Mi Abbandono a Te

By Barbarabruniauthor

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"La chiave del mio cuore è solo tua, fanne buon uso... e abbi cura del mio cuore. Te lo dono con tutto l'amor... More

BOOK TRAILER:
HARMONY 01
PROLOGO: AMORE FOCOSO
1. UN SOGNO SENZA FINE
2. AMORE CORRISPOSTO?
3: BACIATA DA UNO SCONOSCIUTO
4: RAPITA
5: BACIATA DA UNO SCONOSCIUTO
6: AMORE INDIMENTICABILE
7: LUI NEL MIO LETTO
8: IL SUO TOCCO MAGICO
9: INCANTATO DA ME
10: SPOSARSI?
11: AMORE IN CARROZZA
12: FINALMENTE SPOSI!
13: UNA PICCOLA LUNA DI MIELE
14: BACI e LACRIME
15: LUI NON MI AMA PIÙ?
16: L'AMORE RIFIORISCE
17: NIDO D'AMORE TUTTO NOSTRO
18: VOGLIE IMPROVVISE
19: VERITÀ' AMARA
20: LOTTARE PER CIO' CHE SI AMA
EPILOGO

21: AMARE CIO' CHE GIA' SI HA

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By Barbarabruniauthor

21° CAPITOLO

Quando rientrai nella piccola dimora nell'attesa di riabbracciare mio marito, mi accorsi che lui non era in casa. Così lo aspettai per interminabili minuti, finché non mi allarmai. "Forse non aveva ricevuto il mio messaggio?" Guardandomi intorno vidi un po' di polvere sui mobili, poi mi ricordai che la cameriera non c'era in casa, ed ero stata io a mandarla via per giorni, visto che mi ero brevemente trasferita da mia madre... mi sembrò la scelta più saggia da fare.

Così decisi di darmi da fare per riordinare quel disordine abissale. Prima che rientrasse mio marito in casa tutto doveva essere in ordine. Quindi mi affrettai a prendere tutto il necessario, dovevo lucidare ogni cosa, togliere il caos che si era creato, e alla fine dovevo lavare ogni bicchiere di cristallo, compresi piatti e piattini. Mi ero già messa all'opera, stavo dando una veloce sistemata al piccolo salotto dove per giorni non c'era stato proprio nessuno in casa... perché la festa che mio marito aveva dato in onore del nostro matrimonio non si era svolta lì, ma nella grande e maestosa dimora di mia madre. Ed io n'ero stata felice del risultato! "Daniel era riuscito nel suo intento".

Lui voleva fare sapere a tutti che eravamo felicemente sposati, ed io ero rimasta estasiata della gente che era felice per noi. "Ma ora veniva il bello!" Ed io non ero lì per una festa, o per chissà cosa, ero lì per amare mio marito, e volevo farlo lontano da tutto e tutti.

Dovevo solo rimettere tutto in ordine. Per qualche strana ragione bussarono alla porta, ed io vidi un fanciullo porgermi una letterina. Mi disse che Daniel mi aveva lasciato un messaggio. "Che cosa voleva significar?" Lessi quella lettera in fretta, mentre vidi con i miei occhi che quel bambino volava via dall'abitacolo, rimasi senza parole.

Daniel era uscito di casa molto presto quel pomeriggio, perché doveva scortare un suo vecchio amico fino a casa con la sua carrozza, almeno era ciò che la lettera diceva. "Così mi ha lasciata tutta sola?"

"Quando tornerà a casa mio marito?" Passò un'ora, ed io già iniziai a perdere la pazienza. Mi mancava terribilmente, dalla rabbia diedi un pugno sul grande comò in soggiorno, finché non vidi cadere qualcosa sul pavimento. Lo raccolsi da terra subito, e trovai qualcosa avvolto in una carta colorata. La guardai per minuti infiniti, poi mi decisi a prenderla tra le mani per valutarne il contenuto. Trovai un biglietto all'interno di quella carta colorata, era lo stesso foglio dorato, ma scritta con l'inchiostro nero. Leggendolo rimasi senza parole, e mi chiesi se in tutta quella faccenda non ci fosse dietro Marcus. "Chi mai potrebbe minacciarmi?" Quella minaccia però, non era una minaccia di morte, ma una minaccia a sfondo sessuale. Sospirai nervosamente, stringendo il biglietto in una mano lo rilessi con più decisione. "Chi avrà mai lasciato questo biglietto? Marcus non poteva essere a conoscenza della nostra festa, o forse invece sapeva tutto?" Ma allora chi mai poteva fare una cosa del genere? Il biglietto parlava chiaro... e mi raggelava il sangue solo rileggendo quelle poche righe:

Molto presto sarete mia. E quando vi prenderò vi scoperò in modi che nemmeno la vostra mente immagina.

