8. Risolutezza

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«Il vostro è davvero un obiettivo molto nobile, ma cosa farete quando troverete qualcuno che non è d'accordo con voi?» gli chiese Nambera.

«Lo convincerò che ho ragione» rispose Havard, ancora adolescente.

«E se non vorrà ascoltarvi?»

«In quel caso dovrò costringerlo.»

«Ad ascoltarvi o a darvi ragione?»

«Entrambe le cose.»

Nambera annuì. «Scusatemi se insisto, ma devo chiedervelo: lo farete pur sapendo che questo vi renderà suo nemico? Che ai suoi occhi apparirete come un dittatore?»

Il giovane orco si prese un attimo per ragionare. «Il mio obiettivo è creare un mondo migliore per tutti, non intendo fermarmi se una minoranza non è d'accordo.»

«E se fosse la maggioranza a esservi contraria?» insistette l'anziana.

Havard rifletté su quell'ultima obiezione. «Allora dovrò sconfiggerli tutti e costringerli a seguirmi. Solo così capiranno che ho ragione.»


Havard riuscì a intuire appena in tempo le intenzioni dei suoi avversari ed evocò una barriera intorno a sé. Gli incantesimi degli orchi arrivarono da ogni direzione, ma la sua difesa resse; per quanto fossero numerosi i suoi nemici, restavano pur sempre dei comuni mortali, lui invece era un dio: non sarebbero mai riusciti a sconfiggerlo.

Appena l'offensiva si affievolì, il pallido passò al contrattacco: batté a terra il suo bastone e un'onda gelida esplose in ogni direzione, investendo i guerrieri e facendoli cadere a terra. Uno strato di brina si allargò sui loro corpi muscolosi, rallentandone i movimenti e fiaccandone la determinazione.

Alcuni erano riusciti a resistere o a ripararsi in qualche modo, ma il figlio di Hel non intendeva concedere loro alcuna tregua: puntò il suo bastone contro di loro, scatenando la magia di putrefazione. Per quanto fossero forti e resistenti i suoi nemici, nessuno sarebbe riuscito a difendersi dalla necrosi.

Udì un ruggito e vide il suo drago che si scrollava di dosso lo strato di brina. Anche lui, come gli ordogue, era stato investito dalla magia del pallido, ma per fortuna sembrava stare bene.

«Scusa, amico mio.»

Il drago spalancò le fauci e sputò un getto di fiamme contro un gruppo di orchi pronti ad attaccare.

Alcuni ordogue erano già stati uccisi e gli altri erano ancora storditi dal gelo, ma per fortuna la sua cavalcatura era in grado di combattere.

Havard individuò un altro orco armato di bacchetta e lo finì prima che questi potesse attaccare. Allo stesso tempo, il suo drago incenerì un manipolo di guerrieri pronti ad aggredirlo con le loro armi da mischia.

Ormai aveva ucciso almeno la metà dei difensori, quindi i sopravvissuti cominciarono a esitare. Sapevano di dover lottare, ma quella più che una battaglia sembrava un massacro.

«È inutile continuare a combattere!» affermò Havard. «Potete morire qui e adesso, o potete condurmi dal vostro capo!»

I difensori erano incerti. Si guardavano a vicenda, ma nessuno riusciva a prendere una decisione: il capo dei guerrieri era a terra, e nessuno voleva assumersi la responsabilità di farlo entrare in città.

Age of Epic - 2 - La progenie infernaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora