6: AMORE INDIMENTICABILE

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6° CAPITOLO

Ero stata rapita da nemmeno mezza giornata dallo stesso uomo di cui ora stavo scappando. La serata con Daniel era finita molto male, e non per mancanza mia, ma sua. Sebbene lui mi aveva salvata da un triste destino, c'era qualcosa di peggio in tutto quello che stavo passando in quegli ultimi mesi. Così in nemmeno mezz'ora di strada mi ritrovai nel bosco. Da sola alla ricerca del sentiero giusto da intraprendere. Scappai così velocemente che l'unico posto che conoscevo per rifugiarmi quella notte non era altri che quel umile casa dove la mia unica amica ne era la proprietaria. Corsi col fiato corto fino a lì, sperando di non sbagliare il sentiero per arrivare fino a lì, poi quando vidi l'insegna: la casa del piacere estremo. Capì di essere approdata fino alla mia unica salvezza.

«Christine!» gridai forte, era buio, e fuori faceva un freddo da brividi. Bussai incessantemente la porta con pugni saldi fino a vedere la faccia della mia unica amica pararsi davanti a me.

«Nicole, ma che ci fai tu qui?» la mia migliore amica mi guardò con il fiato sospeso, e rimase lì a guardarmi senza parole. Sapevo che avrei dovuto scriverle prima di piombarle nuovamente nella sua vita, ma che scelta avevo?

«Sto morendo di freddo, e ho pure fame! Ti prego aiutami, non abbandonarmi adesso. Non ho niente.» dissi esasperata e infreddolita, cercando di riscaldarmi il più possibile avvolgendo le mie braccia intorno al mio corpo, ma nemmeno quello fu di aiuto.

«Entra, svelta.» le sorrisi con gioia, fino a ringraziarla abbracciandola con tutto il cuore. Ero felice, e lei era la sola in grado di aiutarmi.

Così venni accolta calorosamente da quell'unica persona di cui non mi ero mai dimenticata, né prima che si sposasse, né dopo che aveva perso tutto. Lei era stata ingannata, sposata senza amore con un uomo più vecchio di lei, e che in seguito alla mancanza di figli lui aveva sperperato tutto il suo patrimonio, lasciando la mia migliore amica senza un soldo. Così all'improvviso venne a mancare suo marito, e per campare dovette arrangiarsi con le sue mani.

"Quindi perché non aprirsi un bordello?" Se per me era strano, figuriamoci per la gente che si allontanò da lei subito. Io rimasi sua amica a distanza, e se potevo l'aiutavo anche contro il volere dei miei genitori.

«Ora mi dici che ci fai qui? Non ti avevano rinchiusa in convento i tuoi genitori?» restammo da sole nel suo piccolo salottino, mentre una deliziosa ragazza ci portò del thè bollente. Fui felice di deliziare il palato con qualcosa di caldo, eppure negli occhi di Christine leggevo così tanto dolore, e avrei voluto solo renderle il favore. Ma purtroppo cambiare il passato mi era impossibile.

«Viaggiano in fretta le voci a quanto vedo.» dissi con voce bassa, rammaricandomi che già tutti sapessero quello che i miei genitori volevano farmi fare, volente o nolente! "Beh, alla fine non hanno vinto." Ci risi sopra come quando si assiste ad una recitazione a teatro, e la protagonista fa così schifo che non puoi non riderle in faccia."

«Allora che è successo?» in calzata da tanta curiosità mi affrettai a raccontarle ogni singolo dettaglio. Iniziando con un solo nome: Daniel Wilson. E lei solo a sentire quel nome granò gli occhi, più incredula che mai volle saperne di più.

«Sono stata rapita, e altri non era che l'uomo di cui ti parlavo in quelle lettere.» dissi con tono annoiato.

«E perché non sei con il tuo bel rapitore?» chiesi curiosa, soffermandosi su ciò che indossavo, che sui miei capelli rovinati.

«Lui mi ha ingannata. Aveva altri piani per me.» mormorai piena di una tristezza infinita, e al solo ripensare a Daniel il mio cuore già piangeva nuovamente.

Mi Abbandono a TeWhere stories live. Discover now