Never in My Heart || L.S.

By mysoftlouis

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"Non- non è come sembra..." "Liam, stavi pomiciando con la versione cuscino di Zayn Malik." Liam Payne ha un... More

1. An unusual beginning
2. Liam on the floor
3. September, 28th
4. Unexpected developments
5. Bananas issues
6. Harry is not amused
7. I swear, this boy has no chill
8. How it feels to have a heartbeat
9. Dreaming is not a crime (is it?)
10. Muffins don't lie
11. Truth and Fiction (Part I)
12. Truth and Fiction (Part II)
13. Sounds like a typical Sunday to me
15. Black out/Inhumanity
16. Sunflower
17. Halloween but on the wrong day
18. Side effects
19. Eyes
20. Sweet and sour
21. Slow ballad for the dork
22. Honey
23. I'm gonna dream of how you (tasted)
24. We can't only have good things, you know
25. Let's get this bread
26. The past, the present
27. Party time
28. What makes you bootyful
29. New Year's holidays (Part I)
30. New Year's holidays (Part II)
31. Sherlock Horan
32. Never in my heart...
33. ...But that's just what I said
34. Sharing is caring
35. I don't think that's how punishments work-
36. I don't even know what's going on here
37. Not even the gods above
38. Five feet apart 'cause they're not gay
39. Started from the bottom and now we're here
40. Louis being husband material, what's new
41. Painted nails make Harry beautiful
42. Niall and the gays
43. Hidden Freedom
44. Harry having sudden revelations as always
45. Mile High Club
46. My milkshake brings all the boys to the yard
47. No gay boys in boy bands
48. The beginning
49. Girls problems
50. But I'd always save you, Louis (Part I)
51. But I'd always save you, Louis (Part II)
52. We're swimming with the sharks until we drown
53. The skies are blue, haven't been for a while
54. Enough
55. Stories unravelling
56. Tales of the heart
57. Listen to your friends/Unfair
58. Downfall
59. Deadly nightshade
60. Everything seems darker after looking at the sun
61. Try living a day of my life
62. Adjusting
63. Sunny days, troubled minds
64. News
65. Salt in this open wound
66. The last day
67. And some things you just can't speak about
68. Slowly climbing up (Part I)
69. Slowly climbing up (Part II)
70. Always in my heart
71. Oh my, my
72. For the first time
73. Puzzle pieces
74. The glistening light of new beginnings
Epilogue

14. Jealousy? Never heard of it

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By mysoftlouis

Semi-disteso sul divano e con una gamba a penzoloni, Harry sospirò per quella che sembrava la millesima volta da quando si era svegliato. Non ne poteva più.
Erano le tre e trentanove di lunedì pomeriggio, lui era tornato da un paio d'ore dal suo turno al canile e Louis non aveva ancora chiamato. Lo sapeva perché teneva il cellulare sempre con sé dal giorno prima, con il volume al massimo e la vibrazione attivata, e l'unica telefonata che avesse ricevuto era stata quella di nonna Ashton, a mezzogiorno, che voleva consigli su cosa cucinare per pranzo. (I cani si erano spaventati per il rumore improvviso, lui per la vibrazione contro il suo sedere.)

Così, ora si trovava sul divano del suo salotto, il busto abbandonato contro il bracciolo sinistro e nonna Ashton seduta poco lontana, intenta a guardare una delle sue telenovela.
«¡Carmela! ¿Cómo puedes ser tan mezquina?» stava esclamando in quel momento, ma Harry non aveva idea del perché. Non era molto attento alla tv, se doveva essere sincero. Le telenovela non erano il suo genere.
«Respira, abuelita,» disse quindi, lo sguardo casualmente fisso sul cellulare. L'aveva poggiato sul tavolino da caffè proprio per poterlo tenere d'occhio, perché non suonava mai?

«Non so quale sia il problema di questa ragazza, era così dolce nella scorsa stagione,» ribatté combattuta nonna Ash «Cosa succede a te, invece?»
Harry alzò sorpreso lo sguardo e vide che la nonna lo stava osservando con aria assorta. Si strinse nelle spalle. «Niente, perché?»
«È da ieri che fissi il cellulare aspettando che suoni,» gli fece notare nonna Ash «C'è qualche problema con Louis e i ragazzi?»

