Mi Abbandono a Te

By Barbarabruniauthor

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"La chiave del mio cuore è solo tua, fanne buon uso... e abbi cura del mio cuore. Te lo dono con tutto l'amor... More

BOOK TRAILER:
HARMONY 01
PROLOGO: AMORE FOCOSO
1. UN SOGNO SENZA FINE
2. AMORE CORRISPOSTO?
3: BACIATA DA UNO SCONOSCIUTO
4: RAPITA
5: BACIATA DA UNO SCONOSCIUTO
6: AMORE INDIMENTICABILE
7: LUI NEL MIO LETTO
8: IL SUO TOCCO MAGICO
9: INCANTATO DA ME
10: SPOSARSI?
11: AMORE IN CARROZZA
12: FINALMENTE SPOSI!
13: UNA PICCOLA LUNA DI MIELE
14: BACI e LACRIME
15: LUI NON MI AMA PIÙ?
16: L'AMORE RIFIORISCE
17: NIDO D'AMORE TUTTO NOSTRO
18: VOGLIE IMPROVVISE
19: VERITÀ' AMARA
21: AMARE CIO' CHE GIA' SI HA
EPILOGO

20: LOTTARE PER CIO' CHE SI AMA

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By Barbarabruniauthor

20° CAPITOLO

Pochi giorni prima di quel giorno, io e mio marito avevamo avuto una discussione. Se mia madre voleva far sapere di me al mondo intero, dicendo a voce alta che ero sua figlia, e che quindi io ero l'ultima erede della sua famiglia, mio marito invece voleva ben altro. Lo ricordo bene quella sera, e non potrò mai dimenticarla. Mia madre ci aveva supplicato di trasferirci da lei per qualche giorno, voleva conoscermi. In pratica voleva recuperare il tempo passato lontano da me. Così io e Daniel avevamo acconsentito a quella sua innocua richiesta, che poi si era trasformata in una festa in mio onore. Benché ne fossi stata felice, Daniel voleva festeggiare ben altro.

Il nostro matrimonio, così aveva detto lui, ma io non sapevo che fare. Ma poi quella stessa sera...

Daniel era tornato a casa dopo una giornata impegnativa nel mondo degli affari, come lo chiamava lui ovviamente. Quindi gli feci preparare un bagno dalla domestica e lo aspettai pazientemente. Aspettai il suo rientro con il cuore in mano, fino a che non lo vidi rientrare in casa mentre poggiava la sua valigetta all'ingresso principale. Corsi da lui in fretta e lo abbracciai timidamente, ma con una voglia incredibile di stare fra le sue braccia incolmabile. Senza precedenti. Mi sentivo come una bambina da amare, proteggere e cullare dolcemente. E le sue braccia avvolte nel mio corpo mi diedero quella serenità che il mio cuore desiderava. Nonostante tutto desideravo anche Daniel, tutto di lui quel giorno mi era mancato, forse era la gravidanza, o forse mi era così tanto mancato quel giorno che averlo vicino mi dava quel calore che nessun'altro uomo potesse darmi. Così restammo abbracciati, stretti stretti come due anime in pena che si ritrovavano dopo una guerra cruente. Alzai gli occhi verso il volto del mio amato, e gli parlai a bassa voce suggerendogli di seguirmi fino alla nostra camera da letto. Mia madre ci aveva fatto preparare una delle stanze più belle di tutto il palazzo. Percorremmo solo un breve sentiero lungo un corridoio che ci condusse verso un'ampia scala a chiocciola. Salimmo rapidamente le scale, ed io corsi velocemente sempre più in alto affinché lui mi rincorresse. Poi arrivando nel piano principale dove c'erano tutte le stanze da letto, andammo verso la nostra. La camera padronale aveva un ingresso un po' speciale. Comprendeva un salottino molto intimo, dove c'era un sofà in pelle color zaffiro, un mini bar e un tavolino ben arredato. Attraversammo l'atrio principale che ci condusse subito nella camera da letto dove lì avevo fatto allestire una vasca da bagno apposta per farlo rilassare. Quando mi voltai a guardarlo, lo vidi sorridermi all'instante.

«Che buon profumino... e la vasca o sei tu a profumare di rose?» la sua domanda per quanto inopportuna mi fece ridere, e dentro di me pensai di aiutarlo a comprendere il perché di quella vasca.

«Voglio che tu ti rilassi. Non pensare a niente, solo a goderti un bel bagno caldo.» mormorai con voce felina. Accogliendolo fra le mie braccia con amore.

«In tua presenza, spero.» gli sorrisi sfiorandogli il volto con una dolce carezza piena d'amore e affetto. Quella sera non indossavo un vestito molto ampio, avevo preferito stare un po' più comoda del solito, così misi soltanto un vestito un po' più soffice e leggero, di pura seta in rosa. Quel semplice abito fasciava splendidamente ogni parte del mio corpo, rivelando un bel seno soffice e abbondante.

Le mani di Daniel erano già sui miei fianchi, e da come il suo sguardo si era posato su di me, avevo ben capito quali fossero le sue intenzioni. Così lo avvantaggiai, mi appoggiai con tutto il corpo al suo. Una voglia improvvisa animò in me finché non lo legai a me ponendogli le braccia intorno al collo. Lui mi sorrise, mentre io lo aiutavo a rilassarsi.

«Va un po' meglio così?» gli allentai la camicia bianca risvegliando ogni mio appetito. Avevo una gran voglia, ed era solo questione di tempo prima che Daniel mi facesse sua. Mi sfiorò con le punte delle dita i capelli, avvolgendomi a sé in modo così divino e sensuale, che lo lasciai fare. Ero sua, e l'idea di fare il bagno insieme a lui mi attizzava come il fuoco. Come quel fuocherello del camino della nostra suite, che già da pochi minuti ci riscaldava.

«Sei irresistibile Nicole.» le sue parole dolci mi scaldarono il cuore, ed io sussultai di felicità.

«Qualcosa mi dice che non mi lascerai andare via da qui.» sospirai, e mi lasciai andare al suo volere. Mi voleva al suo fianco, ed io perché dovevo rinnegarlo?

«Resta con me.» mi supplicò facendomi cenno con gli occhi verso la vasca, e capì subito che cosa intendesse con quella sua ultima frase.

«Stai cercando di sedurmi in piena notte?» gli chiesi affascinata dalla sua bellezza quotidiana.

«Sto cercando di rilassarmi. Con te nella vasca mi pare un'idea eccellente Signora Wilson.» mi morsi il labbro quando Daniel parlandomi con occhi pieni di malizia fece scivolare la spallina del mio vestito fin sotto le spalle. Il suo tocco era incantevolmente dolce, e al tempo stesso mi faceva impazzire dal desiderio di essere ancora toccata dalle sue mani d'oro. Le sue mani scivolarono più in basso fino a ritrovarmi senza quel tessuto morbido che copriva il mio corpo.

Ero nuda sotto quel vestito, e forse Daniel l'aveva già intuito.

«Ho come l'impressione che tu voglia giocare col fuoco birbantella.» gli accarezzai un po' la guancia, sentì subito pizzicarmi le dita della mano e compresi che la sua barba stava aumentando a vista d'occhio. «Mi fai letteralmente impazzire quando hai la barba in crescita, sai che non mi dispiace vederti così?»

«Così come? Nudo?» maliziosamente mi soffermai a guardarlo proprio là, e sapevo che ben presto lo avrei visto nuovamente. Daniel aveva un membro così virile, grosso e duro... che solo a pensarlo di accoglierlo dentro di me mi eccitavo tutta quanta.

«Forse, perché no?» Daniel si spogliò in modo sorprendente, con rapidità in pochi secondi era nudo al mio cospetto, ed io mi morsi il labbro quando il mio sguardo volò su ogni curva del suo corpo.

Si era già sfilato di dosso ogni cosa che copriva il suo corpo, dalle scarpe molto eleganti, alla camicia, per poi passare al panciotto beige e al pantalone di un marrone molto intenso, fino a togliersi anche le mutande molto fascinose e sensuali come il suo sguardo su di me. Guardai quella vasca solo per un istante, giusto il tempo di poter constatare che l'acqua della vasca fosse ancora calda, forse era troppo bollente, ma almeno non era fredda, o gelata. E in quel momento l'atmosfera tra me e Daniel era molto calda, e l'unica cosa che desideravo era alleviare quel senso di calura sulla pelle. Daniel si chinò su di me, prese possesso della mia bocca con la sua, ed io avvinghiandomi al suo corpo tenebroso e virile mi lasciai andare al desiderio. Il desiderio di essere sua. Subito dopo entrammo nella vasca, eravamo nudi e senza inibizioni ci lasciammo scivolare all'interno della vasca. Venimmo subito accolti da un intenso calore mentre l'acqua fumante avvolgeva i nostri corpi, il mio uomo prese una spugna e con del sapone delicatamente spalmato sulle mani la passò con determinazione sulla spugnetta già zuppa d'acqua per poi voltarsi a guardarmi con gli occhi pieni di desiderio. I suoi occhi parlavano chiaro, e sapevo che non si sarebbe fermato.

Le sue mani erano già su di me, mentre iniziava a massaggiarmi delicatamente le spalle, poi prese a lavarmi con cura, pelle dopo pelle, spalla dopo spalla, e quando arrivò sui seni ben in vista sussultai dall'eccitazione. "Oh, Daniel!" Mormorai accaldata mentre cercavo di restare ferma e di non far sgocciolare l'acqua al di fuori dalla vasca.

«Sono completamente tua.» gemetti nella sua bocca, baciandolo dolcemente.

«Sono felice che tu sia mia. E sì, io sono... tuo.» Quando pronunciò quelle parole mi ritrovai in sella. «Cosa succede?» Sgomentata mi vidi sopra di lui, mentre i suoi occhi mi scrutavano con attenzione. Avrei voluto lavargli la schiena, accarezzargli ogni millimetro di pelle con le mie mani, forse anche con la mia bocca. Baciando ed accarezzando ogni centimetro del suo corpo, invece Daniel aveva in mente ben altro. Senza dirgli niente, presi ad accarezzargli qualche ciocca dei capelli scuri, umidi per via del vapore acqueo, e rimasi così stupita dalla calma che gli leggevo in viso che lo baciai di mia spontanea iniziativa. Decidendo in fine di non mollare più la presa.

«Ti amo. Non smetterò mai di sussurrartelo Daniel.»

«Ti ho sempre amata Nicole, ora che tutto è finito in meglio, voglio solo godermi ciò che la vita ci riserverà. E ti voglio al mio fianco per sempre.»

«Sono tua Daniel, io non ti abbandonerò mai. Resterò per sempre al tuo fianco.» avevo così tanta voglia di unirmi a lui, che con facilità scivolai più giù con tutto il mio corpo, mentre il mio uomo mi abbracciava forte a sé.

«Vorrei che il mondo intero sapesse che ti amo. Che sei mia moglie, e che lo sarai per il resto della mia vita.» Quella frase mi frenò, e ancor prima che io potessi sussurrargli che desideravo fare l'amore lì con lui dentro la vasca piena d'acqua bollente, mi bloccai di colpo a fissarlo con occhi curiosi e increduli.

«Non ne hai motivo. Io sono tua, Il mondo intero non conta, so che mi ami, e anch'io ti amo. A me basta quello che abbiamo.» rivelai ogni mio pensiero, ma a lui non bastò.

«Daremo una festa per celebrare il nostro amore. Voglio che tutti lo sappiano.» sorpresa lo guardai.

«Una festa? Ma c'è già stata una festa, ricordi?»

