16. Le regole del gioco

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Non ero mai entrata nella sala delle danze fino a oggi, ma mi sembra familiare grazie alle diverse volte in cui l'ho scorta dallo schermo della televisione. Lo spazio è immenso, ma sono gli specchi della parete sulla sinistra, di fronte alle vetrate che si affacciano sul giardino, che rendono l'ambiente ancora più grande.

Gioco nervosamente con l'orlo della camicetta verde che Gardenia mi ha costretto a indossare; io mi sarei presentata con la tuta di addestramento se avessi avuto voce in capitolo. D'altronde i consiglieri ci conoscono bene e non ha molto senso fingere di essere qualcuno che non si è, tanto loro troverebbero subito l'inganno.

Pensandoci bene, però, alle volte la gente è proprio questo che vuole: apparenza.

«Non mi sembra aleggi un'atmosfera tesa» mormora Dalia al mio orecchio per non farsi sentire.

Guardo i volti rilassati delle altre pretendenti e mi si stringe lo stomaco. «Lo vedremo tra qualche minuto. Oggi si gioca a carte scoperte.»

«Il signor Gaser è di ottimo umore. Non sembra che stia per dirci che andremo a morire.»

Sposto lo sguardo sul consigliere in questione e lo vedo parlare con disinvoltura con Gardenia, mostrandole di tanto in tanto un sorriso sornione che le tinge le gote di rosa. Indossa un abito elegante nero che mette in risalto il suo corpo longilineo e la sua carnagione chiara. L'atteggiamento è altezzoso come sempre, ma ha ragione mia sorella: è troppo rilassato per uno che deve rivelarci le reali prove che affronteremo durante la competizione.

Lo vedo voltare il capo verso destra ed enuncia qualcosa che porta a Gardenia a guardare nella stessa direzione. Seguo anche io i loro sguardi fino a intercettare i cinque principi.

Ashton è seduto sul lato destro del divano con un sorrisino divertito mentre lancia delle occhiate alle sue spalle, dove si trovano Loto e Hollis. Il diciottenne ha le mani appoggiate sulle spalle del fratello più piccolo e lo guarda dritto negli occhi come se volesse incoraggiarlo. L'espressione di Hollis è turbata, ma, dopo qualche minuto, solleva la montatura sul suo naso sottile e annuisce alle parole di Loto.

Lars è seduto sulla poltrona vicino al fratello maggiore, ma il suo sguardo solitamente vivace oggi è adombrato. Fissa il soffitto alto della stanza, come se tra le decorazioni floreali affrescate sull'intonaco possa trovare la risposta ai suoi turbamenti.

I miei occhi si soffermano su Glad, poggiato sulla parete in fondo con le braccia conserte e gli occhi chiusi in stato di concentrazione. Dopo che io e Lien ci siamo confrontati ieri pomeriggio, mi ha giurato che avrebbe spiegato lui la situazione al principe a cui sono stata associata, ma durante l'allenamento Glad non aveva posato le sue iridi su di me nemmeno per sbaglio.

Alla fine della lezione volevo essere io a spezzare il silenzio, però lui si è volatilizzato nella frazione di un secondo, e non ci voleva un genio per capire che mi stava evitando di proposito.

«Ragazze, posizionatevi al centro della sala!» ordina Gardenia con voce squillante.

Tutte le venticinque selezionate seguiamo il suo ordine e istintivamente le altre si predispongono divise per età. Forse anche io dovrei raggiungere il mio gruppo, posto sulla sinistra delle quindicenni, ma preferisco rimanere al fianco di mia sorella per ogni evenienza.

Le porte della sala si aprono ed entrano altri quattro consiglieri che raggiungono Glaser, fermo di fronte a noi. Riconosco la donna dalla chioma riccia che avevo incontrato il giorno della selezione nel campo sportivo di Calendula. Anche lei come gli uomini indossa un completo in nero, con la gonna lunga però al posto del pantalone.

Osservo di sottecchi i principi, ma loro rimangono nell'angolo in fondo in disparte. Qualsiasi cosa ci comunicheranno i consiglieri, non è nulla di nuovo per loro. Porto lo sguardo sulle poltrone reali vuote e mi chiedo come mai, in un giorno così importante, i sovrani non siano qui ad assistere.

Iris - Il regno di FloraWo Geschichten leben. Entdecke jetzt