La donna dell'Est

By Jill_Galad

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Goneril è un Generale. Uno dei più spietati della Terra di Mezzo. A capo di una legione mercenaria di Uomin... More

Cap.1 - Cenere
Cap. 2 - Il Maresciallo del Mark
Cap.3 - Edoras
Cap. 4 - Malefici
Cap. 5 - La legione
Cap. 6 - Fangorn
Cap. 7 - Lo Stregone bianco
Cap. 8 - I tre viandanti
Cap. 9 - Il risveglio del Re
Cap. 10 - Oro
Cap. 11 - Tradimenti
Cap. 12 - Segreti
Cap. 13 - Idis
Cap. 14 - L'Elfo solitario
Cap. 15 - I Mannari di Gundabad
Cap. 16 - Il Fosso di Helm
Cap. 17 - Alleanze
Cap. 18 - L'assedio
Cap. 19 - Pioggia
Cap. 20 - Fuoco e piombo
Cap. 21 - L'alba
Cap. 22 - Sangue blu
Cap. 23 - Anelli
Cap. 24 - A Rohan
Cap. 25 - Notte a Palazzo
Cap. 26 - La Compagnia
Cap. 27 - Verso Esgaroth
Cap. 28 - Bosco Atro
cap. 29 - Il giovane principe
Cap. 30 - Scelte
Cap. 31 - Il Signore del Nord
Cap. 32 - L'evasione
Cap. 33 - La via nascosta
Cap. 34 - Dale
Cap. 35 - La cittá fantasma
Cap. 36 - La casa sulla collina
Cap. 37 - Ester
Cap. 38 - La Signora degli Elfi
Cap. 39 - Vendette
Cap. 40 - Re e Regine
Cap. 41 - Le maree del tempo
Cap. 42 - Passaggio a Nord
Cap. 43 - L'Ombra dell'Est
Cap. 44 - Promesse e onore
Cap. 45 - Guerra
Cap. 46 - I neri eserciti
Cap. 47 - Aria
Cap. 48 - La fine della corsa
Cap. 49 - Battaglia nella foresta
Cap. 50 - Un'altra vita
Cap. 51 - Un nuovo sole
Cap. 53 - Addio al Generale
Cap. 54 - Ipotesi e verità
Cap. 55 - Un nuovo Re
Cap. 56 - Passioni
Cap. 57 - Luce
Cap. 58 - Un anno dopo

Cap. 52 - Il Signore del Lothlórien

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By Jill_Galad

Celeborn entró a Palazzo scortato da cinque Galadhrim.

Subito avvertì nell'aria odore di incenso, e un generale silenzio.
"Cosa sta succedendo?" chiese a Feren, che lo accompagnava.

"Qualcuno ha attraversato il grande buio." rispose il comandante di Boscoverde. Era l'espressione degli Elfi per definire la morte.

Feren chiamó a sé uno degli Elfi messi a piantonare la Grande Porta. Gli chiese qualcosa sottovoce, e il soldato rispose: "Roswehn."

Celeborn sentì. "La donna umana é morta?" chiese a Feren.

Il comandante fece cenno di sì col capo. "La conoscevate, Lord Celeborn?"

"Sí. Moltissimi anni fa fu ospite a Caras Galadhon. Rimase tre giorni nel nostro territorio. Sapevo che si era unita a Thranduil, ma credevo fosse tornata a Dale negli ultimi anni." rispose il Signore del Lórien.

"Il nostro Re l'ha riportata qui, qualche giorno fa. Era molto anziana. Un crudele scherzo del destino l'ha strappata subito ai suoi affetti." rispose Feren. "Ma tutti ce l'aspettavamo, la sua salute era già precaria."

"E dov'é loro figlio?" volle sapere Celeborn.

Feren spalancò gli occhi. "Voi...sapete...del giovane principe?"

"Galadriel ed io sappiamo ogni cosa. É un Elfo mezzo sangue la cui esistenza ha grande valore. Immagino sia qui, nascosto da qualche parte." disse il nobile Elfo.