Pensai che fosse di mio marito, ma poi... ripensandoci, "perché avrebbe mai dovuto fare una cosa del genere?" Cercai di non perdere tempo, così salì in camera da letto, e misi addosso qualcosa di confortevole. Aspettai per ore mio marito, ma di lui nessuna traccia, fin quando scendendo le scale sentì un rumore provenire dall'esterno della casa. Pensando che fosse mio marito corsi da lui intenta a baciarlo dolcemente. Una volta giunta fino all'ingresso vidi che nel salottino tutte le persiane erano chiuse, e che la luce non filtrava, nemmeno la luminosità della luna. Non si vedeva nulla, ma volli farmi forza e andai fino alla porta. Aprendola di scatto urlai, quando due mani forti mi afferrarono con forza. Gridai, ma nessuno riusciva a sentirmi. Un uomo mascherato mi aveva appena afferrato per i fianchi, ed ora mi stava trascinando a terra sul pavimento.

«Lasciatemi! Appena rientrerà mio marito vi taglierà la testa!» gridai con rabbia, ma quell'uomo con il volto coperto non mi rispose, mi sorrideva a stento, e quando mi trascinò per un braccio contro le scale capì che sarebbe stato impossibile per me liberarmi di lui. Voleva qualcosa da me, e cosa mi sfuggiva.

«Sei mia.» i suoi occhi così chiari come un'alba mentre mi assaggiavano da lontano mi sembravano così familiari, eppure avevo un brutto presentimento.

«Che cosa volete da me?» chiesi cercando di sfuggirgli, ma lui mi teneva così in pugno che non potetti far nulla per allontanarmi da quel mostro. Lo chiamavo quel mostro, ma non sapevo nulla, se non che volesse me. "Ma perché mai?" Da dov'era saltato fuori, e cosa più importante perché era lì? Noi non avevamo così tanti averi, né soldi, e nemmeno tanti gioielli. Quindi che cosa poteva mai volere da me?

«Oh, voglio tutto quello che è vostro.»

Mi puntò una pistola alla tempia, ed io sgranai gli occhi alla vista di quell'arma. Cercai di calmare la tensione, finché nella mia mente non si espanse un piccolo pensiero. "No, non può essere..." Se Daniel sta giocando con me mi arrabbierò, così tanto che mai lo perdonerò per la sua crudeltà! "Stava giocando?" Come l'altra volta che si era finito un losco ladro per rapirmi, portandomi via dai miei genitori? Possibile?

«Daniel, sei tu?» lo guardai con aria seducente, affascinata dal mantello nero, e il completo totalmente black che indossava. Era quasi uno smoking, e me ne accorsi solo dopo. "Allora è lui!" Urlai dentro di me tra panico e gioia. Portava un farfallino argentato, e una camicia bianca divina. Sembrava quasi vestito come Daniel, eppure c'era qualcosa di lui che mi faceva impazzire.

«Oh, no signora, io sono un comune ladro, e ho voglia di prendere tutto ciò che è vostro, a cominciare di questa bella collana, e poi...» mi tirò a sé strappandomi di dosso la collana di perle che portavo al collo. Iniziai subito a sentirmi mancare il respiro, e anche se desideravo divincolarmi dalla presa possente di quel ladro, non riuscì a muovere un solo passo. L'unica cosa da fare, era gridare aiuto. "Dov'è mio marito? Dimmi che non gli ha fatto del male questo tizio infame!" Volevo piangere, ma non ne avevo voglia. Dovevo essere forte, e in un momento del genere dovevo lottare per sopravvivere.

«E voglio anche il vostro cuore.» i suoi occhi su di me mi fecero atterrire.

«Voi siete un pazzo!» gli urlai con disperazione.

«E voi signora siete mia. Vi ho già in pugno non vedete?» mi strattonò su di sé, legandomi al suo corpo con quelle mani ruvidi e grandi. Sembrava un leone pronto ad assaltare la sua preda, e quella preda ero io, ma perché mai?