Harry esitò, incerto. Voleva parlarle delle due ragazze appostate fuori da casa loro, delle foto, di quello che era successo con Louis, ma non voleva farla preoccupare. Era tutto sotto controllo, e lui aveva vent'anni, era adulto, poteva cavarsela da solo. «No, è tutto a posto. Sto solo aspettando una chiamata.»
«Questo l'avevo capito, mandorlino. E invece che mi dici di Liam?» continuò la nonna.
Il riccio sospirò. «È da ieri mattina che mi ignora, pensa che ci sia qualcosa tra me e Zayn.»
«E ha ragione?» indagò nonna Ash.
«Certo che no,» replicò Harry, un po' indignato dal fatto che lei non vedesse l'assurdità di quell'affermazione «Gliel'ho detto, ma non mi crede.»

Nonna Ashton sospirò affettuosamente, facendogli spostare le gambe dal divano per tirarlo accanto a sé, poi avvolse le sue spalle con un braccio e gli spostò i capelli dalla fronte, posando un bacio sulla pelle fresca. «Vedrai che capirà, fogliolina. Magari prova a parlargli di nuovo quando torna dal corso, può darsi che ormai si sia calmato un po'.»
«Lo spero,» mugolò Harry.

Nonna Ash sorrise con aria incoraggiante e il riccio rimase appoggiato a lei per il resto della puntata, facendosi accarezzare la schiena e i capelli perché, beh, aveva vent'anni, ma questo non significava che non potesse più farsi consolare.
Fu un po' strano lo sguardo che nonna Ash gli lanciò quando il suo telefono squillò e lui si precipitò ad afferrarlo, come se sapesse qualcosa che lui ancora non aveva capito, ma per il momento aveva altro a cui pensare. Louis stava finalmente chiamando, con la nonna avrebbe parlato più tardi.

«Pronto?» quasi gridò mentre balzava in piedi e inciampava nel tappeto.
Nonna Ash lo afferrò per il retro dei pantaloni, e quella fu l'unica cosa che gli impedì di schiantarsi a terra.
«Ehi, Haz,» salutò Louis all'altro capo della linea «Come stai?»
Ho aspettato per un giorno intero, come credi che stia?, sbottò mentalmente Harry, ma prese un respiro e cercò di calmarsi. «Bene, tu?»

«Affamato. La riunione con il team è finita adesso.» sospirò Louis.
Lo stomaco del riccio sembrò attorcigliarsi a quelle parole. «Cos'hanno detto?» domandò ansiosamente, allontanandosi verso la sua stanza per poter stare da solo.
Louis sospirò di nuovo. «Vuoi la verità o la versione carina?»
Cristo. «La verità.»

«Okay,» mormorò il maggiore «Ricordi quando ho detto che le foto di noi due sarebbero state difficili da eliminare, dal momento che erano su twitter e chiunque avrebbe potuto salvarle?»
«Sì,» annuì Harry. Eccome se lo ricordava, Nick ne aveva trovata una ben due settimane dopo che erano state scattate.
«Beh, in effetti è stato così. Qualsiasi cosa è praticamente impossibile da cancellare una volta che raggiunge internet. E non so se hai dato un'occhiata alle reazioni dei fan

Harry deglutì a vuoto. Sapeva che era una sua impressione, ma le pareti della sua camera sembravano sempre più vicine. «Non proprio, no.»
«Uhm, guarda pure se vuoi. Adesso che è passato un po' di tempo sono tutti più tranquilli. Comunque, il punto è-» Louis sospirò ancora, ed Harry prese fiato al posto suo. «Il punto è che ci sono sempre state molte speculazioni sul mio orientamento sessuale, e quelle foto non hanno esattamente... aiutato l'immagine che dovrei dare di me.» spiegò «Per questo ho dovuto uscire tanto con Eleanor e tutto il resto. E il fatto che nessuno sappia chi tu sia ha peggiorato la situazione, perché ora sembra tutto sospetto. Probabilmente è anche per questo che quelle due ragazze sono sempre fuori casa tua: cercano di capire chi tu sia

Harry andò a sedersi sul letto, premendosi due dita contro il ponte del naso mentre tentava di respirare con calma. Perché doveva essere tutto così complicato? Perché aveva regalato a Liam quei biglietti per il concerto dei No Direction? Non avrebbe potuto regalargli una bambola gonfiabile a forma di Zayn? Se l'avesse fatto, niente di tutto quello sarebbe mai accaduto. «Quindi cosa facciamo?»

«Ho dovuto insistere parecchio, ma ho convinto i manager che tu e Liam siete nostri amici e vorremmo trovare una soluzione per continuare a vedervi senza mettere a rischio la vostra privacy. Dunque, la proposta è questa: se per voi non è un problema, potremmo organizzare un'uscita, una passeggiata o qualcosa del genere: i manager si occuperebbero di chiamare i paparazzi e così la nostra amicizia sarebbe pubblica. I fan verrebbero a conoscenza di tutto e non ci sarebbe più nulla di sospetto. Paradossalmente, esporvi vi darebbe più sicurezza che tenervi nascosti

Harry inspirò piano, metabolizzando lentamente le parole del maggiore. «Stai dicendo che io e Liam finiremmo sui giornali.» concluse.
«,» rispose Louis «So che è spaventoso e, beh, porta a un'infinità di conseguenze, per questo se non ve la sentite penseremo a qualcos'altro. Prendetevi un paio di giorno per rifletterci, okay?»
«Okay, cercherò di parlarne con Liam.» sospirò il riccio.
«È ancora arrabbiato con te?» chiese Louis, la voce che finalmente si ammorbidiva perdendo la tonalità professionale che aveva avuto fino a quel momento.

Harry sbuffò. «Sì, ormai ho smesso di provare a spiegargli come stanno le cose. Prima o poi se ne accorgerà da solo. Tra una cinquantina d'anni o giù di lì.» Dall'altra parte della linea provenne una piccola risata e il riccio sorrise spontaneamente, lasciandosi cadere sul materasso per guardare distrattamente il soffitto.
«Vuoi che ci parli io?» domandò Louis, dalla voce si sentiva che stava ancora sorridendo.
«Dovresti. Prima di conoscere te e gli altri due disadattati, io e Liam non avevamo mai litigato in vita nostra, mentre adesso è già la seconda volta in poche settimane. Prendetevi le vostre responsabilità.» ribatté fingendosi offeso.
Louis rise di nuovo. «Lo chiamerò stasera

Harry sospirò tranquillo e per un attimo si dimenticò di rispondere, fermandosi ad ascoltare il respiro del maggiore finché Louis non riprese a parlare, riportandolo alla realtà.
«Adesso devo andare, ma tu pensa a quello che ti ho detto, okay? Chiamami appena avete deciso
«D'accordo,» si rassegnò il riccio. La sua mente si affrettò a cercare qualcos'altro da dire, ma Louis lo stava già salutando e poco dopo si ritrovò di nuovo immerso nel silenzio della sua stanza, gli occhi rivolti al soffitto e la confusione come unica compagnia. Cosa avrebbe dovuto fare?

Sapeva che quelle foto avrebbero causato un sacco di problemi, ma non aveva mai pensato di doversi esporre così tanto. Insomma, tutti gli amici dei No Direction vivevano in quelle condizioni? Erano tutti costretti a finire sui giornali per rassicurare una manciata di ragazzine che vedevano pericoli e drammi dappertutto? Non esisteva più la vita privata?

D'altra parte, però, forse poteva evitare tutto. Era Liam il fan della band, quello che voleva continuare ad uscire con i tre idioti canterini. Lui non aveva mai chiesto niente di quello, si era solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quanto sarebbe stato semplice smettere di vedere Louis e gli altri? Avrebbe potuto tornare alla sua vita.

Si prese un momento per rifletterci perché- non era una brutta idea. Certo, avrebbe dovuto dire addio ai tre ragazzi, ma da quanto si conoscevano? Un mese? Aveva vissuto per vent'anni senza di loro, di sicuro sarebbe riuscito a continuare in quel modo. Non aveva bisogno di loro. Era stato divertente finché era durato, ma non valeva la pena di vendere la sua faccia ai paparazzi e farsi inghiottire in un mondo di cui non voleva far parte. Non aveva bisogno di Louis.

«Dolcettino alle ciliegie, bentornato!» esclamò nonna Ashton dal soggiorno, a cui seguì il più tranquillo «Ciao, nonna,» di Liam. Si sentì il suono della porta che veniva chiusa e poi il chiacchiericcio dei due. Nonna Ash stava probabilmente chiedendo a Liam com'era andato il corso e lui stava raccontando le cose che gli erano successe durante la giornata, e di nuovo Harry si sentì tagliato fuori. Il suo stomaco sembrava così pesante da schiacciare tutti gli organi sottostanti, e davvero non sapeva spiegare il perché di quella sensazione. Era stanco.

In ogni caso, si costrinse ad alzarsi dal letto quando vide Liam passare davanti alla sua stanza, prese un respiro per darsi coraggio e seguì l'amico, sperando non fosse più così arrabbiato.
«Posso?» chiese affacciandosi alla porta.
Liam stava svuotando il suo zaino, riponendo alcuni libri sulla scrivania e gettando nella spazzatura un paio di fogli accartocciati. «Che c'è?» domandò senza guardarlo.
Harry sospirò, entrando nella camera e appoggiandosi distrattamente al comò. «Mi ha chiamato Louis, poco fa. Ci sono delle cose che dovresti sapere.»

L'altro ragazzo alzò finalmente lo sguardo su di lui, le sopracciglia aggrottate in preoccupazione. «È successo qualcosa?»
«No,» lo rassicurò il riccio «Ma... beh, sai di quelle foto che sono finite su twitter?»
«Sì,» annuì Liam, la fronte ancora corrugata.
«E hai mai notato le due ragazze che si siedono sempre al bar qui di fronte?»
«Sì! Sai chi sono? Le vedo lì da settimane.» esclamò Liam, finalmente mostrando un'emozione che non fosse il nervosismo.

Harry scosse la testa. «No, ma io e Louis abbiamo fatto una specie di esperimento e abbiamo scoperto che mi seguono. Per arrivare ai No Direction, ovviamente.»
«Gesù Cristo,» Liam sgranò gli occhi, abbandonando lo zaino per sedersi sul letto.

Harry si fidò a raggiungere la sedia davanti alla scrivania, sistemandosi lì e sperando che l'amico non lo mandasse via. «Louis ha detto che probabilmente vogliono anche capire chi io sia e quale sia la mia relazione con la band. Sai che i fan inventano sempre un mucchio di congetture stupide,» disse, prima di ricordarsi che Liam era uno dei fan. Fortunatamente il ragazzo sembrò non accorgersene. «Quindi, ecco, per evitare che nascano nuovi problemi, Louis mi ha fatto una proposta. Riguarda sia me che te, naturalmente.»

Liam lo spronò a proseguire con lo sguardo, ed Harry annuì.
«I manager della band hanno suggerito di organizzare un'uscita, noi cinque insieme, per farci fotografare dai paparazzi e rendere tutto pubblico. Che ne pensi?»
«Sarebbe un modo... per far vedere che siamo loro amici? È questo che dobbiamo rendere pubblico?» chiese Liam.
«Già,» sospirò il riccio «Non è un'idea che mi piace molto, ma d'altronde non penso parteciperò.»
«Cosa?» esclamò sconcertato Liam «In che senso? Perché no?»

«Lee, avanti,» espirò Harry. Indicò le pareti della stanza coperte di poster prima di tornare a guardare l'amico. «È evidente chi tra noi due tenga di più a loro. Io... non c'entro niente. Se mi tolgo di mezzo adesso avremo molti meno problemi, credimi. Tu adori i No Direction, ma io no, e non voglio far parte di tutto quel mondo di celebrità e gossip e cazzate.»

Liam sembrava ancora confuso, però, come se proprio non riuscisse a seguire il suo ragionamento. «Ma sei loro amico...» farfugliò, lo sguardo uguale a quello di un cucciolo spaesato.
Harry sospirò, stringendosi nelle spalle. «Non tanto da stravolgere la mia vita per loro.»
«Ma...» ritentò l'altro «Haz, io credo che tutta questa storia dell'uscita e dei paparazzi l'abbiano pensata soprattutto per dimostrare che non c'è niente fra te e Louis, non per me. Non c'ero io in quelle foto, nessuno sa nemmeno che esisto.»
«Beh, ancora meglio se sparisco, allora, no?» ribatté il riccio «Davvero, è meglio così.»

«No, non credo che tu capisca. Hai guardato cos'è successo su twitter dopo le foto?» insisté Liam. Non aspettò neanche una risposta e recuperò immediatamente il cellulare dallo zaino, prendendo Harry per un polso e facendolo sedere sul letto accanto a sé. Poi gli mise in mano il telefono e- oh. Oh.

«Cazzo,» espirò sbigottito Harry. Quasi tutti i tweet risalivano a due settimane prima, altri erano più recenti, ma ciò che saltava all'occhio era la loro quantità. Erano infiniti. Infiniti. Avrebbe potuto scorrere la schermata per ore e non sarebbe arrivato alla fine. Per la gran parte erano scritti in stampatello maiuscolo, molti allegavano le foto di lui e Louis in terrazza, e i contenuti si dividevano in due categorie: la prima era composta da sequenze di consonanti impronunciabili e pura felicità verso Louis che finalmente "usciva allo scoperto"; la seconda era formata da chi sosteneva che le foto fossero false, o ritoccate, o che addirittura non ritraessero Louis, sebbene la sua figura fosse ben distinguibile. "Louis non è un frocio" diceva uno dei tweet, e il cuore di Harry fece male in modo insolito.

«Io- vedi? È di questo che stavo parlando, non voglio avere a che fare con niente di questa roba.» balbettò, restituendo frettolosamente il cellulare a Liam. Non voleva neanche più vederlo, era una follia. Era troppo.
«Ma se partecipi all'uscita e fai vedere che-» iniziò l'altro.
«No.» lo interruppe il riccio «Davvero, non fa per me. Non voglio.»
«Okay...» mormorò abbattuto Liam «Se cambi idea...»
«Non cambierò idea.» assicurò Harry «Tu pensa bene a tutta la questione di giornali e fan e paparazzi, quando decidi chiama Louis.»

«Tu gli hai già detto che non- che non vuoi più vederli, insomma?» chiese l'amico.
«No,» ammise Harry «Per favore, diglielo tu.»
«Perché io?» si allarmò Liam.
«Perché... perché sì.» Perché se parlo con lui mi lascerò convincere. «Ti prego.» supplicò aggrappandosi al braccio di Liam.
L'amico lo guardò con espressione esitante, ma alla fine cedette e «Va bene.» accettò.
«Grazie,» espirò sollevato il riccio, ignorando il vago senso di vergogna che gli stava invadendo lo stomaco. Diede una piccola stretta al braccio di Liam per ringraziarlo ancora, lieto che non fosse più arrabbiato come il giorno prima, e poi si alzò in piedi, pronto a tornare in camera propria.

«Uhm, Hazza,» lo richiamò invece Liam.
Harry si voltò sorpreso a guardarlo, restando in silenzio quando vide la sua espressione colpevole e aspettando che proseguisse.
«Io, uhm- davvero non c'è niente tra te e Zayn?»
«Certo che no,» asserì il riccio. Tornò a sedersi accanto all'amico quando lo vide abbassare lo sguardo, lasciando un piccolo spazio tra loro perché non era ancora sicuro di quanto potesse avvicinarsi.

«Mi dispiace per come mi sono comportato. Sono stato un idiota, ti chiedo scusa.» mormorò Liam, lo sguardo ancora basso sulle proprie mani «È solo che... tu sei sempre piaciuto a tutti più di me, fin da quando eravamo piccoli. Tu eri allegro ed estroverso, io ero timido e imbranato, e... tutti volevano essere tuoi amici, io venivo sempre dopo. Conoscevo altre persone perché giravano intorno a te, e so che sono passati anni e non dovrei più pensarci, ma non riesco ad evitarlo. Credo sempre che tu sia a un livello superiore al mio, che chiunque preferisca sempre te. E- non è che io abbia mai avuto una possibilità con Zayn, so di non essere alla sua altezza, ma... ero davvero spaventato che tu stessi facendo qualcosa alle mie spalle, anche sapendo quando tengo a lui.»

Harry dovette deglutire più volte per scacciare il magone che sentiva in gola, le lacrime gli pizzicavano gli occhi perché Liam non gli aveva mai detto di provare quelle cose. E si sentiva stupido per non averle capite da solo. «Lee,» balbettò «Lee, mi dispiace così tanto,»
«Non è colpa tua,» rispose immediatamente il ragazzo, alzando lo sguardo e avvolgendogli le spalle con un braccio «Non è colpa tua, non hai fatto niente. Sei un fantastico migliore amico, d'accordo? Non hai fatto niente di male, perché stai piangendo?»

