Il peso della disperazione (Todd Ironside)

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Ø Character: Todd Ironside

Ø Propmpt: Goccia

Ø Song: Son of the Dust (Black Casino and the Ghost)

Quando la signorina Shiller aveva annunciato a tutti che Nathan aveva abbandonato la squadra e che era già rientrato a Tokio, Todd aveva visto i suoi brutti presentimenti concretizzarsi davanti ai suoi occhi. La sera prima, difatti, aveva intravisto Nathan al molo, seduto a terra e con lo sguardo vacuo, mentre il capitano gli parlava insistentemente. Aveva pensato che fosse solo un po' scoraggiato a causa della pesante sconfitta che avevano subito contro la Genesis e che le parole di Mark, in un modo o nell'altro, lo avrebbero tirato su. Non avrebbe mai immaginato una cosa del genere.

Todd si sentì improvvisamente più pesante e più triste, come se un grosso macigno fosse appena calato su di lui, opprimendolo

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Todd si sentì improvvisamente più pesante e più triste, come se un grosso macigno fosse appena calato su di lui, opprimendolo. Non riusciva a credere che un ragazzo in gamba e determinato come Nathan avesse gettato la spugna. Lui, che era stato uno dei primi ad unirsi alla Raimon – quando ancora erano solo in sette – e che aveva dato sempre il massimo in ogni singola partita, mettendoci anima, cuore e corpo, proprio lui aveva deciso di non voler più combattere.

"Perché Nathan? Perché ci hai lasciato così?"

Todd lanciò un'occhiata intorno a sé e notò che tutti i suoi compagni e le ragazze avevano un'aria affranta. In particolare, lo sguardo del capitano gli fece gelare il sangue nelle vene. Non aveva mai visto Mark in quello stato, nemmeno quando era andato in crisi a causa della Mano del Colosso. Aveva gli occhi vacui, che fissavano inerti un punto fisso davanti a sé, senza probabilmente vedere nulla, in realtà.

Il senso di sconforto del piccolo difensore aumentò – se possibile – ancora di più quando il capitano disse di non avere proprio voglia di allenarsi, in quel momento

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Il senso di sconforto del piccolo difensore aumentò – se possibile – ancora di più quando il capitano disse di non avere proprio voglia di allenarsi, in quel momento. Il Mark che conosceva non avrebbe mai detto una cosa del genere. La situazione era davvero grave.

Todd sospirò, dirigendosi con gli altri a fare allenamento, mentre iniziava ad insinuarsi dentro di sé il dubbio se Nathan avesse davvero fatto una scelta tanto sbagliata.

Todd sospirò, dirigendosi con gli altri a fare allenamento, mentre iniziava ad insinuarsi dentro di sé il dubbio se Nathan avesse davvero fatto una scelta tanto sbagliata

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La giornata proseguì grigia e triste per tutti e – come se non bastasse – iniziò pure a diluviare. Nessuno aveva voglia di ridere e scherzare, lo spettro della sconsolatezza aleggiava palesemente su ognuno di loro.

Todd seguì i suoi compagni sulla cima di un edificio della Fauxshore, dove il capitano aveva trascorso l'intera giornata fissando il vuoto e rimuginando sui suoi errori. Lo trovò seduto a terra, accovacciato su sé stesso, gli occhi privi della loro consueta lucentezza e un'aria talmente disperata che gli mise i brividi.

 Lo trovò seduto a terra, accovacciato su sé stesso, gli occhi privi della loro consueta lucentezza e un'aria talmente disperata che gli mise i brividi

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Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Dopo aver osservato lo stato catatonico in cui si trovava Mark, Todd capì immediatamente che la speranza aveva definitivamente abbandonato la squadra. Non si sarebbero più rialzati. Anche il loro più grande pilastro di positività, il loro inguaribile ottimista capitano, era crollato sotto il peso dell'esasperazione e dello sconforto.

 Anche il loro più grande pilastro di positività, il loro inguaribile ottimista capitano, era crollato sotto il peso dell'esasperazione e dello sconforto

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Todd cercò di trattenere le lacrime, non voleva affatto dimostrarsi debole di fronte ai suoi amici. Si rintanò sul tettuccio dell'autobus per riflettere sul da farsi. Se avesse lasciato la squadra così di punto in bianco, probabilmente i suoi compagni si sarebbero sentiti molto feriti. Aveva visto bene le loro reazioni alla partenza di Nathan. Tuttavia, non se la sentiva nemmeno di parlare loro apertamente. Non era un tipo coraggioso e schietto come Jude o Shawn.

"Gli scriverò un biglietto d'addio e di scuse" pensò Todd "E' l'unico modo"

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"Gli scriverò un biglietto d'addio e di scuse" pensò Todd "E' l'unico modo".

Il ragazzino si morse il labbro, sentendo una lacrima scendere sulla sua guancia. Era giusto così.

"Ora devo solo trovare la forza per farlo davvero".

We, Ourselves and UsWhere stories live. Discover now