Iris - Il regno di Flora

By whitea94

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Nel regno di Flora è giunto il momento della scelta del successore del Re. Cinque principi si sfideranno per... More

Parte 1
1 La Messe
2 Calendula
3 Chi resisterà?
4 Partenza
5 Il Palazzo
6 Un messaggio
8. Allenamento
9. Incontro
10. Fratelli
11. Duelli
12. Un patto con il nemico
13. Confessioni
14. Fratelli... e fratellastri
15. Le discendenti
16. Le regole del gioco
17. Piano alternativo
18. Punti deboli
19. Il ballo
20. Corri
21. Morte
22. Disperso
23. Collaborazione
24. Vivere
25 Memoria
26. Sconfiggere il nemico
27. Uccidere
28. Segui l'istinto
29. Per il suo bene
30. Gelo
31. Insieme
32. Sacrificio
33. Verità
34. Ghiaccio
35. Zama
36. Fiducia
37. Sani e salvi
38. È solo l'inizio
Parte 2
1. Una verità celata
2. Non puoi salvarli
3. Il palazzo di Onice
4. Presentazioni
5. Identità svelata
6. Segreti

7. Conoscenza

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By whitea94

Il borbottio delle altre ragazze giunge alle mie orecchie come un suono lieve, ma che comunque mi infastidisce. In realtà, tutto oggi mi irrita a causa del leggero fastidio che sento ancora intorno al collo. Ho coperto i segni rossi con diverse pennellate di fondotinta per evitare domande.

Avrei potuto dirlo a qualcuno, tuttavia dubito che mi avrebbero creduto.

Scosto l'uovo che ho sul piatto senza mangiarne neanche un po'; il cibo è l'ultimo dei miei pensieri.

Dalia mi osserva con la coda dell'occhio, però non mi chiede niente. Sa bene che è meglio lasciarmi sbollire quando sono di cattivo umore. Una volta le ho chiesto come riuscisse a capire il mio stato d'animo e mi ha risposto che i miei occhi diventano sottili e più scuri.

Ci sono due nomi sulla mia lista nera al momento: Glad e Lien. Mi sento come una bomba pronta a esplodere, però sono consapevole che la vendetta è un piatto da servire freddo, quando i tuoi rivali hanno le difese abbassate.

La porta della sala da pranzo si apre ed entra Gardenia che sfoggia il suo consueto abito arancione, con una gonna più ampia rispetto a quella di ieri.

«Buongiorno a tutte. Oggi ogni gruppo si allenerà separatamente. Sarete condotte in stanze diverse e, prima di iniziare, farete la conoscenza del principe a cui siete designate» spiega, facendo comparire un ampio sorriso quando pronuncia le ultime parole.

Dietro di lei compaiono le altre accompagnatrici che chiamano i loro gruppi. Dalia si alza, ma io le afferro l'orlo della maglietta per trattenerla. Se qualcuno osa toccarla come hanno fatto con me ieri non ne usciranno vivi. «Occhi aperti.»

Lei fa un cenno di assenso senza voltarsi e solo dopo capisco perché: Gardenia sta osservando ogni mia mossa. Seguo il mio gruppo e mi fermo dietro a Heather per averla sott'occhio.

«Seguitemi» tuona la nostra referente per poi uscire dalla porta.

Arriviamo alle scale principali e ci inoltriamo lungo il corridoio alla nostra sinistra mentre vedo il gruppo di mia sorella andare in quello opposto. Ci fermiamo davanti a una porta battente decorata con ghirigori floreali di colore nero.

Gardenia posa il suo sguardo su ognuna di noi e si schiarisce la voce. «Questo è forse il momento più importante. La prima impressione che il principe avrà su di voi è quella che conta. Ricordate che è lui a scegliere chi tenere con sé. È lui che dovete conquistare.»

Vedo comparire un sorriso sinistro sul volto di Heather, mentre la ragazza bionda al mio fianco tenta di fermare il tremito leggero che ha alle mani intrecciandole tra loro.