«Lasciatemi, vi supplico!» replicai atterrita da come mi maneggiava con le sue grandi mani.

«Adoro quando una donna mi supplica, supplicatemi di farvi mia ora.» mi divincolai in un modo quasi brutale, ma le sue mani mi afferrarono per i capelli tirandomi forte verso la sua bocca. Mi leccò una guancia, ed io con disgusto gli sputai in faccia.

Lo guardai con una rabbia e con un profondo sdegno che scoppiai a ridergli in faccia burlandomi di come deliziava una donna al suo cospetto. Faceva rivoltare lo stomaco, ed io iniziavo a sentirmi mancare il respiro. "Perché sei tu? Non poteva essere uno scherzo di Daniel?" Magari fosse vero, e invece era un uomo viscido e arrogante!

«Daniel!» gridai in cerca dell'aiuto di mio marito, ma quell'uomo mi tappò la bocca e mi spinse giù fino alle scale.

«Lui non è più qui.» a quelle parole sbottai, e desiderosa di graffiargli il viso coperto dalla mascherina, mi affrettai a fargli molto male. Se aveva fatto del male al mio unico amore, l'avrebbe pagata a caro prezzo!

«Vi ucciderò se avete fatto del male al mio amore!» lo minacciai, ma quel tipo mi rise in faccia.

«Il vostro amore?» sorrise con gioia, e iniziò senza alcun permesso ad infilare le sue orribili mani dentro le gonne dell'abito che mio marito per quell'occasione mi aveva donato.

«No, vi prego no! Non fatelo.» gridai disperata.

«Oh, sì devo impartire una lezione a vostro marito.»

«Voi chi siete in realtà?» chiesi curiosa di sapere chi fosse il mio aggressore, ma saperlo a cosa sarebbe servito?

«Vostro marito mi ha derubato. Avrei potuto essere io ad ereditare quella fortuna, e invece la sua cara nonnina ha deciso che non dovevo essere io il fortunato. Ora Daniel pagherà caro, e voi morirete, proprio come la contessa!» scioccai a quella rivelazione, e il cuore palpitò più forte, consapevole che fosse a breve sarebbe toccata la stessa sorte anche a me. "Oh, Daniel, dove sei finito!" Non volevo credere che quell'uomo fosse tanto crudele da uccidere anche una donna anziana per punirla di non averle dato ciò che gli spettasse.

"Eppure nelle sue parole avevo appreso tante cose, e una di quelle era ben chiara: lui non era un brav'uomo, niente affatto!"

«Avete ucciso la nonna di Daniel? È orribile!» dissi con sgomento, atterrita da come un uomo potesse far del male ad un'altra persona...

«Oh, sì, ma prima di farvi del male, voglio prendermi ciò che è vostro, e inizierò a scoparvi, tanto per cominciare, vi strapperò i vestiti di dosso, e alla fine vi ucciderò con le mie stesse mani.»

«Daniel verrà qui e vi ucciderà per primo se oserete anche solo toccarmi!»

«Vostro marito, se ancora non l'aveste capito, l'ho ucciso. Nessuno vi salverà...» stavo per perdere il sennò, quando quell'uomo che continuava a toccarmi ovunque volesse sotto il mio abito incantevole, quel tipo mi guardò con una tale malizia che mi disgustò. Eppure il solo pensiero che il mio amato Daniel lo avesse ucciso, era come se una parte di me se ne fosse andata con lui. Però, il mio cuore non voleva credergli, no Daniel era ancora vivo. Me lo sentivo dentro che il mio grande amore era vivo, ed io dovevo fuggire da lì subito pur di salvarmi e correre dal mio Daniel. Sperando solo che non fosse troppo tardi...

