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Sabato 11 Novembre

"Vlahovic sono nove giornate che non segna, ha prestazioni bassissime per non dire da dimenticare. L'opzione Lukako vi sembra aperta?"

Prendo un respiro prima di dover rispondere a questa domanda. Sono mesi che lavoro qui e ho capito che qui, come all'inter, a nessuno importa dell'aspetto umano dei giocatori. Sono quantificabili in prestazioni e percentuali, che senza saperlo stanno uccidendo quei giovani innamorati del calcio.

"La Juventus crede fino alla fine nei suoi giocatori. Crede e darà sempre opportunità ad un giovane che sta passando un periodo buio. Non si vince sempre e noi ne siamo ben consapevoli, ma come la stessa Juventus ha vissuto periodi neri e i suoi fan l'hanno continuata a sostenere così la Juventus fa con i suoi ragazzi."

Non era proprio quello che avrei dovuto dire, forse ho usato troppa enfasi e acidità, ma da quando sono qui sono venuta a contatto con tutti questi ragazzi e mi hanno dimostrato tutti a loro modo che meritano di avere addosso questa maglia.

Abbandono la sala stampa solo dopo che anche il mister l'abbia fatto, trovandomi fuori dai riflettori più arrabbiata che mai.

"Mi danno un fastidio questi! Come minimo per prendersi la loro laurea di merda in giornalismo sono stati fuoricorso per tre anni"

Max, l'allenatore, non cela la risata dovuta al mio sfogo per nulla professionale. Anche lui tende a proteggere i suoi sotto i riflettori, quindi può capire la mia ira.

"Ora fai un bel respiro e vai che devono fare le interviste. Per come sono assatanati inizieranno a fare domande che non devono"

Io annuisco eseguendo il consiglio con un discreto successo. Indosso gli occhiali mentre, seduta vicino al giornalista, ascolto le domande che vengono poste ai protagonisti della partita.

"Allora Fabio sensazioni sulla partita"

Sorrido a quel dolce sorriso di Fabio. È un'orsacchiotto e proprio non riesco a non volergli bene.

"Fare gol è stata ovviamente un motivo di orgoglio ma ciò non sarebbe stato possibile grazie al supporto del mister e della squadra"

Il momento critico arriva proprio quando ad essere interpellato è Dusan.

Prima che possa sedersi, lo afferro per un braccio avvicinandomi al suo orecchio.

"Calmati"

Lo percepisco da lontano quando è nervoso. Ormai ho imparato a conoscerlo perché lui, assieme a Nicolò sono state delle vere e proprie gatte da pelare. Gestire le loro situazioni mediatiche è più complicato di risolvere qualche problema dell'umanità.

Risponde a monosillabi facendo fuoriuscire la sua rabbia. Non se la prende nemmeno con gli altri, ma solo e soltanto con se stesso.

Fortunatamente essendo l'ultimo facciamo velocemente e con la stessa rapidità mi ritrovo seduta nel pullman della squadra.

Affianco a me si siede Fabio che appoggia tranquillamente la testa sulla mia spalla.

È un videochiamata con India, la sua fidanzata nonché mia amica. Abbiamo stretto facilmente grazie alla sua gentilezza e la sua dolcezza.

"Ciao India, hai visto quant'è bravo il tuo campione?"

"Non gasarlo che poi si monta la testa"

Il ragazzo fa una linguaccia passando poi ai saluti, in quanto la stanchezza si fa sentire.

Firenze e Torino non sono lontanissime quindi partiamo la sera stessa.

"Ci credi alle parole che hai detto in conferenza?"

Mi domanda Fabio sottovoce, quando ormai quasi tutti hanno ceduto al sonno.

"Si Fa, credo in tutti voi e soprattutto in lui. Lo vedo quanta voglia ha, quanta determinazione ha."

"E per forza credi in lui"

Ammicca. Ormai da qualche settimana a questa parte alcuni dei miei amici credono che tra me e il serbo possa esserci qualcosa che vada oltre l'amicizia. Ciò che li ha spinti a credere in questa idiozia è questo attaccamento che io provo nei suoi confronti. Non è colpa mia che certe volte mi rivedo in lui. Per questo gli tendo sempre una mano. Poi, secondo Manuel, anche lui ha questo grande occhio di riguardo nei miei confronti solo perché si offre di venirmi a prendere ogni volta che dobbiamo uscire con il gruppo.

"Pensa a dormire, idiota"

Fortunatamente mi da retta. Ci siamo scambiati di posto poco fa visto che si trova meglio dal lato del finestrino, quindi ora che dorme beato mi addentro nel fondo del pullman dove so di trovare chi sto cercando.

Solitamente fa parte di quelli dell'ultima fila che adorano festeggiare con l'utilizzo della cassa e di tanta energia, ma non sono sorpresa di trovarlo da solo con le cuffie all'orecchio.

"Dudu, posso?"

Non parla semplicemente sposta il borsone a terra. So che non mi dirà nulla, ma so che gli fa piacere il silenzio condiviso con me.

Mi offre una cuffia come per dirmi che non è arrabbiato con me.

"Dudu?"

"Mh?"

Mi guarda giusto con la punta dell'occhio e io con non so quale coraggio gli dico quello che ho pensato.

"Scommetto che alla prossima segni, me lo sento"

Lui scuote la testa, forse infastidito. Diciamo che non è il massimo parlare di ciò che piano piano la sta distruggendo.

"E cosa scommetti, sentiamo"

"Mi farai guidare la tua porsche"

Lui mi guarda come se avessi appena detto di essere incinta dello spirito santo.

"Se non segno al massimo te la faccio guidare così sono più spronato"

"Vedi? Stai iniziando a pensare che sei ancora capace di segnare. Facciamo così, se non segni guido la tua porsche se invece segni mi devi cucinare quei cosi strani che ti mangi"

"Io non ci guadagnerei in nessun caso"

"A me che importa?"

Con questa battuta riesco a strappargli anche una risata e ciò mi rende soddisfatta. Alla fine mi perdo anche io nel sonno e quando siamo arrivati a Torino non mi sorprendo del fatto che a svegliarci sono gli altri.

"Eravate proprio carini"

Manuel mi fa sapere la sua idea con tanto di foto scattata mentre dormivamo. Io inconsciamente mi ero addormentata con la testa sulla sua spalla.

➸Last first kiss || Dusan VlahovicWhere stories live. Discover now