Ad Maiora (Caleb Stonewall)

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Ø Character: Caleb Stonewall

Ø Propmpt: Cantina

Ø Song: Little Me (Little Mix)

Caleb lasciò il campo d'allenamento della Raimon e s'incamminò verso casa con quel suo solito ghigno fastidioso stampato in faccia. Non l'avrebbe mai dimostrato davanti ai suoi compagni, soprattutto davanti a quel perfettino egocentrico di Jude Sharp, ma era rimasto molto sorpreso quando il signor Hillman lo aveva convocato per il provino della nazionale.

Ed era rimasto ancora più sorpreso quando lo avevano davvero preso in squadra

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Ed era rimasto ancora più sorpreso quando lo avevano davvero preso in squadra. Quell'espressione di supponenza e arroganza che indossava quotidianamente non era altro che una maschera, ma il suo orgoglio di ferro non gliela avrebbe fatta cadere tanto facilmente davanti ai ragazzi. In realtà, non aveva mai sottovalutato i suoi compagni, sapeva bene che ragazzi come Mark Evans o Axel Blaze erano dei talenti fuori dal comune, lo aveva provato sulla sua pelle, ed era elettrizzato all'idea di poter giocare insieme a quei fenomeni.

Caleb proseguì il suo cammino, dirigendosi verso una zona suburbana di Tokio, lontana dal centro. Non vedeva l'ora di rientrare a casa e dare la notizia alla sua mamma.

Lui, Caleb Stonewall, era ufficialmente parte della nazionale giovanile giapponese. Sua madre sarebbe stata così fiera!

Se fossero riusciti ad arrivare alle fasi finali del torneo – ma lui ne era sicuro, la sua squadra era davvero formata da dei fuoriclasse – le avrebbe dedicato ogni singolo goal, ogni singola vittoria, fino al raggiungimento del titolo di campione del mondo. Era stata proprio lei, la sua amata mamma, a credere per prima in lui. Era stata lei ad insegnargli a non accontentarsi mai, a ricercare il potere e a stringerlo forte tra le sue mani senza lasciarlo più andare. Era grazie alla sua forza e alla sua caparbietà se non era finito per diventare un rammollito.

Se fosse riuscito a fare bella figura in quel torneo, una volta tornato a casa e finite le scuole, sarebbe potuto entrare a giocare nella lega professionistica o fare da allenatore per qualche squadra importante

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Se fosse riuscito a fare bella figura in quel torneo, una volta tornato a casa e finite le scuole, sarebbe potuto entrare a giocare nella lega professionistica o fare da allenatore per qualche squadra importante. Avrebbe iniziato a guadagnare un bel po' di soldi e avrebbe permesso a sua madre di vivere finalmente la vita dignitosa che meritava. Non sarebbe più stata costretta a fare due lavori e a fare i salti mortali per permettergli di andare in una buona scuola e giocare a pallone.

Caleb ripensò al momento più buio della sua vita, quando – a causa di quell'idiota incompetente di suo padre – erano stati costretti a fuggire e rintanarsi come dei ratti di fogna in uno scantinato pur di fuggire ai creditori. Avevano vissuto in quella minuscola cantina per quasi un anno, patendo il freddo, l'umidità e la povertà più becera.

Il ragazzo strinse i pugni, sentendo la rabbia montare

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Il ragazzo strinse i pugni, sentendo la rabbia montare. Lui non sarebbe mai diventato come suo padre. Sua madre non avrebbe mai più dovuto patire la fame, rinchiusa in un maleodorante scantinato per sfuggire agli errori altrui.

Caleb si perse così tanto nel labirinto dei suoi pensieri da non rendersi conto di essere praticamente arrivato a casa. Si tolse le scarpe, infilò le chiavi nella toppa e aprì la porta.

-Sono tornato! – gridò, richiudendosi l'uscio alle spalle. Lasciò gli scarponcini nella scarpiera e appese il borsone ad un attaccapanni, per poi dirigersi verso la cucina. Aveva una fame da lupi, la partita di quella mattina lo aveva affamato per bene.

Una donna esile, dal viso scavato e lunghi capelli scuri fece capolino dalla cucina, osservandolo con apprensione: -Allora, com'è andata tesoro? Mi dispiace molto di non essere riuscita a venire, avevo il turno in ospedale, questa mattina –

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Una donna esile, dal viso scavato e lunghi capelli scuri fece capolino dalla cucina, osservandolo con apprensione: -Allora, com'è andata tesoro? Mi dispiace molto di non essere riuscita a venire, avevo il turno in ospedale, questa mattina –

Caleb accennò un sorriso sghembo, per poi correre incontro alla sua mamma e stringerla in un forte abbraccio: -Ce l'ho fatta, mà. Sono in nazionale –

La signora Stonewall si portò le mani sul viso, cercando di trattenere le lacrime, e strinse più forte a sé il figlio: -Sono così fiera di te

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La signora Stonewall si portò le mani sul viso, cercando di trattenere le lacrime, e strinse più forte a sé il figlio: -Sono così fiera di te. Ora potrai dimostrare al mondo quanto vali davvero –

Caleb si beò del calore generato dall'abbraccio di sua madre e sorrise in modo sincero, calandosi la maschera d'arroganza che indossava quotidianamente con tutti

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Caleb si beò del calore generato dall'abbraccio di sua madre e sorrise in modo sincero, calandosi la maschera d'arroganza che indossava quotidianamente con tutti. Le parole di sua madre erano l'unico incoraggiamento che gli serviva, l'unica promessa che avrebbe mantenuto.

Ora era davvero pronto a sfidare il mondo.

We, Ourselves and UsDonde viven las historias. Descúbrelo ahora