"È fuggito, in verità. Lord Thranduil é andato alla sua ricerca." spiegava Feren, mentre con Celeborn si dirigeva verso la grotta dei consigli. "Ha investito me della piena autorità, in sua assenza. Perciò, dovremo discutere noi due delle prossime azioni."

"Fuggito... questa é una notizia tragica. Immagino le paure di Thranduil... e il dolore di Roswehn. Il suo vecchio cuore non ha retto." commentò Celeborn. "Povera donna. Nel Lórien conserviamo un ottimo ricordo di lei. Era cosí bella, e tenace."
Pensò ad Haldir, il suo capitano ucciso al Fosso di Helm. Quanto l'aveva amata. Il viso della ragazza di Dale non se n'era mai andato dalla sua mente.

"Vogliate seguirmi, Lord Celeborn. É tempo di decidere cosa fare. Il vostro aiuto é stato essenziale, riferirò tutto al nostro Re quando rientrerá. Ma la guerra non é vinta. Quegli Orchi potrebbero tornare. Sauron ha a disposizione molte legioni, non é escluso che tentino un nuovo attacco. Inoltre, buona parte della nostra Foresta é stata distrutta. Pare che un Drago dei ghiacciai abbia spento l'incendio. Non sappiamo perché l'abbia fatto, e non sappiamo neanche se quella creatura potrebbe diventare ostile. Con un Drago che si aggira sul nostro territorio e nuovi nemici che potrebbero arrivare, l'allarme é ancora elevato." spiegò Feren. Entrambi entrarono nella spartana grotta dove venivano prese tutte le decisioni amministrative e militari a Boscoverde.

"Un Drago..." ripeté Celeborn. "...Feren, io non posso prendere decisioni entro i vostri confini. Spetta a Thranduil l'ultima parola. Ora che gli Orchi sono stati respinti qui, sarebbe opportuno portare il nostro aiuto a Gondor. Questo solo mi sento di dire. Non possiamo lasciare gli Uomini da soli." rispose Celeborn. "Stavo per decidere di condurre i miei Galadhrim laggiù."

"Sarebbe inutile." commentò una voce. Thranduil apparve dietro a loro. Ancora in armatura, il viso pallido e tirato, osservò prima Celeborn e poi Feren.

"Siete tornato!" esclamò il comandante.

"Non hai sentito il suono del corno che annunciava il mio ritorno?" chiese Thranduil.

"No. No, mio signore." rispose Feren, un po' in imbarazzo.

"Ora ci deve essere silenzio, qui. Siamo in lutto." disse il Re. Si girò verso Celeborn e si portó una mano al cuore, e suo cugino fece altrettanto. "Ti ringrazio per aver trascinato il tuo esercito in nostra difesa." gli disse.

"Non ti avrei lasciato solo, lo sai. É tempo che Boscoverde e il Lothlórien ricostruiscano la loro alleanza. Questa freddezza fra le nostre genti mi é sempre sembrata inconcepibile." commentò Celeborn. "Dov'é tuo figlio?"

"Nelle mie stanze. Veglia sua madre." Rispose il Re.

"Mi dispiace, Thranduil. So che quella donna era importante per te." disse il Signore del Lórien.

Il Re chiuse gli occhi. "Celeborn, le alleanze servono a poco ormai. Hai certamente saputo cosa é successo sui campi del Pelennor. Gli Uomini di Rohan sono stati sconfitti. Théoden é morto."

"Sí. Ma l'aggressione a Minas Tirith é stata respinta!" annunciò Celeborn.

Thranduil si stupí."Cosa?!"

"Il Re di Rohan é caduto, é vero. Molte sono state le vittime, da entrambe le parti... ma la capitale di Gondor é stata protetta. Ha subito alcuni danni, perché gli Orchi hanno aperto una breccia fra le mura e hanno invaso la città...ma gli Uomini hanno vinto, Thranduil!" continuò Celeborn. "É stato Aragorn a trascinarli. Lui... é riuscito a portare con sé l'esercito delle ombre..."

"I...fantasmi che dimoravano nei Monti Bianchi?" chiese Thranduil, incredulo. "Ma quegli spiriti dannati rispondono solo al Re di Gondor!"

"Esatto. Questo vuole dire che il
figlio di Arathorn ha deciso." disse Celeborn.

