22. Nemico naturale

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«La tua stupida rivolta finisce qui, assassino» sentenziò l'inquisitore di Huitzilopochtli dall'alto del suo imponente drago corazzato.

Havard digrignò i denti. Ma doveva restare concentrato. Il suo nemico era riuscito a curare in un istante tutti i suoi alleati, e non l'aveva fatto attingendo alla benedizione di Kamrušepa[15] o a quella di un altro dio: quello che aveva usato era un altro tipo di potere, qualcosa di cui il figlio di Hel aveva solo sentito parlare.

Havard scagliò l'incantesimo di putrefazione, l'inquisitore venne colpito in pieno e non riuscì a trattenere un grugnito di dolore. Mentre il suo corpo si decomponeva, riuscì a tirare le briglie, facendo allontanare la sua cavalcatura.

Il pallido non lo inseguì, ma lo osservò con attenzione da lontano: come temeva, la magia di guarigione del suo nemico era abbastanza forte da neutralizzare la sua putrefazione. Gli restava una sola chance per avere la meglio.

Il suo drago corazzato si voltò e ringhiò minaccioso, segno che gli altri inquisitori stavano arrivando: doveva agire subito.

Il figlio di Hel evocò la magia di ghiaccio attraverso il suo bastone, formando un arsenale di grosse punte e dischi affilati. Li scagliò con forza, ma il drago del nemico sollevò un'ala e li bloccò.

Non c'era più tempo: Havard evocò una barriera e una vampata impattò su di essa, facendo ruggire la sua stessa cavalcatura.

Doveva andarsene. Tutti i suoi uomini dovevano andarsene.

Si collegò mentalmente alle sue truppe e inviò loro un messaggio breve, semplice e che non ammetteva repliche: "Ritirata. Torniamo a Varn."

Con un'altra raffica di ghiaccio il figlio di Hel allontanò i draghi degli altri inquisitori e poi fece scattare il suo corazzato per prendere il volo. Mentre la sua cavalcatura si sollevava da terra, Havard lanciò un rapido sguardo ai suoi: stavano ripiegando in città, poi avrebbero usato l'ingresso dal lato opposto per raggiungere il vicino villaggio di Varn, situato a est di Kyrehsa. Se riusciva a tenere occupati gli inquisitori, forse avrebbe avuto ancora un esercito per continuare la sua guerra.

Di nuovo Havard evocò uno scudo per proteggersi dal fuoco degli inquisitori e dai loro incantesimi, fece virare il suo drago corazzato sopra la città e poi si allontanò verso nord. I cavalieri del Clero non esitarono un attimo e si misero tutti e tre al suo inseguimento, ignorando completamente il resto delle truppe.

Era chiaro a tutti che una volta eliminato il figlio di Hel, l'intera rivolta sarebbe rapidamente scemata.


Tenko sapeva che gli inquisitori erano troppo impegnati per fare caso a lei, ma avvertì comunque la necessità di nascondersi quando li vide sfrecciare sopra la città. Era arrabbiata e triste per la perdita della sua viverna, ma era anche spaventata: un solo secondo di ritardo a evocare l'intangibilità, e anche lei ora sarebbe un mucchio di cenere.

Era ancora immobile all'ombra di un edificio quando avvertì le parole di Havard nella sua testa: "Ritirata. Torniamo a Varn."

In un primo momento rimase molto stupita, poi però si rese conto che era inutile continuare quella battaglia: avevano perso tutte le viverne, e Havard – per quanto fosse forte – non poteva affrontare da solo quattro inquisitori. O forse sì? Non era forse un dio?

Age of Epic - 2 - La progenie infernaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora