21: AMARE CIO' CHE GIA' SI HA

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21° CAPITOLO

Quando rientrai nella piccola dimora nell'attesa di riabbracciare mio marito, mi accorsi che lui non era in casa. Così lo aspettai per interminabili minuti, finché non mi allarmai. "Forse non aveva ricevuto il mio messaggio?" Guardandomi intorno vidi un po' di polvere sui mobili, poi mi ricordai che la cameriera non c'era in casa, ed ero stata io a mandarla via per giorni, visto che mi ero brevemente trasferita da mia madre... mi sembrò la scelta più saggia da fare.

Così decisi di darmi da fare per riordinare quel disordine abissale. Prima che rientrasse mio marito in casa tutto doveva essere in ordine. Quindi mi affrettai a prendere tutto il necessario, dovevo lucidare ogni cosa, togliere il caos che si era creato, e alla fine dovevo lavare ogni bicchiere di cristallo, compresi piatti e piattini. Mi ero già messa all'opera, stavo dando una veloce sistemata al piccolo salotto dove per giorni non c'era stato proprio nessuno in casa... perché la festa che mio marito aveva dato in onore del nostro matrimonio non si era svolta lì, ma nella grande e maestosa dimora di mia madre. Ed io n'ero stata felice del risultato! "Daniel era riuscito nel suo intento".

Lui voleva fare sapere a tutti che eravamo felicemente sposati, ed io ero rimasta estasiata della gente che era felice per noi. "Ma ora veniva il bello!" Ed io non ero lì per una festa, o per chissà cosa, ero lì per amare mio marito, e volevo farlo lontano da tutto e tutti.

Dovevo solo rimettere tutto in ordine. Per qualche strana ragione bussarono alla porta, ed io vidi un fanciullo porgermi una letterina. Mi disse che Daniel mi aveva lasciato un messaggio. "Che cosa voleva significar?" Lessi quella lettera in fretta, mentre vidi con i miei occhi che quel bambino volava via dall'abitacolo, rimasi senza parole.

Daniel era uscito di casa molto presto quel pomeriggio, perché doveva scortare un suo vecchio amico fino a casa con la sua carrozza, almeno era ciò che la lettera diceva. "Così mi ha lasciata tutta sola?"

"Quando tornerà a casa mio marito?" Passò un'ora, ed io già iniziai a perdere la pazienza. Mi mancava terribilmente, dalla rabbia diedi un pugno sul grande comò in soggiorno, finché non vidi cadere qualcosa sul pavimento. Lo raccolsi da terra subito, e trovai qualcosa avvolto in una carta colorata. La guardai per minuti infiniti, poi mi decisi a prenderla tra le mani per valutarne il contenuto. Trovai un biglietto all'interno di quella carta colorata, era lo stesso foglio dorato, ma scritta con l'inchiostro nero. Leggendolo rimasi senza parole, e mi chiesi se in tutta quella faccenda non ci fosse dietro Marcus. "Chi mai potrebbe minacciarmi?" Quella minaccia però, non era una minaccia di morte, ma una minaccia a sfondo sessuale. Sospirai nervosamente, stringendo il biglietto in una mano lo rilessi con più decisione. "Chi avrà mai lasciato questo biglietto? Marcus non poteva essere a conoscenza della nostra festa, o forse invece sapeva tutto?" Ma allora chi mai poteva fare una cosa del genere? Il biglietto parlava chiaro... e mi raggelava il sangue solo rileggendo quelle poche righe:

Molto presto sarete mia. E quando vi prenderò vi scoperò in modi che nemmeno la vostra mente immagina.

Pensai che fosse di mio marito, ma poi... ripensandoci, "perché avrebbe mai dovuto fare una cosa del genere?" Cercai di non perdere tempo, così salì in camera da letto, e misi addosso qualcosa di confortevole. Aspettai per ore mio marito, ma di lui nessuna traccia, fin quando scendendo le scale sentì un rumore provenire dall'esterno della casa. Pensando che fosse mio marito corsi da lui intenta a baciarlo dolcemente. Una volta giunta fino all'ingresso vidi che nel salottino tutte le persiane erano chiuse, e che la luce non filtrava, nemmeno la luminosità della luna. Non si vedeva nulla, ma volli farmi forza e andai fino alla porta. Aprendola di scatto urlai, quando due mani forti mi afferrarono con forza. Gridai, ma nessuno riusciva a sentirmi. Un uomo mascherato mi aveva appena afferrato per i fianchi, ed ora mi stava trascinando a terra sul pavimento.

Mi Abbandono a TeWhere stories live. Discover now