20: LOTTARE PER CIO' CHE SI AMA

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20° CAPITOLO

Pochi giorni prima di quel giorno, io e mio marito avevamo avuto una discussione. Se mia madre voleva far sapere di me al mondo intero, dicendo a voce alta che ero sua figlia, e che quindi io ero l'ultima erede della sua famiglia, mio marito invece voleva ben altro. Lo ricordo bene quella sera, e non potrò mai dimenticarla. Mia madre ci aveva supplicato di trasferirci da lei per qualche giorno, voleva conoscermi. In pratica voleva recuperare il tempo passato lontano da me. Così io e Daniel avevamo acconsentito a quella sua innocua richiesta, che poi si era trasformata in una festa in mio onore. Benché ne fossi stata felice, Daniel voleva festeggiare ben altro.

Il nostro matrimonio, così aveva detto lui, ma io non sapevo che fare. Ma poi quella stessa sera...

Daniel era tornato a casa dopo una giornata impegnativa nel mondo degli affari, come lo chiamava lui ovviamente. Quindi gli feci preparare un bagno dalla domestica e lo aspettai pazientemente. Aspettai il suo rientro con il cuore in mano, fino a che non lo vidi rientrare in casa mentre poggiava la sua valigetta all'ingresso principale. Corsi da lui in fretta e lo abbracciai timidamente, ma con una voglia incredibile di stare fra le sue braccia incolmabile. Senza precedenti. Mi sentivo come una bambina da amare, proteggere e cullare dolcemente. E le sue braccia avvolte nel mio corpo mi diedero quella serenità che il mio cuore desiderava. Nonostante tutto desideravo anche Daniel, tutto di lui quel giorno mi era mancato, forse era la gravidanza, o forse mi era così tanto mancato quel giorno che averlo vicino mi dava quel calore che nessun'altro uomo potesse darmi. Così restammo abbracciati, stretti stretti come due anime in pena che si ritrovavano dopo una guerra cruente. Alzai gli occhi verso il volto del mio amato, e gli parlai a bassa voce suggerendogli di seguirmi fino alla nostra camera da letto. Mia madre ci aveva fatto preparare una delle stanze più belle di tutto il palazzo. Percorremmo solo un breve sentiero lungo un corridoio che ci condusse verso un'ampia scala a chiocciola. Salimmo rapidamente le scale, ed io corsi velocemente sempre più in alto affinché lui mi rincorresse. Poi arrivando nel piano principale dove c'erano tutte le stanze da letto, andammo verso la nostra. La camera padronale aveva un ingresso un po' speciale. Comprendeva un salottino molto intimo, dove c'era un sofà in pelle color zaffiro, un mini bar e un tavolino ben arredato. Attraversammo l'atrio principale che ci condusse subito nella camera da letto dove lì avevo fatto allestire una vasca da bagno apposta per farlo rilassare. Quando mi voltai a guardarlo, lo vidi sorridermi all'instante.

«Che buon profumino... e la vasca o sei tu a profumare di rose?» la sua domanda per quanto inopportuna mi fece ridere, e dentro di me pensai di aiutarlo a comprendere il perché di quella vasca.

«Voglio che tu ti rilassi. Non pensare a niente, solo a goderti un bel bagno caldo.» mormorai con voce felina. Accogliendolo fra le mie braccia con amore.

«In tua presenza, spero.» gli sorrisi sfiorandogli il volto con una dolce carezza piena d'amore e affetto. Quella sera non indossavo un vestito molto ampio, avevo preferito stare un po' più comoda del solito, così misi soltanto un vestito un po' più soffice e leggero, di pura seta in rosa. Quel semplice abito fasciava splendidamente ogni parte del mio corpo, rivelando un bel seno soffice e abbondante.

Le mani di Daniel erano già sui miei fianchi, e da come il suo sguardo si era posato su di me, avevo ben capito quali fossero le sue intenzioni. Così lo avvantaggiai, mi appoggiai con tutto il corpo al suo. Una voglia improvvisa animò in me finché non lo legai a me ponendogli le braccia intorno al collo. Lui mi sorrise, mentre io lo aiutavo a rilassarsi.

«Va un po' meglio così?» gli allentai la camicia bianca risvegliando ogni mio appetito. Avevo una gran voglia, ed era solo questione di tempo prima che Daniel mi facesse sua. Mi sfiorò con le punte delle dita i capelli, avvolgendomi a sé in modo così divino e sensuale, che lo lasciai fare. Ero sua, e l'idea di fare il bagno insieme a lui mi attizzava come il fuoco. Come quel fuocherello del camino della nostra suite, che già da pochi minuti ci riscaldava.

Mi Abbandono a TeWhere stories live. Discover now