[WRITOBER 2020]
Una raccolta di One Shots, ognuna incentrata su un personaggio diverso. Un viaggio introspettivo tra passato e futuro, nella mente dei nostri protagonisti durante i loro momenti di gioia, paura, malinconia e rabbia.
Spero di avervi i...
Xavier rimase solo nella stanza buia, illuminato solo dal fascio di luce blu che lo investiva dalla testa ai piedi. Non voleva darlo a vedere ma le parole di Bellatrix lo avevano realmente colpito. L'attaccante della Genesis era riuscita a scorgere nei suoi occhi un rivolo di paura.
Paura di dover affrontare la Raimon.
Paura di Mark Evans.
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Non l'avrebbe mai ammesso, ma le cose stavano così. Non si sentiva affatto tranquillo all'idea di affrontare la squadra allenata dalla sua sorellastra Lina. Era un po' di tempo, ormai, che quel tarlo si era infiltrato nella sua mente e aveva iniziato a fargli venire dubbi su dubbi.
All'inizio, quando suo padre aveva utilizzato la pietra di Alius su di lui e su tutti i suoi fratelli dell'orfanotrofio, Xavier si era sentito rinascere, inebriato da un'energia sovrumana. Era una forza innaturale, chiaramente pericolosa, ma che allo stesso tempo era in grado -apparentemente – di colmare quel vuoto che portava da anni dentro di sé. Si sentiva invincibile ed era onorato che suo padre avesse scelto proprio lui come capitano della squadra più potente di tutte.
Ma quando aveva iniziato a vedere le squadre dell'Alius Academy cadere una dopo l'altra a suon di gol sotto i colpi della squadra guidata da Mark Evans, qualcosa lo aveva fatto riflettere. Se erano davvero invincibili come papà gli aveva detto, com'era possibile che quella squadra in tenuta giallo blu riuscisse a sbaragliare ogni avversario? Certo, anche loro erano riusciti a battere la Raimon, più volte anche, ma il fatto che dopo ogni sconfitta quei ragazzi si rialzassero più forti e determinati di prima lo mandava in bestia.
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Qual era il loro segreto?
Xavier aveva iniziato a chiedersi sempre più spesso se valesse la pena continuare a recitare la parte degli "alieni cattivi" per soddisfare i deliri di onnipotenza di loro padre. Il desiderio di ritornare alle origini, alle sue radici diveniva ogni giorno sempre più forte.
Sarebbe stato un sogno poter ritornare tutti insieme all'orfanotrofio, come quando erano bambini, giocando a calcio solo per il puro gusto di divertirsi. Non ci sarebbero state squadre di primo e secondo livello, né squadre di punta. Ognuno sarebbe stato libero di giocare con chi voleva, inventando ogni giorno una formazione nuova e divertendosi fino allo sfinimento.
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Eppure, ogni singola volta, una voce sinistra riusciva a convincerlo a desistere dai suoi propositi.
Non poteva tradire in quel modo suo padre, non dopo tutti i sacrifici che quell'uomo aveva fatto non solo per lui ma anche per tutti i suoi fratelli. Aveva portato gioia nelle loro vite sin da quando erano poco più che dei marmocchietti, facendo loro un'infinità di regali e trattandoli come se ognuno di loro fosse realmente figlio suo. In questo modo, aveva dato loro una parvenza di normalità in una casa famiglia dove quasi tutti avevano dimenticato cosa volesse dire avere per sè l'amore di un genitore.
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Non doveva cedere. Lo doveva a suo padre. Avrebbe affrontato anche dei veri alieni se fosse stato lui ad ordinarglielo. Avrebbe affrontato la Raimon una volta per tutte e ne sarebbe uscito vincitore, riempiendo d'orgoglio il suo amato papà.
La luce blu si spense improvvisamente, lasciando Xavier a fare i conti con l'oscurità che lo avvolgeva, sia dentro che fuori di sé.
