poteva mai prendere una cotta per lei. Non c'erano speranze.

Nei sotterranei, nel dormitorio maschile di Serpeverde, in una camera buia, un certo ragazzo dagli occhi glaciali pensava che avendo sempre insultato i Mezzosangue, lei non si sarebbe mai innamorata di lui. La cenere della sigaretta che stava fumando cadde dal mozzicone e volò via, trascinata dall'aria corrente provocata dalla finestra aperta. Draco volse lo sguardo all'esterno, uno stormo di gufi volava tubando sopra il castello, vicino alla gufiera. Si affacciò alla finestra, notando che, in cima alla torre di Grifondoro, una ragazza riccia stava ammirando gli stessi volatili, pensierosa.

My Angel //Dramione ♡Where stories live. Discover now