32. Sacrificio

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Il suono del violino in sottofondo rende l'atmosfera più allegra di quello che è realmente. Il banchetto in fondo alla sala è quasi completamente immacolato perché nessuno di noi, dopo i tre giorni di astinenza forzata dal cibo, riesce ad assimilare più del necessario. Inoltre, non siamo qui per festeggiare.

«Gradisce qualcosa da bere?» Un cameriere che non ho mai visto si avvicina con un sorriso cordiale.

Lo guardo truce prima di scuotere la testa. È la decima volta che, a rotazione, si avvicinano per pormi sempre la medesima domanda. Il ragazzo spalanca le palpebre e si dilegua in pochi secondi, terrorizzato.

«Iris, dovresti rilassarti. Sembri la regina di ghiaccio con questi capelli bianchi e il vestito argentato.» Melissa si ferma acconto a me, sorseggiando un liquido ambrato.

«Non devo intrattenere nessuno.»

«Lo so, ma se non vuoi farci scoprire cerca di essere più accomodante.»

Mi volto verso di lei e le mostro il sorriso a trentadue denti più finto della storia.

Scuote la testa, ma sorride. «Come non detto...»

Sogghigno e riporto l'attenzione sul centro della sala da ballo. I camerieri scivolano come ombre silenziose; gli unici soggetti estranei alla selezione che si mescolano tra noi. Sanno che non faremmo del male a persone innocenti, per questo invece i consiglieri rimangono confinati dietro la barriera elettrica che, a un occhio distratto o alle telecamere, passa inosservata; proprio come avevamo premeditato.

Mia sorella e Loto ballano indisturbati e, per una frazione di secondo, un pizzico di invidia mi stringe lo stomaco perché, per quanto io sia restia ad accettarlo, leggo nei loro sguardi il legame che, passo dopo passo, diventa visibile anche dall'esterno.

«Non temere per Dalia. Andrà bene.»

Mi mordo l'interno della guancia e annuisco, incapace di rivelarle il mio sguardo colpevole perché, per una volta, non stavo pensando alla sua incolumità. In realtà sono abbastanza serena sapendo che lei sarà una delle esche che distrarrà i principi, lontana dal pericolo maggiore. No, per un breve secondo, ho dimenticato di far parte della selezione e mi sono immaginata essere una ragazza... normale. Non brava a combattere, scontrosa e senza scrupoli, ma una ragazza che qualcuno può apprezzare per tutto il resto.

«Sei ancora sicura che sia meglio non coinvolgere i principi?»

Sospiro e mi concentro davvero sulle cose importanti. «Sicura, non possiamo fidarci di loro.»

Annuisce. «Vado a cercare Margaret.»

La guardo allontanarsi e, stavolta, quando l'ennesimo cameriere si avvicina, afferro il bicchiere e bevo il contenuto con un solo sorso. Non controllo neanche che sia avvelenato; siamo delle pedine troppo importanti per farci morire in questo modo. Tasto il bicchiere di plastica e sorrido: non si fidano a lasciarci nulla che possiamo utilizzare come arma, ma hanno tralasciato un piccolo dettaglio: noi stesse lo siamo.

Percepisco la presenza di qualcuno dietro di me e mi volto repentina con il gomito alzato, bloccandolo a pochi centimetri dal naso di Glad.

Solleva un sopracciglio. «Nervosa?»

«No, essere vigili è la normalità ormai.» Abbasso il braccio e gli do le spalle mentre espiro per controllarmi senza che lui se ne accorga. Non posso farlo insospettire.

Ros e Ashton camminano a braccetto verso il centro e si affiancano a Dalia e Loto, iniziando a danzare uno dei balli tradizionali del regno.

«Siamo a metà delle selezioni.»

Iris - Il regno di FloraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora