YOU'LL LOVE THE DEVIL//JB.

By antoniauu

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Lei Skyler Blue Braun, ragazza bellissima, popolare, testarda, ma dolce allo stesso tempo. Lui Justin Drew Bi... More

capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
Scusate
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
Giochino...
capitolo 27
Altro giochino...
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 41 (2^ parte)
capitolo 42
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46

capitolo 47

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By antoniauu

Scusate per gli errori...

Skyler's pov.

La valigia poggiata sul mio letto senza lenzuola, ma formato da un solo materasso, mi sta facendo deprimere.

Sono le cinque di pomeriggio e mentre sono seduta sulla poltrona della mia camera, ascolto le conversazioni degli altri.

Michael e Ryan non fanno altro che parlare di Londra e di quanto sono felici di tornarci.

Mia madre che si fa in quattro per far sì che tutto sia perfetto.
Bentley che esce ed entra in continuo in casa, seguito da Katy.
Mio padre, bho.

Non credo che un padre sia così crudele nei confronti della figlia.
Cioè, non ho più il telefono da ieri sera, quando sono rientrata.
Non sono uscita da casa oggi, nemmeno in giardino.
Tutto il tempo dentro la mia camera a fare niente.

I compiti non li ho fatti perché domani essendo l'ultimo mi giustifico in tutto. Poco mi importa in questo momento della scuola.

Avevo già programmato di incontrarmi con Justin questa sera e salutarlo l'ultima volta. Ma a quanto pare non lo posso nemmeno salutare.

-Mia madre che entra in camera cattura la mia attenzione.
"Tuo padre ti sta aspettando giù." Corrugo la fronte a quelle parole.
Si siede sul materasso, mettendosi le mani fra i capelli.

"Mamma? Tutto bene?" Mi alzo dalla poltrona, avvicinandomi a lei cautamente. Mi inginocchio di fronte la sua figura, poggiando le mani sulle sue ginocchia.
Alza lo sguardo, incontrando il mio preoccupato.

"Scusa, Skyler."
"Mamma." La stringo fra le mie braccia, mentre lei scoppia in un pianto liberatorio.
Non sono mai andata parecchio d'accordo con mamma, rispetto a papà; ma a quanto pare i ruoli si sono invertiti.

"Lo so. Non è solo colpa tua." La tranquillizzo, prima che lei si scansa dal mio tocco asciugandosi le lacrime e indicandomi con un cenno della testa la porta.

Esco di camera stringendo il bordo della mia maglietta nelle mani.

Arrivo in salotto non trovando nessuno e per questo mi dirigo in giardino.
Mio padre sta seduto sulla sedia a dondolo tranquillo, con gli occhiali da sole e un bicchiere contenente qualche roba alcolica.

"Cosa vuoi?" Gira il capo nella mia direzione quando parlo, incrociando le braccia al petto.
"Ti volevo solo vedere." Dice troppo lentamente, come se fosse rincoglionito.

"Stasera, alle otto, ho organizzato un incontro con Justin, per l'ultimo giorno a Los Angeles, sia chiaro. E ti accompagno io." A sentire pronunciare quella frase una scia di brividi mi pervade.

Ci sarà qualcosa sotto, ne sono certa.

Senza rispondere rientro in casa, correndo su per le scale e chiudendomi in bagno.

Mi bagno i polsi alzando lo sguardo sullo specchio. Non ho per niente un bel aspetto. Due occhiaie fanno da cornice al mio viso che prima curavo tanto con creme e cosmetici.

Sono così in ansia per questa sera.
Non è che non voglio vedermi con Justin, ma ho paura di cosa possa fare mio padre.

-

Nobody's pov.

Tutto andava avanti lentamente.
La giornata stava passando con molta calma, come se il sole non avesse pensiero a tramontare.

Ciò che accadde fu tutto molto frenetico. Skyler aveva appena scoperto la verità sulla vita che conduceva il padre insieme alla madre.

Era entrata nel panico all'inizio.
Poi si era calmata, facendo lunghi respiri e continuando a bagnare i suoi polsi con acqua fredda.