Il riccio scosse la testa e si girò per abbracciarlo, stringendolo con forza finché non fu Liam a decidere di distaccarsi. Stavano succedendo troppe cose insieme, e tutte lo facevano sentire di merda. Era un orribile migliore amico. «Ti voglio bene,»
«Ti voglio bene anch'io,» sorrise dolcemente Liam, spostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte e colpendogli con leggerezza una spalla «Cercherò di ragionare con più calma in futuro, non mi piace essere arrabbiato con te.»

Harry lo abbracciò di nuovo, e per un po' rimasero semplicemente in silenzio, circondati dai ridicoli poster dei No Direction. Liam decise di chiamare subito Louis per comunicargli la sua decisione, perché evidentemente non aveva bisogno di riflettere e pensare alle innumerevoli conseguenze che frequentare la band avrebbe comportato. A quanto pareva era pronto a tutto per i tre idioti, e non c'era molto che Harry potesse fare se non ascoltarlo parlare con Louis al telefono. Per fortuna non riusciva a sentire la voce del maggiore attraverso la cornetta, perché non voleva sentirla mai più in tutta la sua vita. Gli faceva un brutto effetto.

E in ogni caso, più pensava alla sua scelta e più si convinceva che fosse quella giusta. Si era fatto trasportare dagli eventi, da Louis e dalla sua bocca e- Ugh, non ricominciare, si riprese.
«Okay, a presto, ciao,» stava dicendo in quel momento Liam, così il riccio mise da parte ogni altro pensiero e si girò a guardarlo.
«Tutto a posto?»
«Sì, Lou ha detto che usciremo probabilmente dopodomani, il tempo di organizzare tutto.» annuì il ragazzo.

«E... gli hai detto che io non ci sarò?» continuò Harry.
«Sì, gliel'ho detto.»
«E cos'ha risposto?» insisté.
Liam sospirò. «Niente. Cosa avrebbe dovuto rispondere? Niente.» ripeté troppe volte, e a quel punto era chiaro che si sentisse a disagio.
«Stai mentendo.» replicò il riccio «Si vede che stai mentendo. Allora? Cos'ha risposto?»

«Harry, e che cazzo, se volevi sentire la sua risposta potevi parlarci tu.» sbottò spazientito Liam, alzandosi in piedi e spingendolo fuori dalla stanza. Incredibile quanto potesse essere rude.
«Ma-» tentò il riccio.
Per tutta risposta, Liam afferrò il cuscino con stampata sopra la faccia di Zayn e diede inizio a un'orribile pomiciata che fece scappare Harry in salotto. E, sì, era davvero rude.

***

«No me gusta esta situación, chico.»
«Nonna, è una passeggiata di neanche venti minuti. Starò bene.»
«E che mi dici di tutti quei paparazzi? Sono avvoltoi a caccia di sciocchezze, che succede se algo va storto?»
«Algo? È- il marito dell'alga?»
«Oh Señor mío,»

Significa "qualcosa", tradusse mentalmente Harry, ma non disse nulla perché stava fingendo di leggere. Stava anche fingendo di essere indifferente al mondo esterno e al fatto che Liam stesse per uscire con i No Direction, e doveva proprio farsi i complimenti perché era un fantastico attore. Non aveva alzato lo sguardo neanche una volta, non era intervenuto in alcun modo durante la discussione, non sapeva nemmeno come fosse vestito Liam. L'aveva sentito chiedere innumerevoli consigli a nonna Ash, ma non l'aveva guardato neanche di striscio. Era bravissimo. Il talento fatto persona.

«Fai attenzione, okay?» si raccomandò nuovamente nonna Ashton «Chiama se succede qualcosa, allontanati se ci sono problemi o se ti senti a disagio, stai attento.»
«Okay, okay,» sospirò Liam. Da quello che Harry riusciva a intravedere con la coda dell'occhio, il ragazzo stava ora abbracciando nonna Ash, che sembrava davvero restia a lasciarlo andare. Alla fine si salutarono, comunque, e lui fece un cenno verso Liam quando lo sentì uscire dalla porta.
Aveva preso la decisione giusta.

D'altronde, non è che avesse bisogno di Louis. Perché avrebbe dovuto? Perché si erano baciati una volta? Perché stare con lui lo faceva sentire bene e costantemente a suo agio? Perché Zayn e Niall parevano molto vicini al suo ideale di amici? Perché si sentiva già così unito a tutti loro e coinvolto nelle loro vite? Cazzate. Aveva preso la decisione giusta.

