[17 giorni dall'arrivo di Osamu Dazai]
Chuuya, quel lunedì mattina si risvegliò stranamente riposato. Il giorno precedente, non avendo nulla da fare era riuscito a riposarsi e a concedersi un giorno di pausa.
Si alzò, appena la sveglia suonò, si fece una doccia fresca per togliere il torpore che la notte gli aveva lasciato addosso e scese in cucina dove sua nonna gli aveva preparato la colazione e lo stava aspettando con il suo solito sorriso pieno di bontà.
- Buongiorno, Chuuya.
Lo salutò mentre il nipote rispondeva con un grosso sbadiglio seguito da un sorriso.
- Buongiorno nonna.
Sua nonna era abbastanza avanti con l'età, per questo ormai usciva di casa di rado, ma non lasciava tutto sulle spalle del nipote. Lei badava alla casa, gli faceva sempre trovare i pasti pronti, i vestiti puliti, la casa in ordine... Chuuya gli era grato per averlo accolto nonostante l'età quando sua madre e suo padre erano morti.
- Dormito bene, tesoro? Sta mattina ti vedo pieno di energia.
Chuuya sorrise non era super entusiasta solamente perché era riposato c'era anche un altro motivo, ormai ce l'aveva quasi fatta.
- È la moto, nonna, è la moto...
Sua nonna annuì sempre con il suo sorriso.
- Sono contenta che finalmente può realizzare questo sogno. Quando arriverà?
- Nel giro di una settimana dovrei averla, non vedo l'ora!
Disse Chuuya con la bocca piena, mangiando con entusiasmo. Era stata dura ma alla fine ce l'aveva fatta.
- Sono un po' preoccupata, non voglio che tu ti faccia male, ma mi fido di te... Ora è meglio che vai, caro, se no rischi di arrivare in ritardo anche oggi!
Chuuya annuì, mandando giù un grosso boccone di colazione, si infilò scarpe e giacca, afferrò lo zaino e uscì di casa, non prima però di aver salutato la nonna con un veloce ma affettuoso bacio sulla guancia.
Fuori il cielo era grigio e le strade piene di pozzanghere per la pioggia di quella notte, probabilmente quel pomeriggio avrebbe piovuto di nuovo.
Peccato, si disse Chuuya, non sarebbe riuscito a portare Kyoka e Yumeno al parco come aveva promesso.
Si avviò a scuola pieno di entusiasmo convinto che nulla avrebbe potuto tirarlo giù di morale quella mattina.
Mensa, pausa pranzo.
Chuuya come al solito se ne stava in un tavolo non troppo pieno, un po' indisparte, con gente che non conosceva neanche troppo bene. Aveva appena messo in bocca il primo boccone del suo pranzo che qualcuno arrivò a rovinargli quell'attimo di tranquillità. Dazai si sedette di fronte a lui tirandosi su il cappuccio e lo salutò sottovoce:
- Ehilà, Chuuya-Kun, che fai di bello?
Chuuya lo guardò con aria davvero seccata.
- Mangio, non vedi?
- Ora però mi stai parlando.
Chuyya gli lanciò un'occhiataccia e tornò al suo pranzo ignorandolo. Dazai allungò la mano e senza chiedere il permesso gli fregò un po' di cibo e lo gustò sorridendo.
- Mhhh, che buono! Non è della mensa, vero?
- L'ha fatto mia nonna.
Disse solamente Chuuya, continuando a ignorarlo il più possibile, sperando di mandarlo via in quel modo. Ma in qualche modo intuì che aveva già perso in partenza, così quando Dazai allungò la mano per prendere ancora un po' del suo pranzo gli tirò una sberla sulle dita.
- Giù le mani, bastardo.
- Eddai Chuuya-Kun, non hai pietà di me? Ho fame...
- No, mangiati il tuo di pranzo.
- Oggi non ce l'ho e non c'è nessuno che me lo va a comprare, però.
Chuuya alzò le spalle:
- Non è un problema mio... - Poi alzò gli occhi sul ragazzo di fronte a sè. - Dazai, perché cazzo hai il cappuccio e ti comporti come se avessi la polizia alle costole?
Dazai gli fece segno di abbassare la voce è incassò ancora di più la testa nelle spalle, poi rispose sottovoce, congiungendo le mani davanti a sè, con i gomiti appoggiati sul tavolo:
- Ottima domanda Chuuya-Kun. Vedi ho litigato con una ragazza e ora ho tutte le sue amiche contro... Sono isteriche, mi terrorizzano! Ora dovrò aspettare almeno tre giorni per provarci con una di loro.
