10.

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Dopo una lunga intensa giornata di lavoro appresso a quei pazzi, stasera abbiamo deciso di svagarci un po' andando in un locale e in seguito a ballare. Non chiedetemi come sono riuscita a convincere Thessa a lasciare per una sera il piccolo Theo dai suoi genitori, eppure ci sono riuscita.

Capisco il suo attaccamento, so che adesso il centro del suo mondo sono Manuel e Theo, ma sono convinta comunque che abbia bisogno di tempo per se stessa. I primi mesi staccarla dal piccolo era impossibile, ora invece sta piano piano cominciando a creare un equilibrio nella sua vita.

Un vestitino a tubino rosso stringe il mio corpo, mentre dei tacchi che mi faranno dannare sono allacciati ai miei piedi. Sono pronta e in attesa che Dusan passi a prendermi.

Ormai è scontato che sia lui a farmi da uber, non so se lo facciano apposto oppure è un riflesso involontario, ma rimane il fatto che danno per certo che a prendermi passerà sempre il serbo.

Dopo gli ultimi avvenimenti, di cui lui non è ne è minimamente a conoscenza, ho tenuto un po' le distanze. Lui nota solo l'allontanamento, ma non ne capisce il perché dato che ovviamente non sa leggermi nella testa.

Ho avuto paura e come spesso accade, tendo a prendere decisioni illogiche per tornare nella mia confort zone. Poi la chiamata con Nicolò è stato l'ennesimo auto convincimento che nulla fosse cambiato.

Il telefono squilla distraendomi dai miei pensieri, è Dusan.

Un solo messaggio mi avverte di scendere, quindi mi appresto a chiudere la casa in fretta e furia per raggiungerlo il prima possibile.

"Ciao"

Mormoro in imbarazzo poiché l'ho letteralmente ignorato anche stamattina. Insomma non gli rivolgo la parola da tre giorni, è ovvio che ritrovarmi da sola con lui mi fa agitare.

Non avevo messo in mezzo però un fattore: Dusan è uno dei più grandi permalosi che io conosca. Con la musica puntata a 14 su 20, non mi rivolge nemmeno una parola. Nemmeno il saluto, se per questo.

Guida guardando dritto di fronte a sé, lasciandomi crogiolare nel sedile di fianco a lui. Era quello che volevo, ma adesso non ne sono più convinta.

"Dusan?"

Silenzio tombale. Cioè silenzio tombale da parte sua, Maluma continua a cantare Felices lo 4 indisturbato.

"Dudu?"

"Adesso mi rivolgi la parola, mh?"

È nervoso e mo capisco da come il braccio che mantiene il volante ha le vene in risalto. Le bocche poi sono bianche per quanto stia stringendo il volante della porsche.

Non so come ribattere perché ha effettivamente ragione, non posso negare i provare a giustificarmi, poiché dovrei ammettere cose che non so nemmeno cosa siano.

"Mi dispiace"

Quindi inventare è la soluzione migliore. Qualcuno lo chiamerebbe mentire, ma per me è inventare così che mi senta meno in colpa.

"Di cosa ti dispiace, Camilla?"

"Sono stata un po' giù ultimamente, quindi mi sono allontanata un po' da tutti"

Rispondo vaga, ma è palese che lui non creda a nessuna delle mie parole.

"Queste stronzate a chi le vuoi raccontare?"

Finalmente mi guarda, ma preferirei che non l'avesse mai fatto poiché i suoi occhi scuri si scagliano con violenza e risentimento sulla mia figura. Forse non è solo il suo essere permaloso, ma probabilmente l'ho ferito e facilmente capisco il perché.

Siamo sempre stati amici, ma ultimamente avevamo fatto un level up nel nostro rapporto iniziando a mostrare i nostri veri noi all'altro.

"Senti, non mi voglio rovinare la serata"

"Va bene, scusami"

Da lì in poi fino a quando non arriviamo al locale, non ci rivolgiamo più la parola. Mi limito a guardarlo di tanto in tanto, ma nulla più.

Arriviamo che troviamo già Thessa e Manuel, quindi riusciamo a prendere posto a lati opposti del tavolo.

"Problemi in paradiso?"

Mi domanda quindi Thessa, che ha notato da subito qualcosa di strano tra noi. Stiamo aspettando l'arrivo di Federico, Lucia, Weston, Fabio ed India.

"No no, tutto apposto"

Non voglio rovinare ad altri la serata con questa litigata, quindi subito cambio discorso chiedendole della sua giornata.

Mi perdo nei suoi discorsi sul suo bambino, su come la sua vita sembra essere perfetta e un po' mi sento in difetto. Ci passiamo due anni, eppure le a venticinque anni sembra essere al top. Sembra essersi già realizzata in ogni campo possibile, lavorativo o personale che sia.

E la cosa che più mi disturba che pensavo di esserlo anche io quasi un anno fa. Aspettavo con ansia un anello, o chissà, un gesto d'amore che mi sentivo in diritto di avere ma che in realtà era solo una grande menzogna.

Ogni tanto, però, mi cade l'occhio sulla figura possente di Dusan che all'interno della sui maglione oversize chiacchiera animatamente con Federico e con Weston. Il tavolo ormai è pieno, così come le nostre pance da lì a poco.

La serata è tranquilla e piacevole, ma non abbastanza da far passare quel malcontento che attanaglia il mio stomaco a causa della litigata. Sento la necessità di chiarire, o almeno di avere nuovamente a che fare con lui e, per limitarmi, decido di andare fuori a fumare senza richiedere la compagnia di qualcuno.

Eppure, mentre l'accendino cerca di far fuoriuscire la fiamma dalla sua estremità superiore, una presenza alle mie spalle sembra essere pronta a scambiare due chiacchiere con me.

"Che succede, Cami?"

È Federico ad affiancarmi sulla terrazza di quel lussuoso locale.

"Nulla di che, perché?"

"Ho notato Dusan nervoso e tu che lo guardavi come un cane bastonato"

Aggrotto le sopracciglia, per la definizione che mi è stata affibbiata dal numero sette.

"Ma quale cane bastonato, Fede"

"Si facevi il musetto come lo fa la mia cagnolina"

Si avvicina a me tenendosi tra le estremità delle dita parte della mia guancia. Lo lascio fare, sapendo quanto adori dare fastidio con battute e provocazione le persone.

"Sei uno stronzo"

"Uno stronzo a cui vuoi bene, o sbaglio?"

"Non posso negare"

Allarga le braccia facendomi intuire di volermi abbracciare e io subito mi ci fiondo dentro, trovando la tranquillità che avevo perduto all'inizio serata.

"Mi ha raccontato tutto, mi ha detto quanto ci sia stato male e soprattutto mi ha detto che si sta facendo un sacco di pare. Pensa che tu, dopo aver saputo certe cose sulla sua ex, possa pensare determinate cose negative su di lui. Vedendo poi che lo ignoravi, si è subito messo sulla difensiva"

Mi racconta, permettendomi di ampliare il mio punto di vista. Non è quindi solo preso male per l'allontanamento, ma soprattutto per la paura che io abbia cambiato idea su di lui.

Grazie a Federico capisco di dover agire, di dover fare un passo in avanti verso il serbo.

➸Last first kiss || Dusan VlahovicWhere stories live. Discover now