Aveva preso la decisione giusta?

Alzò lo sguardo dal libro, aveva fissato la stessa pagina così a lungo da non sapere nemmeno più di cosa parlasse. E- davvero, non aveva idea di che libro fosse. Tutto ciò a cui riusciva a pensare era la sera in cui aveva trovato Zayn in bagno, il pomeriggio in cui Niall l'aveva rapito per finta, il momento in cui le sue labbra si erano posate su quelle di Louis. Non riusciva a smettere di pensare a quanto affaticato Louis sembrasse ogni volta che si vedevano, così stanco di recitare un ruolo che non gli apparteneva. Voleva davvero lasciarlo così? Senza neanche provarci? Voleva davvero mollare tutto?

«Nonna, passami il cappotto!» gridò balzando in piedi per raggiungere le scarpe. Infilò i primi stivaletti che gli capitarono sotto mano mentre nonna Ash lo guardava come se fosse impazzito. Non gli passò nemmeno il cappotto, quindi Harry dovette prendere la giacca più vicina e sperare che fosse della sua misura. «Ci vediamo dopo!» sbraitò lanciandosi fuori dalla porta. Non sentì la risposta della nonna, si precipitò lungo le scale e corse verso la stazione prima di accorgersi di aver superato Liam, così tornò indietro e si affiancò a lui. «Ehi,» ansimò mentre cercava di riprendere fiato. Cazzo. Doveva ricominciare a fare esercizio fisico.

«Che ci fai qui?» domandò sorpreso Liam.
«Eh... sai...» annaspò il riccio «Ho pensato di... uh... di venire con te.»
L'altro inarcò ridicolmente le sopracciglia. «Pensavo non volessi. Avevi detto-»
«Lo so,» sbuffò Harry. Si sistemò il foulard lilla che gli teneva indietro i capelli e indossò la giacca, scoprendo che per fortuna gli andava bene. Probabilmente era di Liam, ma non importava. «Quant'è che durerà questo supplizio?»
«Louis ha detto che basterà fare una passeggiata di un quarto d'ora o poco più, giusto per farci fotografare, e poi andremo a casa sua.» lo informò l'amico.

Harry annuì distrattamente, ancora impegnato a inalare abbastanza ossigeno. La camminata verso la stazione trascorse in silenzio, e durante il breve viaggio in treno era troppo occupato a pensare per fare conversazione. Avrebbe dovuto restare a casa, ma come avrebbe potuto? Non riusciva nemmeno a mettersi d'accordo con se stesso, come poteva capire qual era la decisione migliore?
Dio, sarebbe finito sui giornali. Non voleva neanche pensarci.

«Siamo arrivati,» lo riscosse Liam, troppo presto. La mezz'ora di tragitto era passata così rapidamente, non era pronto a ciò che lo aspettava. «Coraggio, sarà breve e indolore, come togliere un cerotto.»
«Togliere i cerotti non è affatto indolore.» bofonchiò seguendo l'amico fuori dal treno e poi attraverso la stazione di Londra. Liam gli diede una leggera pacca sulle spalle e quella fu la sua risposta. Forse disse anche qualcosa, ma Harry era troppo agitato per ascoltarlo. Continuava a pensare ai paparazzi e alle foto e a cosa avrebbero scritto di lui sui giornali, a cosa avrebbero pensato di lui i fan della band, a cosa sarebbe successo dopo quel pomeriggio. Dubitava che la sua vita sarebbe più stata "normale", da quel momento in poi. Non avrebbe più potuto tornare indietro.

Non ebbe tempo di farsi prendere dal panico, comunque, perché improvvisamente «Harry!» urlò una voce ad alcuni metri di distanza.
Il riccio sobbalzò e si aggrappò istintivamente al braccio di Liam, ma l'attimo dopo venne investito da qualcosa di morbido e rumoroso e- vivo. «Niall, porca puttana,» espirò spaventato, ricambiando l'abbraccio quando si accorse che il biondo lo stava stringendo.