Non sapeva più cosa dire o fare. Il suo carattere si era come calmato tutto di un tratto.
Ma aveva ancora quella strana sensazione, che la continuava a tormentare dal pomeriggio. Da quando il padre le aveva detto della 'visita' a Justin.

Era 'felice', ma anche preoccupata. Parecchio preoccupata.

Suo padre era fuori casa, non c'era.
Lei era stesa sul letto, con il telefono sequestrato.
Si stava annoiando tantissimo, ma la noia era spesso sostituita dall'ansia.

"Esco un attimo." Le disse Bentley, affacciandosi alla porta della sua stanza.

Il rumore della porta di ingresso che si chiuse, le fece capire di essere sola in casa.
Non comprese il motivo per il quale non ci fosse nessuno.

Si alzò dal letto ed uscì dalla camera.
Con passo accelerato andò in camera dei suoi genitori, dirigendosi subito verso quella parte di parquet con tutte le cartelle che non era riuscita a leggere.

Non c'era più niente.

Si passò una mano fra i capelli, tirando le punte e sbuffando scoraggiata.
Si sedette sul letto dei suoi iniziando a pensare dove un pazzo come suo padre potesse aver nascosto dei fogli.

La poltrona. Lei aveva sempre nascosto il suo diario segreto sotto il cuscino della poltrona, ma non c'era niente lì.

Sotto il letto, sotto il materasso.
Nulla.

Guardava la stanza. Cercava di capire dove mancava qualcosa. C'era solo un comodino.

La cassettiera l'avevano portata via.
Non le restava che cercare lì dentro.
Aprì tutti i tre cassetti, ma oltre alle cravatte di suo padre e molteplici calzini non c'era niente.

Fece per rimettere al proprio posto ogni cassetto, ma quello di mezzo si bloccò più volte.
Lo sfilò del tutto e lo poggiò sulle sue gambe.

Un foglio cadde a terra.
Bingo!

Tutti i fogli erano attaccati sotto al cassetto con uno strato di scotch.
Li prese tutti e si sedette sul letto dei suoi.

Iniziò a leggere con l'ansia che le cresceva sempre di più.

'Alessandro Braun denunciato da Marco Braun:.file-copia'

Suo padre denunciato? Chi era questo Marco?

'Allison Coleman e Marco Braun:.file-copia'

Per quale motivo vi erano cinque fogli sulla madre di Skyler e questo tipo qui?

I fogli erano tutti su persone che non conosceva, eccetto sua madre e...

'Justin Bieber e Skyler Braun:.file-copia'

Le si fermò il respiro.

Iniziò subito a leggere il documento, corrucciando le sopracciglia.

'Jeremy Bieber, non sta facendo altro che provare a distruggere la nostra organizzazione, cercando di fare entrare il figlio nei nostri commerci.
[-]
Skyler Braun è la prossima preda di Jeremy Bieber e se vogliamo portare avanti la società dobbiamo solamente annientarlo con prudenza.
Incontro con Justin Bieber fissato per domenica alle otto di sera.
                                 -Alessandro Braun
--

Ci vediamo lì allora, Braun.
Porta le armi e i passaporti per i ragazzi. L'aereo parte alle otto e trentacinque minuti.
                                  -Carlos De Silvas'

Cosa? Porta le armi?
Sperava che non fosse quello che pensava.

Lesse un altro documento e, 'spellato da Alessandro Braun', fu la conferma dei suoi pensieri.

Sbarrò gli occhi, il suo respiro accelerò ed andò in preda all'ansia.
Era vero, suo padre l'avrebbe fatto.

Perché non aveva lasciato tutto quando ancora poteva?
Perché aveva continuato ad andare avanti nella relazione?
Perché non aveva ascoltato?
Perché a lei?

Si alzò dal letto buttando tutti i fogli a terra.
Guardò l'orologio da parete.

"No! No! No!" Corse giù per le scale, aprì la porta di casa e si buttò in strada iniziando a correre verso la casa di Justin.

-Nella civiltà greca, Skyler sarebbe stata considerata un po' come una barbara.

I greci erano i Bieber, i barbari i Braun.
Nel senso di straniero. Erano degli stranieri, in una terra straniera.

