38. È solo l'inizio

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Muovo il piede irrequieta mentre fisso la lavagna bianca da chissà quanti minuti, forse persino ore. Strofino la mano illesa sulla garza del braccio e combatto l'istinto di toglierla. Quasi tutto il mio corpo in realtà è stato fasciato o curato dalle mani esperte di una curatrice che, da quando sono arrivata al palazzo, non avevo mai visto.

Sospiro e distendo la schiena sulla sedia, focalizzando lo sguardo sull'unica via di fuga della stanza: la porta di ingresso. Una delle guardie del corpo dei consiglieri mi ha prelevato dalla mia camera e condotta qui senza darmi una spiegazione, ma ribellarmi sarebbe stato inutile. Ormai la Messe è conclusa e scappare non è più la mia priorità adesso che Dalia è al sicuro. Anche tutte le risposte che volevo, la verità che tanto desideravo, è stata svelata.

Il mio mondo è stato completamente ribaltato e, dopo lo sfogo che ho avuto con Glad, non riesco più a percepire le mie emozioni. Mi sento vuota.

Dopo non so quanto tempo, l'anta si schiude e mi alzo. Osservo il ricamo del polsino blu e non ho bisogno di vedere il suo viso per capire che è Lauro Glaser, il consigliere che ha manovrato tutta la mia esistenza. Sento riaffiorare la rabbia, che pervade il mio corpo come una miccia innescata, e mi aggrappo a essa per uscire dal mio stato di intorpidimento.

Compio un passo avanti, ma la sua figura viene subito coperta da due energumeni che mi bloccano il passaggio. Sto valutando le mie possibilità di successo quando i miei occhi intercettano due iridi castane che mi guardano con uno sguardo di ammonimento.

«Glad...»

Seguo i loro movimenti fin quando si piazzano davanti alla lavagna, uno schieramento di sei uomini che mi fissano in silenzio e io entro subito in difensiva, indietreggiando per accostarmi alla sedia così da avere un'arma in caso di necessità. Soppeso i loro volti e mentirei se dicessi che la vista del principe, disposto dalla loro parte e non dalla mia, non mi provochi un dolore al petto che non so controllare.

Glaser viene verso di me e un ghigno sadico compare sulle sue labbra. Nel mio cervello si susseguono diverse immagini di me stessa mentre afferro la sedia per scaraventargliela dritta verso la trachea, tuttavia mi impongo di non muovermi. Ormai siamo alla resa dei conti.

«Signorina Sartini, o forse preferisce che da adesso in poi la chiami principessa...»

«Iris andrà benissimo» sibilo tra i denti.

Un luccichio scaltro compare nei suoi occhi. «Molto bene, Iris, so già che Glad le ha spiegato qual è la vera finalità della Messe, quindi passerei subito a parlare dell'argomento più importante: lo Zama

«Certo, facciamo finta che non siano morte delle persone innocenti solo per la vostra smania di rendere tutto realistico.»

Il consigliere inarca un sopracciglio e con la coda dell'occhio noto il movimento di Glad che richiama la mia attenzione. Il suo sguardo è freddo e distaccato e ormai capisco anche che cosa vuole dirmi: "Stia in silenzio, non dica niente di inopportuno." Gli mostro un'occhiata sprezzante senza riuscirmi a trattenere. Pensavo che a questo punto fossimo una squadra, ma a quanto pare mi sbagliavo.

Noto troppo tardi che Glaser ci sta fissando con un sorrisino soddisfatto che mi fa tremare le mani dall'irritazione. Se crede di avermi in pugno perché io e Glad abbiamo collaborato per riuscire a sopravvivere, si sbaglia di grosso. Qualsiasi legame ci sia, tra me e il principe, non mi impedirà di ragionare con il mio cervello adesso che, finalmente, so quale significato ha davvero la mia vita.

«Nessuno ha mai voluto omettere ciò che è accaduto, abbiamo sempre saputo quali fossero i rischi e non potevamo arrestarci. C'è in gioco qualcosa di molto più grande, non solo la vita di alcune ragazze, ma la vita dell'intero popolo del regno di Flora.»

Iris - Il regno di FloraWhere stories live. Discover now