«Voi siete un mostro!» lo affrontai con tutto il coraggio che avevo in corpo, e lo guardai malignamente. Sebbene avesse gli occhi chiari come Daniel, e sebbene indossasse lo stesso vestito, il so sguardo su di me non era altro che crudele e malizioso, non aveva nulla che assomigliasse al mio Daniel. Portava i capelli molto corti, e li aveva di una tonalità tendenti al grigio scuro, e forse diceva il vero. Forse era un lontano cugino dei genitori di Daniel, forse voleva tutto il patrimonio della sua famiglia, eppure la contessa sua nonna, aveva scelto Daniel che fosse o no figlio legittimo di suo figlio. Era ammirevole, per quanto ci odiassimo, il solo sapere che la contessa era stata uccisa dalle mani di quell'uomo era ripugnante. Ed io dovevo salvarmi, non solo per me, ma per il futuro della nostra bambina. Entrambi sognavamo una figlia d'amare e coccolare, ed ora quel bellissimo sogno si stava quasi infrangendo. Ma io non lo avrei mai permesso.

Quell'uomo esplose a ridermi in faccia, ed io mi agitai di più quando mi strinse un braccio con tutta la forza che aveva nella mano, con una gamba mi bloccava ogni possibilità di liberarmi dalla sua presa possente, ed il suo intento era più che evidente. Stava per farmi del male, e non solo fisicamente. Mi avrebbe portato via tutto ciò che Daniel con il suo amore mi donava. Facendomi sua non avrebbe fatto altro che distruggere tutto il resto. Ed io non volevo essere toccata da quell'uomo, né ora e né mai. Urlavo il nome di Daniel, seppur invano... desideravo che lui mi salvasse da quell'uomo. "Come siamo arrivati a tanto?" Daniel si era preso ogni cosa che gli appartenesse, quel patrimonio era suo, aveva anche venduto una delle proprietà di famiglia che gli spettassero di diritto, eppure non aveva fatto i conti con quell'uomo spregevole e maligno.

«La colpa è solo di vostro marito, se avesse rifiutato quello che gli spettava di diritto, ora voi non sareste qui, sotto di me sulle scale mentre io sto per prendervi! Ahahahaha...» era così spregevole che ormai le lacrime scivolarono dagli occhi e non potetti più fermarmi. Per quanto cercassi di essere coraggiosa, in quel momento non c'era nulla che io potessi fare. Nulla. Cercai più e più volte, seppur invano di allontanarlo da me, ma più tentavo di dargli calci ovunque potessi prenderlo, e più lui mi sottometteva al suo volere.

«No, vi prego, no!» urlai con disperazione, e più quell'uomo cercava di farmi sua in quell'unico modo che a me faceva rivoltare lo stomaco, e più mi dimenavo sotto quel corpo come se fossi stata morsa da un lupo affamato di carne fresca.

«Ora siete mia!» Cercò con forza di strapparmi via il corpetto dell'abito, quando mi sentì morire in fondo all'anima. Stava per prendermi, ed io strizzai gli occhi dallo spavento, mentre la paura e il disgusto, e il disprezzo aumentavano sempre più dentro me. Urlai forte, sperando che qualcuno mi salvasse, e il solo pensiero che mio marito non era lì con me perché quel tipo gli aveva fatto del male... ogni mia iniziativa di fuggire via il più lontano possibile si arrestò di colpo.

Cercai di farlo ragionare, dicendogli che quello che stava facendo a me non era giusto, ma quel volto ombrato da quella mascherina non aveva alcuna dignità né pietà.

Continuava a ridermi in faccia, e sussurrandomi parole sconce, mi strappò il vestito di dosso facendomi urlare nel dolore più profondo e mai sentito prima d'allora. Mi toccava le cosce da sotto l'abito, o per meglio dire di quello che ne rimaneva del mio bel vestito nuovo. Lo aveva fatto a brandelli, ed io ero più disperata che mai. Non per il vestito che Daniel mi aveva regalato quella sera stessa, ma per quello che stava per farmi fisicamente. Voleva abusare di me, ed io non potevo più far niente per difendermi.

«Tu sei mia! E adesso mi prenderò quello per cui sono venuto qui!» mi baciò spudoratamente, ed io piansi subito. Ero appena stata baciata, ma non da mio marito, bensì da qualcun altro. Il solo pensarci mi raggelava il sangue, ma gridai inviperita.