Chuuya lo guardò scettico con il boccone a mezz'aria, poi gli venne un dubbio.
- Esattamente in che senso hai litigato con una ragazza?
Dazai rispose con un ghigno: - Mi piaceva e venerdì l'ho baciata e lei era pure tutta contenta, poi nel fine settimana ci siamo scritti un po' o meglio mi ha scritto un po'... Poi ha scoperto che ci ho provato anche con un'altra ragazza e si è arrabbiata.
Chuuya lo guardò confuso chiedendosi per la 83783919 volta che problemi avesse quel maniaco suicida, poi prese un respiro profondo:
- Sei incorreggibile.
- Tu stai zitto che non puoi dirmi niente in fatto di ragazze, è già tanto che ci parli con qualcuna di loro.
- Non mi interessano.
- Ah sì? - Gli chiese Dazai guardandolo in un modo talmente penetrante che a Chuuya vennero i brividi perfino sui palmi delle mani.
Chuuya distolse un secondo lo sguardo, poi tornò a concentrarsi su Dazai:
- È comunque una cosa da stronzi trattare così una ragazza, chi ti credi di essere scusa?
- Non farmi la predica, ti prego.
- Qualcuno dovrà pure dirti che sei un coglione...
- Tranquillo me lo dicono in tanti Chuuya-Kun.
A Chuuya quel discorso stava facendo passare la fame, quindi spinse il vassoio con quel che restava del suo pranzo verso Dazai che cominciò a mangiare soddisfatto.
- Sai, Chuuya-Kun, se fossi come me capiresti... Ha un che di soddisfacente vedere le persone cadere ai tuoi piedi con una mezza parola, un sorriso al momento giusto, una rassicurazione...
Chuuya strinse i denti:
- Odio la gente come te che gioca con la debolezza degli altri, avresti bisogno di una lezione.
- E vorresti darmela tu? Ma per favore...
Chuuya strinse i pugni, perché era ancora lì a parlare con quel ragazzo? Perché non se ne era già andato?
La verità era che Osamu Dazai lo intrigava e anche tanto... Era circondato da un'aura misteriosa. Sembrava il solito ragazzo stronzo e menefreghista, ma nel suo sguardo c'era un qualcosa di rassegnato e malinconico.
- Se non sarò io a darti una lezione ci penserà la vita, stanne certo.
- Cosa sei un filosofo ora?
Chiese Dazai con la bocca piena. Chuuya lo ignorò e guardò l'orologio, di colpo gli tornò in mente un pensiero terribile, non poté non trattenere un verso di sconforto, al sentirlo Dazai alzò uno sguardo interrogativo su di lui:
- Che c'è?
- Dopo abbiamo verifica di inglese vero?
Dazai annuì senza fare una piega: - E allora?
- Cazzo non sono pronto... In inglese faccio schifo... Non posso prendere un'altra insufficienza...
- Cos'è che non hai capito?
- In generale... Non mi entrano in testa le cose, ho studiato un po' ieri pomeriggio, ma non è decisamente abbastanza, merda.
Dazai guardò l'orologio a sua volta: - Abbiamo un quarto d'ora per rimediare, tira fuori il libro.
Chuuya lo guardò stupito, estraendo, come gli era stato ordinato il libro dallo zaino. - Abbiamo?
Dazai confermò con un cenno del capo, gli prese il libro dalla mano e sotto lo sguardo di Chuuya cominciò a fargli domande qua e là, spiegandogli alcuni passaggi che al ragazzo non risultavano chiari e insegnandogli consigli per la memorizzazione. Quando suonò la campanella Chuuya si sentiva più pronto di prima e stranamente tranquillo.
- Se grazie a te riesco a prendere un voto decente, ti devo un favore, mummia.
Disse guardando Dazai e dirigendosi verso la classe.
- Non me lo dimenticherò Chuuya-Kun. Ahn, a proposito quali giorni lavori al Lupin?
Chuuya rispose con un sorriso sghembo:
- Con l'intelligenza che hai non dovrei essere io a dirtelo.
Detto questo entrò in classe.
- Hai ragione, Chuuya-Kun...
Disse Dazai con un ghigno prima di seguirlo all'interno dell'aula.
A. A.
Ma che belli che sono... ssljwggyauguaja.
Nulla spero di riuscire a pubblicare questa settimana. Se vi va lasciate una stellina. Bye.