Un'ombra dal passato (Jude Sharp)

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Ø Character: Jude Sharp

Ø Propmpt: Marchiato

Ø Song: You don't own me (SayGrace ft. G-Eazy)

Jude schizzò via come una freccia impazzita non appena ebbe solo la parvenza di aver sentito la sua voce. Iniziò a correre come un forsennato tra i minuscoli vicoli del villaggio Italia, alla disperata ricerca di un segno, di un indizio, di qualunque cosa che potesse provare il fatto che Ray Dark fosse davvero sull'isola di Liocott.

 Iniziò a correre come un forsennato tra i minuscoli vicoli del villaggio Italia, alla disperata ricerca di un segno, di un indizio, di qualunque cosa che potesse provare il fatto che Ray Dark fosse davvero sull'isola di Liocott

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Era nervoso, arrabbiato, anzi – peggio – era furioso. Dopo tutta la fatica che aveva fatto per arrivare fino a quel punto, a livello mondiale, non poteva assolutamente permettere a quell'uomo spregevole di mettere i bastoni tra le ruote ai suoi amici, come aveva fatto mille volte in passato.

Jude si fermò in un vicolo cieco per riprendere fiato. Aveva perso il conto di quanto tempo aveva corso. Era sudato fradicio, aveva il respiro irregolare e il cuore gli batteva a ritmo serrato.

"Perché anche il solo sentirti nominare mi deve ridurre così?" pensò il ragazzo, stringendo i pugni

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"Perché anche il solo sentirti nominare mi deve ridurre così?" pensò il ragazzo, stringendo i pugni.

Era la verità: ogni volta che veniva menzionato l'ex allenatore della Royal Academy o che s'imbattevano in lui, il suo corpo reagiva d'istinto, scattava come un lupo verso il suo branco. Non riusciva a trattenersi, era più forte di lui. Anche a distanza di tempo, Ray Dark era ancora in grado di attirarlo a sé quando e come voleva, come un vero e proprio magnete.

Jude strinse tra le sue mani un lembo della sua mantellina rossa, facendo talmente tanta pressione da far diventare le nocche bianche. La rabbia gli ribolliva nelle vene ed era certo che da un momento all'altro sarebbe esploso.

 La rabbia gli ribolliva nelle vene ed era certo che da un momento all'altro sarebbe esploso

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La mantellina.

Gli occhialini.

Erano entrambi i segni di riconoscimento di Jude Sharp. Chiunque, se si fosse ritrovato davanti al suo nome, lo avrebbe immediatamente collegato a quei due oggetti. Non alla sua capacità di regia in campo, non ai suoi lunghi capelli a rasta. Alla mantellina e agli occhialini. Quei due semplici oggetti erano ciò che più lo rendevano schiavo perenne e inconsapevole di Ray Dark.

-MALEDIZIONE! – gridò il ragazzo, strappando via la mantellina e gettando a terra gli occhialini. Si sentiva sporco, marchiato. Come se su tutto il suo corpo, sul suo stesso nome, fosse impressa la firma di Ray Dark.

 Come se su tutto il suo corpo, sul suo stesso nome, fosse impressa la firma di Ray Dark

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Jude si accovacciò a terra, trattenendo le lacrime.

"Anche questo – nascondere sempre le proprie emozioni – è un suo retaggio".

Era tutto inutile: il suo modo di pensare, il suo modo di comportarsi, quello di agire e di organizzare il gioco in campo erano tutta farina del sacco di quell'uomo. Non poteva sfuggirgli in nessun modo, non sarebbe mai stato capace. La sua ombra bislunga e dinoccolata lo avrebbe perseguitato fino alla fine dei suoi giorni, ne era certo.

Si maledisse per aver permesso a quell'uomo spregevole di plagiare la sua mente, di riempire la sua testa con idee meschine e di averlo esposto al mondo intero come la sua più grande creazione

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Si maledisse per aver permesso a quell'uomo spregevole di plagiare la sua mente, di riempire la sua testa con idee meschine e di averlo esposto al mondo intero come la sua più grande creazione. Perché questo lui era, in fondo: la miglior marionetta che Ray Dark fosse mai riuscito a realizzare.

L'unica cosa buona che quell'uomo aveva fatto per lui, era stata scoprire il suo innato talento per il calcio.

Jude si scosse, lasciando che un paio di lacrime solitarie rotolassero sulle sue guance. Si asciugò rapidamente, raccolse gli occhialini da terra e li rindossò. Sbatté la mantellina, ripulendola dalla polvere, e l'allacciò nuovamente intorno al collo.

Inspirò profondamente, cercando di calmarsi.

-Mi avrai anche creato tu, Ray Dark – pensò Jude, ad alta voce -Puoi marchiarmi in tutti i modi che vuoi, ma io ho smesso di essere la tua marionetta tempo fa, stanne certo – 

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-Mi avrai anche creato tu, Ray Dark – pensò Jude, ad alta voce -Puoi marchiarmi in tutti i modi che vuoi, ma io ho smesso di essere la tua marionetta tempo fa, stanne certo – 

We, Ourselves and UsWhere stories live. Discover now