«No! No! Non voglio!» urlai forte, mentre le lacrime pizzicavano gli occhi ormai offuscati dal dolore e dalla delusione che stavo provando in quell'attimo idilliaco, mi sentì sprofondare in un'altra realtà. Non ero lì sotto quel corpo, non ero lì con quell'uomo orribili che voleva farmi cose orribili, ero altrove, fra le braccia del mio Daniel al calduccio nel nostro letto ad amarci intensamente senza pensare al domani... Ma la realtà era ben diversa, e mi odiavo per non riuscire a reagire per come avrei voluto io. "Come può farmi questo?" Dall'amarezza che sentivo dentro di me ci vedevo anche sfocata, singhiozzavo quando sentì solo il vuoto intorno a me e nulla più. Persi il controllo nell'attesa che lui si prendesse quello che voleva da me, poi il mio cuore si arrestò. Per un'infinità di secondi era come se non ci fossi più. Non sentivo nulla, né le mie lacrime addosso, né ciò che seguì. Piangevo così forte che anche il solo sentirlo respirare addosso a me mentre mi faceva sua, mi allarmai, poi una confusione di voci, rumori che non ne capivo la provenienza, e dei passi su di me sempre più vicini... sentì solo un forte boato, così acuto che mi scompigliò i sensi, squassandomi il cuore completamente. Mi mancavano le forze, e lì sulle scale tutta la mia volontà di restare sveglia stava a poco a poco svanendo.

«Tu, bastardo!» aprì gli occhi solo un attimo per capire quello che stava succedendo, quando vidi il suo sguardo che si posava su di me, mentre quell'uomo era già sparito chissà dove.

«Ti prometto che starai bene Nicole.» qualcuno mi prese in braccio, ed io senza capire cosa stesse succedendo intorno a me, sprofondai in un sonno abissale

Mi risvegliai all'improvviso, tra un sospiro angosciante e una lacrima sul viso ancora impressa sulle guance, iniziai a sentire un calore indescrivibile, non capivo cosa fosse successo, né dov'ero. Era tutto confuso, ma poi alzai lo sguardo altrove e me lo vidi lì che mi teneva stretta contro il suo petto. Mi allarmai subito, e urlai dalla disperazione. Cercai di allontanarlo da me, ma quell'uomo mi legò forte al suo corpo, ed io non potetti far nulla per divincolarmi dal suo abbraccio.

«Mollatemi subito!» dissi tra grida e voglia di scappare via.

«Ehi sono io! Calmati Nicole!» mi strattonò a sé ed io gli diedi un pugno sul petto, e nel modo più semplice che conoscevo cercai di allontanarlo da me.

«Non toccatemi!» lo guardai bene, e tremavo già di paura. Ma quando capì che quello era Daniel, rimasi turbata. Avevo paura, paura che mi toccasse, sebbene il mio cuore lo riconosceva, la mia mente era ancora deviata da quei brutti ricordi.

«Sono tuo marito! Guardami negli occhi, Nicole!» rimasi lì a fissarlo, implorando che non mi sfiorasse nemmeno con una mano.

«Daniel sei proprio tu?» i suoi occhi bellissimi si posarono su di me, guardandomi con aria rassegnata e malinconica, mi accarezzò una guancia riscaldandomi il cuore con il suo tocco angelico. Lo vidi lì accanto a me, credevo di stare solo sognando tutto ciò, ma quando gli sfiorai la manica della camicia, capì che lui era ancora vivo e che forse era stato lui a salvarmi da...

Non riuscivo a dirlo, né a pensarlo, quindi mi strinsi più forte al petto del mio amato Daniel alla ricerca di tutto il suo amore.

«Qui per te mia amata. Mi dispiace che tu abbia avuto a che fare con quel tipo. La polizia lo ha già arrestato, e marcirà in cella fino al suo ultimo respiro.»

«Quindi non era un sogno...»

«Perdonami, avrei dovuto correre da te subito, ma mi avevamo braccato. I suoi uomini volevano uccidermi, ma io...»

«Allora sei vivo!» esplosi in un pianto abissale abbracciata a lui, consapevole di non essere più sola. Lui mi stringeva a sé teneramente, ed io tra lacrime e sorrisi incerti, gli sfiorai la mano con la mi per assicurarmi che non stessi sognando, ma che lui era vicino a me per davvero.

