We, Ourselves and Us

By JoTheStrange

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[WRITOBER 2020] Una raccolta di One Shots, ognuna incentrata su un personaggio diverso. Un viaggio introspett... More

Mirror, Mirror... (Jordan Greenway)
Illusione di un secondo (Silvia Woods)
Luce e Calore (Nelly Raimon)
Il Lungo Ritorno (Hurley Kane)
Solo uno scherzo (Scott Banyan)
Vita da Papà (Mark Evans)
Fine del Viaggio (Victoria Vanguard)
Sensi di colpa (Bobby Shearer)
Lo scarponcino d'argento (Axel Blaze)
Tra due fuochi (Paolo Bianchi)
Proiettare la Rabbia (Dvalin)
Nell'abisso più profondo (Nathan Swift)
Orgogliosi di me (Shawn Frost)
Per te, papà (Xavier Foster)
Baci scintillanti (Suzette Hartland)
Un'ombra dal passato (Jude Sharp)
Forse, un giorno... (Erik Eagle)
Vietato perdere (Archer Hawkins)
Sconfitto, Umiliato, Distrutto (David Samford)
Anime Spezzate (Lina Shiller)
Ad Maiora (Caleb Stonewall)
Voglia di riscatto (Torch)
Il peso della disperazione (Todd Ironside)
Nostalgia di casa (Austin Hobbes)
Io così simile a te (Celia Hills)
Raggio di Sole (Ray Dark)
Sul tetto del mondo (Mark Krueger)
Fuori controllo (Byron Love)
Tra le braccia di Morfeo (Camelia Travis)
Nemici Amici (Kevin Dragonfly)

Frammenti di adolescenza (Darren Lachance)

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By JoTheStrange


Ø Character: Darren Lachance

Ø Propmpt: Pagine

Ø Song: Stressed Out (Twenty One Pilots)

Darren recuperò tre scatoloni di cartone dalla cantina di casa e, con una buona dose di fatica, li portò al primo piano, in camera sua.

Era in super ritardo: il pomeriggio del giorno successivo sarebbe partito alla volta dell'università, pronto per iniziare una nuova fase della sua vita, eppure non aveva ancora iniziato a preparare nulla del necessario da portare con sé.

Di solito, lui era un tipo preciso, ben organizzato, che non si riduceva mai all'ultimo secondo per fare qualcosa, ma questa volta era diverso. Forse, una parte di sé, quella più profonda, nascosta e ancora ancorata al passato, non era così entusiasta di andarsene dalla sua città natale e, soprattutto, dalla sua vecchia scuola.

Ancora non poteva crederci che di lì a due giorni non sarebbe ritornato tra i banchi della Fauxshore, quella scuola che lo aveva accompagnato sin dalla prima media. Non avrebbe più giocato a calcio con i suoi compagni di squadra, quei ragazzi fantastici che per primi avevano visto in lui un certo talento e lo avevano aiutato a coltivarlo. Forse non avrebbe giocato più a pallone, non a livello agonistico, come aveva fatto negli ultimi anni. Pregò con tutto sé stesso che l'università avesse un club di calcio.

Darren si scosse dai suoi pensieri e, una volta aperto il primo scatolone, spalancò l'armadio e iniziò a pensare a che cosa gli sarebbe servito per l'università. Impilò ordinatamente una decina di T-shirts sul letto e poi le infilò nello scatolone, dividendo quelle di colore scuro da quelle chiare e colorate. Proseguì allo stesso modo anche con gli altri indumenti, separando i pantaloni leggeri da quelli pesanti, i maglioni dalle felpe sportive e riponendo con maggior cura quegli abiti più formali che potevano servirgli in occasioni particolari.

Quando ebbe finito, notò che il suo armadio era quasi del tutto spoglio, salvo per alcuni indumenti vecchi, rovinati o che non gli andavano più.

-E ora, veniamo ai cassetti! – disse Darren tra sé, accingendosi ad aprire il primo ripiano della cassettiera.

Rimase di stucco quando vide cosa era riposto all'interno del primo cassetto, dove era convinto fossero racchiuse le scarpe, le ciabatte e i sandali estivi. In un angolo, perfettamente ripiegate su sé stesse e avvolte nel cellophane trasparente, giacevano una divisa da portiere grigio-arancione completa di guantoni e una tuta sportiva dagli inconfondibili colori bianco-blu e giallo.

Il cuore di Darren perse un battito non appena vide il contenuto di quel cassetto. Era sicuro che sua madre avesse buttato tutto in soffitta anni prima, subito dopo la fine del Football Frontier International e invece no. Quella divisa e la tuta rappresentavano senza dubbio il periodo più bello della sua vita, quando era stato scelto come secondo portiere della nazionale giovanile giapponese e aveva raggiunto la vetta del calcio mondiale insieme ai suoi amici dell'Inazuma Japan.

Rimase ancora più stupito quando si accorse che sul fondo del cassetto, pieno di polvere e spiegazzato, c'era un quadernetto grigio logoro e dalle pagine consunte. Con mano tremante, Darren lo afferrò e iniziò a sfogliarne le pagine, sentendo un brivido corrergli lungo tutta la schiena. La calligrafia indecifrabile di David Evans, il nonno di Mark, era ancora visibile nonostante fossero passati quasi 50 anni da quando aveva compilato il quaderno. Scarabocchi, frecce e cerchi tutt'altro che perfetti riempivano ogni singola pagina, coprendo anche i margini laterali.

Gli appunti della Mano Insuperabile.

La sua prima VERA tecnica da portiere.

Ripensò a quel giorno, quando la signorina Shiller lo promosse a portiere della Raimon per insegnare a Mark a giocare da libero, e il suo capitano gli consegnò come regalo d'incoraggiamento uno dei quaderni contenenti le tecniche segrete di suo nonno. L'emozione che aveva provato in quel momento non poteva essere espressa a parole.

Darren sfogliò ancora un po' il quaderno e accennò un sorriso malinconico. Ripose con cura il quaderno in mezzo ai suoi vestiti, affinché non subisse urti e si rovinasse ulteriormente e sussurrò: -Forse, con te al mio fianco, sarà più facile cominciare questa nuova avventura – 

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