"...vuole finalmente reclamare la corona dei due Regni." Mormoró Thranduil. "E che ne é stato di Denethor?"

"É morto. Dicono si sia tolto la vita, dando il suo corpo alle fiamme e lanciandosi nello strapiombo." lo informó Celeborn. "Una fine orribile."

"Come orribile é stato il suo governo." commentó il Re. Poi guardó il cugino. "Se Aragorn ha messo da parte i suoi dubbi, allora abbiamo una speranza."

"Ma non é finita. Lo spirito di Sauron é ancora a Mordor. Ha subito una sconfitta durissima, ma é ancora in questo mondo. Ora, é davvero tutto nelle mani di quell'Hobbit. Dovrebbe già essere a Mordor, ormai. Starà tentando di raggiungere il Monte Fato." gli disse Celeborn.

"Come puó farcela, una creatura tanto piccola." disse Thranduil. "Non puó attraversare il Nero Cancello."

"Galadriel sostiene che ci sia qualcuno con lui. Un altro Hobbit e un essere chiamato Gollum. Quest'ultimo era un Hobbit Sturoi, un tempo. L'Anello era in mano sua, prima che finisse nella Contea. Fu imprigionato e torturato dagli Orchi, perché rivelasse dov'era finito. É stato a Mordor, conosce quel territorio. É lecito supporre che stia portando quel Frodo attraverso sentieri nascosti." spiegó Celeborn.

"E perché lo farebbe?" chiese Thranduil.

"Perché vuole tornare a impossessarsi dell'Unico, temo. É noto che quell' anello attragga morbosamente a sé i portatori e i vecchi portatori." sospiró Celeborn.

"Dunque il pericolo maggiore per Frodo Baggins non sono gli Orchi. É quell'essere, la sua guida. Tenterà di fargli del male, forse proverà a ucciderlo." disse Thranduil.

"Sì, purtroppo sì. Non ci resta che sperare che il giovane Hobbit riesca nella missione." commentó Celeborn. "Altro non possiamo fare."

Thranduil pensó a Legolas. Chi poteva sapere se era vivo. "Mio figlio, il mio primogenito...era lì. In quella battaglia."

"É vivo, Thranduil. Non temere." lo rincuoró Celeborn.

Il Re sorrise. "Invece Haldir, il mio secondogenito, ha ucciso un Nazgûl. L'Ombra dell'Est...lo ha affrontato e ricacciato all'inferno. É stato il suo primo, vero scontro con un nemico."

"Puoi essere orgoglioso dei tuoi figli. Portano il tuo sangue con onore." gli disse Celeborn. Poi corrugó la fronte. "Lo avete chiamato Haldir?"

"Sì, una decisione di Roswehn. Non credo di doverti spiegare perché scelse quel nome." rispose freddamente il Re.

Celeborn rimase interdetto per qualche attimo. "Una grande amicizia li ha uniti. Sai, anche il nostro Haldir ha lasciato questo mondo. É stato colpito al Fosso di Helm." gli disse Celeborn. "Un peccato non possano rivedersi nelle aule di Mandos. Se Roswehn fosse stata un Elfo, i loro spiriti si sarebbero ritrovati e..." Celeborn si interruppe. "...cosa succede?"

Il volto di Thranduil si era improvvisamente accigliato. Sembrava aver realizzato qualcosa di spiacevole. "...ritrovati nell'altra vita, dici?"

"Ma non puó succedere." disse Celeborn. "Lo sai." Poi vide sul volto del Re un'espressione che poteva sembrare di gelosia. Una folle gelosia.

Thranduil si giró verso il cugino: "Celeborn, ascolta: questa sera io e mio figlio saluteremo Roswehn. Vorrei che tu rimanessi, e poi, attendiamo gli eventi insieme. Elrond e la sua gente se ne sono andati da Gran Burrone, ho sentito. Siamo io e te, adesso, a reggere i due grandi reami elfici. Aspetteremo notizie da Mordor. Se quell'Hobbit riuscirà nell'impresa, questa Foresta verrà benedetta da me, te e Galadriel. Il mio regno si estenderà fino a Sud, dove ora c'é la fortezza di Dol Guldúr. Voglio lasciare in eredità a mio figlio un reame vasto e meraviglioso."