«Sapevo che non ci avresti abbandonati!» esclamò entusiasta il ragazzo, poi lo lasciò andare per guardarlo sorridente «Ci speravo, più che altro, se no avrei dovuto fare il... quinto incomodo.»
«Quinto?» ripeté confuso il riccio.
«Sì, c'è anche Eleanor.» sbuffò annoiato Niall, ma tornò subito alla sua naturale allegria e abbracciò anche Liam, trascinando poi entrambi i ragazzi verso il resto della band, davanti a un edificio dall'aria moderna. A Harry sembrava familiare, forse era quello in cui si trovava lo studio di registrazione.

«Ehi, siete venuti entrambi!» sorrise Zayn quando li vide, mentre Louis si limitò a inarcare leggermente le sopracciglia.
«Sì, l'ho fatto per Liam. Non potevo lasciare che affrontasse tutto da solo.» si schermì il riccio, ignorando l'occhiata perplessa che l'amico gli lanciò.
«Mh-mh, chiaro,» annuì Louis, ma era evidente che lo stesse prendendo in giro e Zayn stava ridacchiando divertito, quindi Harry decise che il suo membro preferito della band era Niall. Glielo disse persino, e il biondo rispose con una pacca sulla schiena e un «Lo so, sono adorabile.»

Eleanor non disse nulla. Per la verità, si limitava a stare accanto a Louis e a parlare di tanto in tanto solo con lui. Rimase al suo fianco per tutta la passeggiata, tenendo una mano intorno al suo braccio mentre Zayn e Liam parlottavano fittamente ed Harry chiacchierava con il suo membro preferito della band, del tutto indifferente al fatto che Louis sembrasse un po' arrabbiato. Non lo stava neanche guardando. Davvero, i suoi occhi erano puntati su di lui solo perché ce l'aveva davanti.

Era ancora agitato, in ogni caso. Niall gli aveva detto di non far caso ai paparazzi, ma sentiva le loro voci e i click delle macchine fotografiche, sapeva che erano abbastanza vicini e li stavano seguendo. Non fu piacevole. Era come essere allo zoo, solo che stavolta era lui l'animale in gabbia.

«Stai tranquillo, d'accordo? Abbiamo ancora cinque minuti di camminata, poi andiamo a casa di Louis.» lo rassicurò Niall.
Il riccio lo guardò, sorpreso che avesse capito cosa lo preoccupava.
«Sei parecchio pallido,» spiegò il biondo «Puoi rilassarti, però, okay? Tanto l'articolo è già pronto: qualche stronzata sull'amicizia, Louis e Eleanor coppia dell'anno, solite cose. Ci sarà al massimo una riga su di te.»

«Come fai a saperlo?» chiese stupito il riccio.
Niall scrollò le spalle. «Il management controlla sempre ogni articolo su di noi, e questo è stato già preparato ieri. In effetti potrebbe anche servirci come pubblicità per il nuovo album.» rifletté «Inoltre certe cose sono sempre uguali. Posso anche dirti da quale angolazione ci stanno fotografando adesso.»
Harry inarcò le sopracciglia, preso alla sprovvista, e Niall lanciò uno sguardo oltre le sue spalle, sollevandogli poi di poco il mento.
«Ecco, così ti inquadrano meglio.» rise, mentre il riccio si sentiva pericolosamente vicino a un crollo psicologico.

Si sentì anche più vicino quando guardò davanti a sé e vide che Eleanor e Louis si stavano baciando, dritti davanti all'obiettivo di un fotografo, e il modo in cui l'intera scena era costruita e innaturale gli fece venire la nausea. Non era fatto per quelle cose. Avrebbe dovuto restare a casa.
«Sei geloso?» gli chiese Niall, che lo stava improvvisamente studiando con aria divertita.
Harry arricciò il naso. Certo che no, perché avrebbe dovuto esserlo? «Non è gelosia, è disgusto.»

***

[a/n]

Salve gente, parto subito chiedendovi scusa perché questo capitolo è orrendo e lo so. Ho fatto fatica a scriverlo, c'erano cose che volevo mettere qui ma non andavano bene e altre che non sapevo come inserire e insomma è 'na mmerda ✨
Perdonatemi, ugh

Poi, visto che me lo chiedete (in due ma vabbè, datemi il mio attimo di gloria), anche su twitter sono mysoftlouis, se vi interessano le lamentele inutili unite a papiri sul mio amore per Louis seguitemi pure, lol

Va bene basta. Spero non ci siano errori. Grazie as usual per seguire questa storia, vi amo con tutto il mio cuoricino stanco

See u next week, babes

Ele xx

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