La nostra accompagnatrice afferra la maniglia e la abbassa. «Andate, sarà lui a scegliere l'ordine di presentazione.»

La ragazza con i capelli corti, che credo si chiami Calla, fa un passo in avanti, però Heather la urta per entrare per prima. Rimango in disparte e aspetto che tutte siano entrate prima di compiere un passo in avanti.

«Signorina Iris,» mi chiama Gardenia proprio quando solo sull'uscio, «giochi bene le sue carte» afferma senza guardarmi negli occhi. Si gira e si incammina nella direzione in cui siamo venute, lasciandomi perplessa a osservare la sua camminata fluida.

Lei dovrebbe essere la prima a volere il mio fallimento.

Confusa, entro nella stanza e la prima cosa che noto sono i divanetti in pelle nera che risaltano grazie al bianco delle pareti e del pavimento. Vicino alla porta-finestra aperta è posizionato un pianoforte, anch'esso nero, che sembra aspettare nella sua immobilità che qualcuno si accorga della sua esistenza.

Cerco nella stanza Glad, ma di lui non c'è traccia. Le altre ragazze sono già sedute sui divani centrali con una postura eretta, pronte ad accogliere al meglio il principe. Sbuffo e mi avvicino alla porta-finestra con la tenda bianca che oscilla a causa della leggera brezza dell'esterno. Esco e un raggio di sole lambisce il mio viso, sciogliendo un po' il nodo che sento nello stomaco. Le mie iridi chiare si abituano con difficoltà alla nuova luminosità, ma quando ci riescono rimango spiazzata dalla distesa verde del retro del palazzo reale. Siepi basse dividono diversi giardini, ognuno aventi fiori dalle tonalità diverse.

Sto per scendere i gradini del patio, quando sento aprirsi la porta della stanza. Entro dentro in tempo per vedere Glad superare l'uscio, indossando un completo blu che risalta il biondo cenere dei suoi capelli. Alle sue spalle compare Lien che si arresta vicino alla porta. Istintivamente stringo il pugno destro.

Le altre selezionate si alzano e io mi incammino con calma verso di loro. Glad non sposta il suo sguardo su di me, ma aspetta che arrivi al centro prima di parlare. «Buongiorno.»

Tutte ricambiano il saluto, mentre le mie labbra rimangono sigillate. Il principe sposta i suoi occhi scuri sulle mie coetanee, come se fosse in attesa di qualcosa. Sento il nervosismo delle altre aumentare a causa del silenzio prolungato. Vedo Calla fare un passo in avanti per poi effettuare un profondo inchino. Sul viso di Glad si dipinge un sorriso soddisfatto e tutte si affrettano a inchinarsi per compiacerlo.

Lui è uno dei principi a cui si riferiva Lars ieri nel corridoio. Ovviamente.

Rimango immobile con gli occhi puntati su Glad che, alla fine, decide di portare il suo sguardo su di me. Il sorriso scompare, sostituito da un'espressione passiva priva di emozioni. Aspetta che anche io mi inchini, ma in risposta incrocio le braccia al petto. Le altre iniziano a osservarci e lui riporta la sua attenzione su di loro per liquidare la faccenda, anche se so che non è conclusa.

«Signorina Calla, mi segua. Le altre potete riaccomodarvi.»

Sul volto della ragazza scelta compare un enorme sorriso, mentre vedo il volto di Heather adombrarsi prima che si risieda sul divano. Osservo il principe condurre Calla su uno dei divani più in disparte, vicino al camino spento. Vedo le loro labbra muoversi, ma non riesco a sentire nulla. Mi siedo accanto alla ragazza bionda che continua a mostrare il suo nervosismo, battendo il piede sinistro sul pavimento.

«Respira» affermo mentre pongo la mano sulla sua coscia per bloccarla. Il suo movimento convulso mi innervosiva.