I greci consideravano barbari tutte quelle persone con una civiltà organizzata in modo diverso dalla loro, (coloro che balbettavano soprattutto), e loro erano stranieri.

Erano entrati in un territorio già governato da altre persone, che li avevano ammoniti più volte.

Ma bisogna anche ricordare che i barbari erano fra i più forti. Ci sapevano fare con la guerra.
-

Suonò tantissime volte il campanello di casa di Justin, ma nessuno le rispose.

Poi venne strattonata da un braccio.
"Lo sapevo, cazzo!" Continuava a ripetere suo padre mentre la spingeva in macchina.
Uno schiaffo le arrivò sulla guancia.

Iniziò già a sentire le lacrime.

"Ci vogliono uccidere! Possibile che non lo capisci?!" Ed un altro schiaffo le arrivò dritto in faccia.

"Smettila, cazzo!" La voce di Bentley spuntò dai sedili posteriori. E Skyler ringraziò Dio che qualcuno avesse preso le sue difese.

"Non ti mettere in mezzo, Bentley." Disse il padre iniziando a guidare. Motivazione: incontro con Justin Bieber.

"Oppure, Alessandro?" il tono di Bentley era di sfida e Skyler si stava chiedendo come poteva essere così calmo. Lei stava tremando come una foglia.

Arrivarono al parco e rimasero in macchina. Skyler aveva gli occhi bassi, cercava di bloccare le lacrime.

Non pensava di trovarsi in una situazione tanto complicata.

Bentley scese dalla macchina, allontanandosi.
Alessandro passò un telefono a Skyler senza guardarla.

"Chiamalo." Era il telefono di Skyler, lo guardò per un attimo, poi compose il suo numero.
"Dove sei? Sono alla nostra panchina." La ragazza sussultò, scoppiando in un pianto, quando sentì la voce di Justin.

"Muoviti." Le disse il padre, che ormai non poteva più sopportare la situazione. Li odiava davvero tanto.

"Digli di andare verso il lago." Le ordinò il padre.

"Justin vediamoci al lago. Sto arrivando." Disse Skyler cercando di non far trapelare la sua voce rotta dal pianto. Il padre le strappò il telefono di mano, chiudendo la chiamata. Aprì il cassetto interno della macchina, di fronte le ginocchia di Skyler, prendendo una pistola.

"Scendi." Ordinò alla bionda, che scese solo dopo aver osservato i movimenti del padre che scendeva dalla macchina. Skyler si strinse nelle spalle, seguendo il padre che andava verso il lago, camminando per il sentiero di pietre del parco.

La pistola infilata fra la cintura dei pantaloni e questi, fecero veramente capire a Skyler che personaggio fosse suo padre. Possibile che considerava quella persona un suo genitore?

Poi vide Justin, vicino al lago, che era impegnato con il telefono; una sigaretta gli pendeva dalle labbra.
Il padre la spinse avanti, rimanendo ad un'ampia distanza da Justin.

Skyler fece qualche passo avanti, asciugandosi più che poteva le lacrime.

Si guardò intorno scorgendo la figura di Bentley in lontananza. E poi quella di un altro uomo.

"Skyier." Justin si accorse della sua presenza, mettendo via il telefono, buttando la sigaretta ed andandole incontro per abbracciarla.

"Piccola, perché piangi?" Le baciò la testa, stringendola fra le braccia.

Skyler non rispose, tirò su col naso e strinse le braccia intorno al busto di Justin. Poi però le tornò in mente l'immagine di suo padre e si allontanò subito, asciugandosi le lacrime.

"Wo, che succede?" Chiese Justin.
"Justin, non... non l'ho voluto io. Mi dispiace t-tantissimo. E non mi importa cosa penserai di me dopo, ma non pensavo andasse così." Ed in un certo senso era vero. Non si aspettava di certo che suo padre fosse un criminale, avesse ucciso delle persone e rovinato intere famiglie.

"Torno a Londra." Fu secca, veloce ed insensibile. Lui aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì alcun suono. Poi gli spuntò in viso un sorriso falso.