Celeborn fece un cenno di assenso."Elrond è rimasto. Lui e sua figlia." poi chiese: "Intendi seppellire la mortale...Roswehn?"

"No. Non la lasceró marcire nella terra." si giró verso Feren. "Da' ordine di preparare un pira funeraria. Roswehn merita un addio degno di una Regina."

⚜️⚜️⚜️

"...e poi volai fino a Gondor...speravo di ottenere qualcosa anche da Ecthelion, ma non appena mi avvicinai a Minas Tirith i soldati del reame puntarono le loro frecce tutte su di me. Mi avevano scambiato per un drago di Minas Morgul." raccontava Oropher, mentre Goneril sedeva sulla sua groppa, reggendosi al possente collo della creatura. Le faceva male la schiena in quella posizione.

Il Drago parlava ormai da ore della sua vita. Avevano sorvolato tutto il regno di Boscoverde, il fiume Anduin e ora si stavano dirigendo verso le Montagne Nebbiose.

"...trovai più saggio tornare indietro. Dopo, decisi di..." continuava il Drago.

"...adesso falla finita. Non mi interessa la storia della tua vita. Mi sta scoppiando la testa!" si lamentó la guerriera.

"Hai detto che pagherai uno scrittore perché prepari una saga su di me. Devi sapere com'é stata la mia avventura in questo mondo. Lasciami finire." rispose Oropher.

"Fin'ora hai parlato solo di razzie e rapine. Non mi sembra una vita onorevole." lo provocó la donna. "Hai ricattato re e governatori per farti consegnare le loro gemme preziose. Non sono tanto sicura che si possa scrivere una saga sulle tue gesta."

"Invece sì. Ho visto moltissimo nella mia esistenza. Posti meravigliosi, che tu non ti sogneresti mai. Valli incantate a Ovest, abitate da creature strane e magiche. C'é molto di più in questo mondo di quanto tu creda. E sai...una volta ho provato a spingermi a Sud, oltre i confini del mare...e ho visto una Terra lontana. Sono tornato indietro, ma mi sono sempre chiesto cosa ci fosse laggiù. Da chi sia abitata." disse il draghetto.

"Sì, ho sentito anch'io parlare del continente oscuro. Personalmente, credo sia una Terra morta e infruttuosa. Non ci andrà mai nessuno." ribatté Goneril.

"Cos'hai deciso di fare? Non me l'hai detto." chiese il Drago.

"Intanto, portami nella valle di Imladris." rispose la donna. "Voglio mettere subito le mani in quell'oro. Poi, si vedrà. Tutto dipende da Sauron, a quanto pare se riuscirà a vincere arriveranno tempi duri. Ma con dell'oro a disposizione potrei contrattare la mia vita con gli Orchi."

Oropher sputó un piccolo fiotto d'acqua, che subito si trasformó in ghiaccio. "Ti metteresti al servizio di quelle bestie? Dopo aver combattuto contro di loro?!"

"Non ho detto questo. Ho detto che potrei dar loro parte del tesoro perché mi lascino in pace. Questa, nella peggiore delle eventualitá." ribatté lei.

"Quelli ti porteranno via tutto il tuo denaro e infine ti sottometteranno. Non sono esseri con cui ragionare. Conoscono solo odio e morte." le disse Oropher.

"Come me. Come te. Noi due non siamo esattamente esempi di nobiltà d'animo, caro serpentello alato. Perció non darti arie da eroe." ribatté lei.

Oropher fece un'improvvisa virata, e Goneril rischió di perdere l'equilibrio. Urló.

"Modera le parole, principessa rinnegata. Qui non sei tu ad avere il controllo." la minacció il Drago.

Entrambi udirono un tuono, veniva da Sud. "Cos'é stato?" chiese lei.

"Sauron. Ha sguinzagliato tutte le sue legioni da Barad-dûr. Ha iniziato l'attacco finale." disse il Drago.

"Contro chi? Ancora Gondor?" chiese lei.

"No. Contro tutti." rispose Oropher.

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