«Scusa, ho bisogno di scaricare i nervi» mormora, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro. «Io sono Amanda comunque» dichiara, osservandomi da dietro le ciglia lunghe e folte.

«Iris.»

«Sì, beh, conosco il tuo nome. Credo che tutti sappiano chi sei dopo la cena di ieri» afferma, portandosi le mani sotto le cosce forse per celare un altro tic nervoso.

Non rispondo alla sua osservazione e rimango a guardarla cercando di capire che tipo di persona sia.

Lei nota la mia espressione accigliata e il suo volto si colora leggermente. «Non volevo offenderti. La mia era solo una costatazione» chiarisce con un tono che alle mie orecchie sembra sincero.

«Amanda, venga» tuona Glad, facendo sussultare la ragazza accanto a me.

Lei si alza, strofina le mani sui jeans per eliminare il sudore che imperla le sue dita e procede verso di lui. Heather la fulmina con lo sguardo, nervosa che non sia stata chiamata almeno per seconda. Vedo Calla dirigersi verso la porta con un'espressione soddisfatta e Lien gli apre l'anta con cavalleria. Osservo la figura del ragazzo con stizza. È solo una pedina, ma non la passerà liscia. Devo richiamare tutto il mio autocontrollo per rimanere seduta al mio posto invece che scaraventarmi su di lui. Se lo sapesse Dalia sarebbe fiera di me.

Dopo qualche minuto, vedo uscire Amanda dalla stanza con passo veloce mentre il principe chiama Heather. Aspetto con pazienza il mio turno, anche se so già di essere l'ultima della lista. Non mi entusiasma l'idea di rimanere da sola con Glad, e non mi piace che ci sia anche il suo maggiordomo. Guardo la porta-finestra: se mi troverò in difficoltà, quella potrà essere la mia via di fuga.

La penultima ragazza del gruppo, Gemma, si alza dal divano e saluta il principe con un inchino prima di uscire dalla stanza. Osservo Glad nell'attesa che mi chiami, però lui rimane in silenzio mentre scrive qualcosa su un foglio di carta poggiato sul tavolo in vetro di fronte a lui.

Trascorrono più o meno dieci minuti in cui il principe si comporta come se io non fossi nella stanza. Sento la voce di mia sorella nella testa che mi ordina di aspettare, peccato che non la ascolti neanche quando lei è davvero presente.

«Principe Glad, forse si è dimenticato di me.»

Lui continua a scrivere, ignorandomi completamente. Mi mordo il labbro inferiore e lancio un'occhiata fugace in direzione di Lien che è ancora appoggiato al muro con le braccia incrociate davanti al petto.

«Starei parlando con lei» sbotto mentre mi alzo e faccio un passo in avanti verso di lui.

La penna che ha in mano rimane sospesa sopra il foglio mentre reclina il capo per puntare i suoi occhi scuri su di me. Sono due pozze marroni che fanno trapelare un'unica emozione: disprezzo. Libera le mani lasciando tutto sul tavolino e si alza lentamente senza staccare lo sguardo dal mio viso. Si avvicina con una camminata sicura e con una postura perfettamente dritta.

Si arresta a un metro di distanza da me e, nonostante il mio corpo sia in allerta, rimango immobile: retrocedere sarebbe una mossa da vigliacche.

Continua a scrutarmi in silenzio con le sue iridi che mi inchiodano sul posto e io rispondo con la sua stessa moneta, mantenendo il mio sguardo puntato nel suo. Spero che possa leggervi dentro tutta la rabbia che nutro nei suoi confronti. Non lo conosco, ma non posso portare rispetto a un uomo che manipola gli altri per compiere azioni al suo posto. Per attaccare una ragazza ignara, tra l'altro.

«La sua loquacità mi lascia sgomenta» affermo per irritarlo.