"Non ho voglia di scherzare, Sky." Rispose; si avvicinò il padre di Skyler e fu lì che capì che tutto era vero. Gli si gelò il sangue nelle vene, un'improvvisa ansia lo avvolse.

"Non scherza affatto, adesso se non ti dispiace di a tuo padre di smetterla e di stare lontano. Non li voglio i rompicoglioni." Disse Alessandro. Justin guardò prima Skyler che stava dietro le spalle del padre, e poi guardò di nuovo la figura dell'uomo. Rielaborò le sue parole e strinse i pugni nutrendo una rabbia nei suoi confronti.

"Non ti permettere, pezzo di merda!" E lo spintonò, per poi continuare.
"Sky, vieni con me, non gli dare tono." Tese una mano verso la ragazza.

Fu una cosa di pochi secondi. Justin provò a fare qualche passo verso il corpo immobile della sua amata; Alessandro gli puntò la pistola contro, Justin sgranò gli occhi, rimanendo in bilico.

Bentley tirò in disparte Skyler, portandole le mani dietro la schiena. Lei iniziò ad urlare, attirando l'attenzione delle poche persone che erano lì in quel momento sbagliato. Bentley cercava di trascinare via sua sorella, che aveva puntato i piedi per terra, sull'erba.

Si avvicinò l'uomo che aveva notato prima Skyler. Era Carlos De Silvas, che prese Justin e portando anche le sue mani dietro la schiena lo immobilizzò.

Alessandro scagliò il calcio della pistola sulla guancia destra di Justin, rompendogli un labbro.

"No! Papà!" Implorò Skyler. "Bentley, lasciami!" Cercò di liberarsi dalla presa di suo fratello, ma era troppo debole.

"Pezzo di merda!" Il padre di Justin si scagliò sul corpo di Alessandro, buttandolo a terra. La pistola del padre di Skyler volò lontano dal punto dove si ritrovarono a picchiarsi i due uomini. Un pugno, sferrato con più potenza degli altri stordì Jeremy. Alessandro si alzò velocemente, prese la pistola e la caricò.

"In macchina!" Si rivolse a Bentley, che provava ancora ad allontanare Skyler.

Justin non si poteva muovere e si ritrovò nuovamente una pistola contro.

"Ci vediamo all'inferno, Jeremy." Pronunciò prima che cliccò sul grilletto, Carlos lasciò Justin per evitare l'urto e ci fu un rumore assordante. Il corpo del ragazzo cadde a terra; Skyler si girò per vedere la scena, lasciandosi cadere sulle ginocchia. Nell'aria c'erano solo le sue urla, quelle di Jeremy ed i movimenti del padre che cercava di scappare il prima possibile.

Bentley lasciò la sua presa su Skyler che si precipitò verso il corpo immobile di Justin.

"No, no, no! Justin!" Lo baciò ripetutamente. Portò le sue mani, che tremavano, sulla ferita, vicino il cuore. Non sapeva cosa fare, ma non sarebbe rimasta lì immobile a vederlo morire.

"Non chiudere gli occhi, Justin, Ti amo, tanto. Scusami per tutto." Pianse sulla sua spalla. Quando lo sentì respirare più faticosamente, sollevò la sua testa. Si asciugò le guance, sporcandosele di sangue.

"Ti odio, Skyier." Disse Justin, tossendo. "Non so, s-se sei stata tu, tu il diavolo per me o io per te." Chiuse gli occhi, con un piccolo sorriso che gli incorniciava il viso.

Lei fu presa da Bentley, che la portò subito in macchina. Era rimasta immobile, sconvolta dalle parole di Justin.

La polizia arrivó poco dopo, insieme ad un'ambulanza, ma questo lo posso dire solo io, perché Skyler ormai era già sulla via per l'aeroporto con un cuore ed un'anima in mille pezzi.

Fine.

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Grazie per aver letto la mia storia fino alla fine.

P.S.: ho pubblicato il sequel sul mio profilo; si intitola: 'BLONDIE.' Spero che vi piaccia!
Vi lascio il link:
h

ttps://my.w.tt/mJYAtcJX6N

Grazie mille per tutto!

Antonia C.

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