«Oh, piccola mia, calmati, fa un bel respiro e rilassati. Sono qui con te, non stai affatto sognando. Non avere timore, tu non mi perderai mai, e mai abbandonerò te e la nostra bambina. Per nessuna ragione. Tu sei tutto ciò che di bello al mondo c'è, tu e la bambina siete la mia famiglia. Ti amo, ricordalo sempre...» Piansi di gioia a quelle parole, lo abbracciai così forte che non volevo più mollarlo. In quello stesso momento in cui mio marito mi abbracciava amorosamente, il mio cuore esplose di gioia. Mi strinse a sé con amorevole cura e dolcemente lo baciai con passione rivendicando ciò che era mio. Mi sorrisi calorosamente, e senza dirmi una sola parola, mi prese in braccio, cullandomi dolcemente sul suo ampio petto muscoloso.

Conducendomi lentamente sul nostro letto matrimoniale, mise a tacere il mio dolore, baciandomi ogni piccola lacrima sul mio viso, mi feci coraggio, perché se da un lato le sue carezze sul mio viso donavano luce e calore al mio cuore, avevo paura anche solo ad essere sfiorata da mio marito. Pur sapendo che la colpa non era sua, decisi di rinnegare ogni paura dentro di me, e mi lasciai amare dal mio uomo. Amandoci tutta la notte fino a che non venne l'alba e mi addormentai fra le sue braccia in un momento così romantico che anche solo lasciarlo per un secondo mi doleva il cuore. Così mi accoccolai contro di lui mi lasciai trasportare in una felicità quasi leggendaria. "Sono così felice che tu sia qui al mio fianco." Daniel mi teneva stretta al suo petto, mentre io un po' singhiozzavo dalla disperazione, dentro di me sapevo che mai avrei dimenticato quello che quell'essere senza volto mi aveva fatto, L'unica cosa che desideravo erano le mani di mio marito su di me, e forse solo lui con il suo amore avrebbe fatto sparire in me quel dolore angosciante. "Avevo un tesoro fra le mie mani, dovevo solo coltivarlo e annaffiarlo con il mio amore". Lasciandomi amare da Daniel, come prima cosa da fare era la sola cosa da fare...

Quando mi risvegliai al mattino, sul cuscino del letto in cui per ore avevo giaciuto con il mio Daniel, vi trovai una rosa rossa. Sorrisi estasiata e meravigliata, e la raccolsi subito. Sospirai di gioia quando schiudendo le palpebre, allungai una mano per sfiorare con la punta delle dita ogni singolo petalo di velluto che quella rosa possedeva. Sebbene il mio cuore piangeva, al tempo stesso ringraziavo il cielo, perché mio marito era vivo, e noi eravamo rimasti insieme nonostante tutto il resto. "Come avrebbe preso la notizia che sua nonna era stata uccisa da quell'essere?" Il solo pensiero di averlo quasi perduto animava in me uno strano sentimento.

E mentre mi destavo dai mille pensieri che affollavano la mia mente, sentì dei passi familiari verso di me, e con un sorriso vivace Daniel poggiò sul letto accanto a me un vassoio.

«Ti amo Daniel.» gli rivelai con un filo di voce, prendendogli una mano nella mia presi ad accarezzargliela con tenerezza, e lui finì per guardarmi dolcemente. Lo reclamai a me guardandolo con occhi colmi di gioia e amore, e gli chiesi di restare al mio fianco nel modo più dolce possibile. «Resta qui con me, per favore.» la mia non era una supplica, né un ordine, volevo solo averlo accanto a me. Daniel si sedette accanto a me, ed io che non volevo fare colazione da sola, presi l'iniziativa e guardandolo con malizia cercai di baciargli il collo, mordendolo ovunque io desiderassi.

Subito mi scaldò il sangue nelle vene quando prese a baciarmi dolcemente sulla bocca, ed io reclamandolo a me, mi appoggiai alla sua spalla baciandolo con tanto amore. Rimasi affascinata dal modo in cui mio marito stava cercando di amarmi, e quello sguardo premuroso e innamorato più che mai su di me animò in me una nuova consapevolezza. "Daniel ed io ci ameremo per sempre." Niente poteva distruggere il nostro amore, ed ora ne avevo la consapevolezza.

«Mia amata.» mi sorrise mentre sussurrava quanto mi amava.

«Oh, Daniel mio amato... l'unico che io abbia mai amato davvero.» il suo volto pieno d'amore mi guardò dolcemente, ed io con una mano lo deliziai mentre lo sfioravo lentamente, sperando così di riscaldare il suo cuore con tutto il mio amore.