Gli angoli della sua bocca si piegano leggermente verso l'alto, ma il ghigno che compare non ha nulla di cordiale. «Qualcuno dovrebbe insegnarle quando è il momento di tacere» enuncia in modo tagliente, sollevando il sopracciglio sinistro.

«Le leggi di vostro padre non vietano la libertà di parola.»

«Si può sempre rimediare a ciò.»

«Lei non è il re.»

«Potrei diveltarlo presto.»

«Io avrei qualche perplessità a riguardo.»

Un suono gutturale che sembra una risata fuoriesce dalla sua gola. «Signorina Iris, di certo il carattere non le manca, ma sta puntando la sua collera sul bersaglio sbagliato.»

«Io credo sia proprio quello giusto» dichiaro, passandomi la mano sul collo.

«Non dovrebbe innervosirsi tanto per qualche piccolo segno sulla pelle. Ancora non ha visto niente» enuncia con in viso un'espressione seria.

«Dovrebbe avere il coraggio delle sue azioni, invece che nascondersi dietro il suo tirapiedi» sibilo tra i denti.

Mi lancia uno sguardo tagliente prima di voltarmi le spalle. «Seguitemi, devo porle delle domande.»

Controvoglia eseguo il suo ordine. Ci sediamo sul divano e lui afferra il foglio e la penna dal tavolino. Volto il capo verso la porta per controllare Lien e lo trovo sempre lì, immobile. Una parte di me vorrebbe assalire il principe, così, su due piedi, ma non posso affrontarlo con il suo maggiordomo nei paraggi: non riuscirei a vincere in uno scontro due contro uno.

«I suoi punti di forza e di debolezza?» mi chiede Glad mentre appunta qualcosa sul foglio.

«I miei punti di forza e di debolezza?»

«Sì, la lista delle debolezze posso anche compilarla da solo, ma quella dei punti di forza mi reca qualche difficoltà. Forse la testardaggine potrebbe risultare positiva in alcune circostanze» dichiara pungente.

«Perché le serve saperlo?»

«Non renda tutto più complicato di quanto già non sia. Avrà le sue risposte quando le avranno tutte le altre. Adesso dobbiamo solo comprendere come impostare il suo allenamento, capendo su cosa possiamo puntare e su cosa dobbiamo migliorare.»

«Avrà sicuramente letto i risultati dei miei test. Non servivano proprio per questo, per sceglierci in base alle nostre potenzialità?»

«I test servivano solo a fare una scrematura.»

Noto la stretta delle sue dita farsi più salda sulla penna, segno che si sta innervosendo sempre di più a causa del mio comportamento schivo. Si alza e afferra i fogli mentre anche io mi sollevo.

«Non ho tempo da perdere. Se non ha intenzione di collaborare, le sarà assegnato un allenamento standard.»

«Va bene.»

«Se ne pentirà. Le stavo concedendo una seconda possibilità che ha sprecato miseramente.»

Fa un passo avanti, ma poi ruota il busto nella mia direzione. Una scintilla compare sui suoi occhi, tanto fulminea da non darmi il tempo di reagire. Mi afferra le spalle con una morsa ferrea, facendomi ricadere sul divano. Tento di contrastare la sua forza, ma non riesco a spostare il suo corpo di un centimetro. Appoggia la gamba sinistra sulle mie cosce per tenermi ferma e porta l'avambraccio destro sul mio collo ancora dolorante.

Avvicina il suo viso al mio, aumentando la pressione sulla mia pelle tanto da annebbiarmi la vista. «Non mi nascondo dietro nessuno, speravo che cogliesse il messaggio senza che ci fosse bisogno del mio intervento. Le assicuro che questo dialogo avrebbe avuto un tono diverso. Adesso lei deve capire bene i ruoli: sono io che comando su di lei, non viceversa.»

La pressione del suo arto aumenta sulla mia carotide, mozzandomi il respiro.

Il buio mi avvolge.

🌻

Ringrazio smallcactusstories per questo aesthetic! 😊

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