We, Ourselves and Us

Io così simile a te (Celia Hills)

Ø Character: Celia Hills

Ø Propmpt: Sussurro

Ø Song: Simili (Laura Pausini)

Celia uscì dalla tenda in cui dormivano le ragazze e si sistemò a terra, appoggiando la schiena al muso dell'Autobus Inazuma. Non riusciva proprio a dormire, si era girata più e più volte nel suo sacco a pelo senza riuscire a prendere sonno.

Si accovacciò, stringendosi le gambe al petto per sentire meno freddo. L'aria della notte, lì a Kyoto, non era come quella di casa, aveva un nonsoché di fresco e frizzante, come quella che si sente dubito dopo un temporale.

Celia iniziò a fissare il terreno, riempiendosi le orecchie del silenzio tombale del posto, ogni tanto alternato al frinire dei grilli e al fruscio delle foglie causato dal vento. Se all'esterno la quiete regnava sovrana, nella sua mente il caos faceva da padrone: per tutto il giorno, non aveva fatto altro che pensare e ripensare a quel ragazzino, Scott. Quando quello studente della Cloyster aveva raccontato loro della sua triste storia, Celia aveva sentito una morsa gelida circondarle il cuore. Quel povero bambino aveva subito una sorte ben peggiore della sua. I suoi genitori erano morti in un incidente aereo, era stato il fato a separarli, ma la madre di quel ragazzino lo aveva abbandonato volontariamente.

Celia non osò nemmeno immaginare cosa fosse passato nella testa di Scott quando si era reso conto che sua madre non aveva nessuna intenzione di tornare indietro a prenderlo. Probabilmente si era sentito solo e spaventato. I suoi pensieri si approfondirono talmente tanto che gli parve quasi di sentire il pianto di un bambino in mezzo al frusciare delle foglie. Giunse alle sue orecchie come un sussurro leggero, quasi impercettibile, ma cristallino.

-Celia! Celia! – Un'altra voce la raggiunse debolmente, come un'eco lontana – Che ci fai qui fuori? –

La ragazza si scosse, realizzando solo in quel momento che la voce apparteneva a suo fratello. Jude la stava fissando con aria incuriosita, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni.

-Non riesco proprio a prendere sonno –

Jude le tese una mano, accennando un sorriso: -Dai, facciamo due passi –

I due fratelli passeggiarono per un po' nei giardini della Cloyster, osservando le meravigliose piante esotiche che crescevano al suo interno. Celia notò che tutto quanto in quel luogo pareva circondato da un'aura di calma e serenità che non aveva mai visto altrove. Non avrebbe saputo dire, tuttavia, se ciò fosse dovuto al fatto che era notte fonda o che fosse una caratteristica propria di quella scuola di Kyoto.

-Stavi pensando a quel ragazzino, non è vero? – domandò Jude, fermandosi di punto in bianco.

Celia si appoggiò ad un grosso macigno e alzò le spalle come risposta affermativa: - La sua storia mi ha davvero colpita. Sai, Jude, quando l'aereo è precipitato, io sapevo bene che mamma e papà erano morti. Solo che non riuscivo ad accettarlo, mi sembrava quasi che mi avessero fatto un dispetto sparendo così, nel nulla –

La ragazzina ripensò a quante volte si era ritrovata a piangere e sfogarsi contro il suo amato fratellone, arrabbiata e delusa per quello che era successo ai suoi genitori.

-Probabilmente, se tu non mi avessi guidata, sarei finita per diventare esattamente come Scott, arrabbiata con il mondo, incapace di fidarmi di chiunque –

Per un secondo, Celia ebbe ancora l'impressione di sentire il pianto di quel povero bambino risuonare nell'aria.

-Non dire sciocchezze. Tu sei una ragazza molto forte Celia, lo sei sempre stata. Non hai mai avuto realmente bisogno di me, sei sempre stata in grado di portare avanti le tue battaglie da sola e credo che questi sei anni in cui siamo stati lontani siano la prova di ciò che ti ho appena detto –

Celia abbracciò suo fratello, lasciandogli un bacio leggero sulla guancia. Quel gesto lo fece arrossire leggermente: -Io avrò sempre bisogno di te, non dimenticarlo mai -