22.

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"Ma tu sei pazza, vieni a stare da me altro che hotel!"

A causa di un malumore del piccolo Theo, sono sola all'aeroporto a prendere Benny. È più bella che mai, sembra essere rinata dopo il periodo buio attraversato a causa della rottura con Federico.

"Non voglio essere di disturbo"

"Non so dalle tue parti, ma da me l'ospitalità non è solo finta gentilezza. Quindi non farti problemi"

"Mi sei mancata, Cami"

Il mio sorriso è radioso, non posso contemplare quanto mi sia mancata questa ragazza che a causa della distanza ho visto sempre meno.

L'aiuto a caricare la valigia nella mia macchina, partendo poi alla volta di cinque giorni di puro divertimento.

Se solo fossi stata più razionale come mio solito, avrei evitato tutto quello che sarebbe successo a causa di Benedetta.

La sua aria da angelo ha sempre ingannato tutti, quando in realtà è sempre stata colei che trascina gli altri nelle situazioni più disperate.

Dopo averla aiutata a sistemare le sue cose nella mia camera degli ospiti, subito programmiamo la giornata. La mattinata la trascorreremo separate, lei con Thessa ed io a lavoro.

Così infatti è, solo alle quattro ci ritroviamo tutte e tre. Theo starà con la mamma di Manuel, mentre noi tre andremo prima a cenare al sushi e poi in discoteca.

"Allora che mi racconti? Nicolò?"

Io e Thessa ci scambiamo uno sguardo stranito, in fondo è stata avvertita delle novità. O meglio, sa della brutta rottura e l' avvicinamento con Dusan.

"Dovresti chiederle di Dusan, magari"

La butta sul ridere la mamma del gruppo, ma subito viene corretta.

"No, no. Di Nico. Capisco le brutte cose che ha fatto, ma stavate così bene insieme"

"Si, stavo proprio bene con le corna. Che dici Benny?"

Non volevo risultare antipatica, soprattutto con una delle ragazze che più trovo simpatiche nel gruppo. Eppure lei sembra così convinta delle sue idee.

"Sarò strana io, ma non ti ci vedo bene con Dusan"

"Invece dovresti vederli, sono stupendi"

Alla fine abbandoniamo questa conversazione poiché sembra essere abbastanza fuori luogo e, onestamente, mi mette anche molto a disagio.

Dopo esserci preparate siamo pronte per LA serata. Finalmente il trio si è riunito e nulla sarà capace di rovinare questa giornata.

Proprio per questo Benedetta dice esplicitamente di staccare i telefoni e di non pensare ai nostri uomini così da poterci divertire senza nessun problema.

La discoteca scelta è una di quelle che il e Thessa spesso frequentiamo con i ragazzi, così da poterci sentire comunque tranquille. Non si sa mai cosa può succedere, meglio partire prevenute che pagare le conseguenze.

Anche se nel 2023 non dovremmo aver paura di stare da sole.

"Su su, muovi quel culetto"

Mi incitano le mie amiche, quando ormai brilla se non ubriaca quanto loro, mi muovo a ritmo della musica. Non riusciamo a contenere la nostra euforia, finendo ad esagerare fin troppo con l'alcool.


Mi risveglio con un mal di testa martellante e sensazione di essere ancora troppo stanca per riuscire ad aprire gli occhi. Va bene che di sbronze ne ho prese poche nella mia vita, ma mai cosi intense tanto da avere fuori di memoria sulla serata precedente.

A fatica mi alzo, cercando di trovare l'equilibrio giusto per stare in piedi e con difficoltà mi trascino fino alla cucina dove Benedetta sembra essere più sveglia e attiva che mai.

"Ce ne hai messo di tempo per svegliarti"

"Non ne parliamo proprio, sono distrutta"

"Ti stai facendo vecchia, C"

Mi offre con un sorriso smagliante una tazza di caffè bollente, che attendo di bere per evitare di ustionarmi.

"Che è successo ieri sera?"

"Tu e Thessa vi siete date alla pazza gioia. Avevate bisogno di scappare un po' dalla vostra quotidianità."

Si siede di fronte a me nell'isola della cucina, guardandomi con i suoi occhi chiari penetranti.

"Mi sei mancata molto, B"

"Mi dispiace di non esserci stata in questo periodo, ma ora sono qui per rimediare"

"Non devi, avevi anche tu i tuoi problemi"

Fa il giro dell'isola per venirmi ad abbracciare, con una dolcezza immane. Forse tra le tre lei è quella più sensibile e capisco facilmente il perché. Ha paura di essere raggiunta via dalle nostre vite a causa dell'allontanamento, quando in realtà per noi tutto è sempre uguale.

Il suo sospiro mi fa intuire però che ha altro da dire, quindi le domando cos'altro ci sia.

"Secondo te, potrei tornare a far parte della vostra quotidianità?"

"Certo, perché non dovresti?"

"Non vorrei mettervi i bastoni tra le ruote. Voi ormai avete la vostra vita e non mi sembra ci sia più spazio per me"

"Sei fuori strada B, ci sarà sempre un posto per t-"

Il campanello suona, interrompendo la conversazione proprio sul momento più melodrammatico.

Anche se in condizioni pietose, decido di andare ad aprire alla porta di casa. Chi sarà mai a quest'ora? Non ne ho la più pallida idea. Ma, se è per questo, non so nemmeno che ore siano in realtà. Per fortuna oggi è il mio giorno libero.

"Cami"

➸Last first kiss || Dusan VlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora