Quindici.

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Non sono mai stata una di quelle persone che restano

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Non sono mai stata una di quelle persone che restano.

Non resto ferma, non resto a subire, non resto a marcire e non resto a morire dentro giorno dopo giorno, aspettando risposte che non arriveranno mai.

Io sono una che va, anche quando il mondo mi sputa in faccia che forse non c'è abbastanza spazio per quelli come me: affamati e disperati.

Per questo non riesco a capire perché me lo sento ancora addosso.

Se chiudo gli occhi, vedo i suoi sempre troppo espressivi. Se smetto di respirare, sento il suo respiro scivolarmi sulla pelle come cera fluida. E se premo le labbra, giuro di poter rabbrividire al sapore delle sue che mi hanno a malapena sfiorata.

Ho provato a lavarti via con due docce, ma forse tu sei uno che resta.

«Stai bene, Tea? È tutto il giorno che te ne stai sulle nuvole».

È la voce di Levi a riportarmi con i piedi per terra. Sarà stata l'ennesima volta che è successo oggi, visto e considerato che ormai siamo anche diventati compagni di banco.

Sbatto le ciglia, guardando la strada che scorre davanti a me, e sprofondo un po' nel sedile di pelle. «Sì, sto bene. Sono solo stanca, stanotte ho dormito male».

«Ci credo. Sei stata a studiare fino all'una», si intromette Rebecca dai sedili posteriori. «Non puoi capire, Levi. Stamattina girava per casa come una pazza, mi sembrava di stare in Shining».

Già, appena rientrata dopo l'incontro con Nicholas, ho seppellito la testa fra i libri nella vana speranza di distrarmi. Per un po' ci sono anche riuscita. Peccato però che guardare mia sorella in faccia senza sentirmi una merda non sia altrettanto facile.

«Cosa?». Levi mi lancia una veloce occhiataccia. «Avevi studiato e hai lasciato comunque che quella stronza di fisica mi interrogasse? Ho preso tre e mezzo, Altea, che diavolo».

«Beh, studia anche tu la prossima volta».

«Vaffanculo. Col cavolo che ti riaccompagno a casa domani».

Ridacchio smaniosa e mi sporgo a lasciargli un bacio sulla guancia per farmi perdonare, a cui lui risponde con un sorrisetto divertito. «Sei il migliore, lo sai».

E lo penso davvero. Levi ha un cuore così grande che a volte mi spaventa. Mi spaventa il pensiero di qualcuno che potrebbe farglielo a pezzi. Lui si merita solo cose belle.

«E tu sei una paraculo».

Mi ritrovo a ridere nuovamente, mentre Reb si sporge tra i sedili per cambiare musica, facendo così lamentare Levi che viene schiacciato contro il finestrino. Non che a lei importi, comunque. Gli fa il verso e non si toglie finché non trova la sua amata Taylor Swift.

«Santo Dio», borbotta il ragazzo. «Non riaccompagnerò mai più nemmeno te, Satana».

«Zitto, guida e apprezza l'arte».

My BabyWhere stories live. Discover now