«Tu sei tutto ciò che ho sempre desiderato, non smetterò mai di dirtelo.» il suo sguardo si accese di desiderio. Ancor prima di consumare la colazione, in un modo o nell'altro gli saltai addosso reclamandolo a me. Si chinò per baciarmi, ed io sentì il suo respiro fra le labbra socchiuse, poi con delicatezza aprì la bocca e mi lasciai baciare. Mi baciò lentamente, con infinita dolcezza, in un'esplorazione di emozioni diverse, quasi indescrivibili.

E sotto quel bacio appassionato sparì ogni mia insicurezza. Un attimo dopo le labbra di Daniel scivolarono lungo il collo, mentre con le mani accarezzava con delicatezza la pelle, ed io gemendo inarcai la schiena lasciandolo fare di me ciò che più voleva. Mi sentì mancare il respiro quando sfiorò il seno con la punta delle dita ed ebbi la sensazione che la pelle scottasse come acqua bollente sotto quelle possenti mani. Una passione che ben conoscevo mi travolse letteralmente, mentre lui mi cingeva a sé con amore. In poco tempo rimanemmo completamente senza veli, esposti al bagliore della luce del sole del primo mattino di marzo, e l'amore esplose, e noi finimmo per amarci come prima, o forse più di prima. Per qualche strana ragione, Daniel invertì la posizione in cui ci trovavamo, e con estrema delicatezza mi fece scivolare contro il morbido letto facendomi sussultare quando prese possesso della mia bocca con la sua. Avrei voluto essere io ad amarlo per prima, ma lui volle fare di meglio. Inizialmente mi irrigidì, ma poi mi sciolsi tra le sue braccia, e provai una strana piacevolissima sensazione di estasi così piacevole che mi dimenticai tutto il resto, anche ciò che affliggeva il mio povero cuore. Le sue labbra erano avvinghiate alle mie, e con ardore e passione, mi accesi di desiderio anch'io come lui.

«Ti ho desiderata così tanto...» i suoi occhi persi nei miei, ed in breve tempo eravamo già una cosa sola. Mi reclamò a sé e facendomi sua mi amò come il mio cuore desiderava ormai da tempo. Il tempo scorreva, ma lì c'eravamo solo noi e il nostro amore. Mi penetrò con lentezza, ed io sussultai con il corpo in fiamme e il cervello altrove, già fremevo dal desiderio, e così ci unimmo in un solo corpo come se lui ed io fossimo stati creati per appartenerci. "Io ero stata creata apposta per Daniel" Abbracciata al suo petto, mentre mi possedeva dolcemente, mi rassicurò, amandomi con una tale dolcezza che il mio cuore pianse di felicità.

«Oh, Daniel, io voglio amarti fino alla fine dei miei giorni.» gli dissi in un soffio di voce, mentre la mia bocca continuava a baciarlo con infinita passione.

«Io non ti lascerò mai piccola mia.» sussurrò l'uomo più importante dell'universo intero, senza smettere di guardarmi negli occhi con una dolcezza così infinita da farmi battere il cuore all'unisono con il suo. Gemetti nel suo caldo abbraccio, ed il mio cuore palpitò forte contro il petto, fino ad urlare forte il nome del mio amato, mentre lui continuava a sussurrarmi parole sensuali e seducenti. «Oh, Daniel!» lo circondai con le gambe intorno ai suoi fianchi, e cercai di sentirlo il più vicino possibile. Sussurrai nuovamente il suo nome mentre una scarica di adrenalina si riversò su tutto il mio corpo. In preda ad un intenso piacere, mi avvinghiai forte alla sua schiena, e desiderosa di sentirlo sempre più dentro di me gridai forte quando lo stessi desiderando in quel momento. «Daniel...» il suo nome scivolò dalla mia bocca come una dolce cantilena romantica, mentre con gli occhi e con tutto il cuore mi lasciavo amare dal mio unico grande amore. L'unico in grado di amarmi in quel modo così semplice, ma così intenso che anche solo pensare di non averlo più accanto a me, il mio cuore si sarebbe spezzato in due. Il mio corpo era così caldo, e forse quello era tutto ciò che il mio cuore aveva bisogno. "Io avevo un gran bisogno di Daniel..."

Ci amammo così intensamente, che tutto il resto del mondo poco ci importò. Così insieme iniziammo una nuova giornata, mentre il mio cuore lo reclamava sempre più di prima

vr+l

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