23. La via della guerra

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L'annuncio dell'attacco a Ganshada arrivò mentre Havard era ancora in riunione con i suoi capitani.

«I guerrieri del Clero hanno circa seicento guerrieri e due inquisitori, ma grazie alle bacchette i nostri sono riusciti a respingere il primo attacco» riferì il messaggero.

Il pallido ascoltò senza lasciar trapelare particolari emozioni.

Con quell'attacco simultaneo a lui e alla città di Ganshada, il Clero aveva messo in chiaro che non intendeva più sottovalutarlo, ma che era pronto a una guerra su vasta scala per soffocare il nuovo regno che stava emergendo.

«Sommo Havard, dobbiamo andare a Ganshada?» chiese uno dei suoi capitani.

«No. Abbiamo già un nemico da affrontare, e non possiamo lasciare che ci insegua fino a Ganshada. Ma soprattutto una sola armata, per quanto forte, non può proteggere un intero regno: gli uomini che ho lasciato a Ganshada devono farcela da soli, e grazie alla rete di rifornimenti che ho costruito ci riusciranno.»

«Sommo Havard, quali ordini devo riportare?» domandò il messaggero.

«Nessun nuovo ordine, restano valide le disposizioni che ho dato al governatore: devono barricarsi in città e impedire al nemico di entrare. I guerrieri del Clero non riusciranno a mantenere l'assedio a lungo, e intanto arriveranno i nuovi riferimenti per gli uomini di Ganshada. E assicurati di fargli avere questo messaggio: non importa quanto il nemico sia forte e numeroso, finché seguono il mio piano, riusciranno a sconfiggerlo. È questo che li rende invincibili.»

Il messaggero, colpito dalla sua autorevolezza, annuì. «Sì, sommo Havard! Parto immediatamente per riferire il messaggio!»

Senza perdere altro tempo si voltò e corse via.

«Prendete le altre mappe, dobbiamo prepararci a una guerra su più fronti» proseguì il pallido rivolto ai capitani. «Il Clero ha il vantaggio dei numeri, per ora, ma questo renderà solo più imbarazzante la loro disfatta.»

Come richiesto, i suoi subordinati stesero sul tavolo varie mappe, così da avere una panoramica di tutti i territori sotto il controllo del figlio di Hel.

Il primo dettaglio che saltava all'occhio era una netta distinzione tra un gruppo disegnato con mano precisa e ricco di dettagli, e un altro gruppo più rozzo e disomogeneo. Probabilmente l'unica che apprezzava quella discontinuità era Tenko, dato che era stata lei a disegnare le mappe migliori.

«Il Clero ci sta attaccando su più fronti per trarre vantaggio dalla sua superiorità numerica, e quindi anche noi dovremo dividerci» iniziò il pallido. «La differenza è che noi lo faremo in maniera molto più strategica.»

Puntò il dito sulla loro posizione.

«La mia unità sarà la più numerosa e avrà il compito di espandere il regno, ma all'occorrenza dovremo anche misurarci con le armate del Clero per cercare di ridurre le loro forze.»

Mosse la mano sulle città e sui villaggi ai margini del suo dominio.

«Le unità difensive, formate soprattutto da fanti, si occuperanno di dare man forte alle città di confine, che saranno i principali obiettivi del Clero. Al contrario delle truppe stanziate nei singoli centri abitati, la loro posizione cambierà in base alle conquiste portate a termine dalla mia unità, così da trovarsi sempre sulla prima linea di difesa.»

Age of Epic - 2 - La progenie infernaleWhere stories live. Discover now