«Lo so, ma, abbiamo molto di cui festeggiare, non pensi moglie mia?» lo fissai stordita cercando di connettere i pensieri che all'improvviso si stavano accavallando nella mia mente. «Nicole permettimi di dire a tutti che siamo sposati, e che il nostro matrimonio è validissimo agli occhi di Dio. Dopo quello che ho passato, ne ho bisogno.»

«Perché mai tu hai bisogno dell'approvazione degli altri sulla nostra unione? Non capisco...» ero senza parole, e mi chiesi il perché volesse proprio dare una festa. Io non avevo proprio bisogno dell'approvazione della gente. Lo avrei amato con o senza l'appoggio degli altri. "E poi gli altri che ne sanno di noi, e del nostro amore?"

«Lo capirai quel giorno...» disse zittendomi subito ogni mio impulso di continuargli a fare domande mettendomi le mani addosso per legarmi più vicino al suo incantevole e aitante corpo così virile e seducente da farmi perdere anche la cognizione del tempo stesso.

Così dicendo, mentre mi accarezzava i capelli scuri, mi baciò e sigillò il suo amore facendomi una sola promessa. "Mai mia amata io ti abbandonerò... mai."

Ci unimmo poco dopo, i nostri corpi erano un tutt'uno, connessi in uno solo nell'apice della passione più pura che ci potesse essere nel mondo intero. Daniel ed io ci amammo intensamente quella notte, non lo dimenticherò mai. Nonostante tutto, fu una delle notti più intense e magiche di tutta la mia vita, e sapevo che ben presto ce ne sarebbero state tante altre. Avevo solo paura delle conseguenze di dirlo al mondo intero.

E quel giorno ormai era giunto con rapidità, ed io dovevo ancora darmi una sistemata. Una volta raggiunta la mia camera da letto al primo piano in quella dimora magnifica, trovai ai piedi del letto un vestito. Era di un meraviglioso colore, lavanda dai toni del grigio, che brillava di un argento scintillante. Lo sfiorai delicatamente con le mani, e notai che la stoffa era di pura seta, avvolta di un velo sulle maniche adorabile. Lo presi tra le mani e lo guardai attentamente.

Per qualche strana ragione mi venne in mente tutto quello che era successo tra me e Daniel la notte scorsa, quando dei passi dietro di me catturarono ogni mia attenzione.

Lo guardai e gli sorrisi, voltandomi verso colui che amavo più di ogni altra cosa al mondo intero, fosse lì con me, e qualcosa nella mia mente mi diceva che quell'abito fosse un suo regalo.

«Ti piace mia amata?» la sua voce mi riscaldò il cuore, e quando mi voltai verso l'uomo che amavo rimasi folgorata dalla sua bellezza. Indossava uno smoking da sogno, di un blu scuro, incantevole come una notte limpida, mentre il suo sguardo era riflesso su di me con una dolcezza che mi sciolsi completamente.

«È per me Daniel?» domandai con occhi lucidi di gioia. Lui mi accarezzò una guancia senza smettere di guardarmi negli occhi. I suoi occhi azzurri fissi nei miei occhi verdi, mi veniva da piangere dalla gioia che il mio cuore stava provando in quell'attimo.

«Per la mia splendida moglie.» con voce bassa mi parlò e mi donò un bacio sulla guancia, dichiarandomi tutto il suo amore con quell'unico gesto così semplice che sembrò ben altro. Forse voleva assicurarsi che tutti capissero che non ero più in vendita, ero tutta sua. Come marito aveva ogni diritto su di me, sebbene volesse farlo sapere a tutti, io dentro di me nel profondo della mia anima sapevo che fosse molto geloso. E lo amavo, e adoravo il modo con il quale voleva ammetteva al mondo intero che io ero solo sua.

«Ti amo Daniel.» i miei occhi si fermarono ad ammirarlo, ed io mi avvinghiai al suo petto. Pur di sentirlo vicino a me avrei fatto qualunque cosa.

«Posso?» gli sorrisi imbarazzata, ma con gioia accolsi la sua richiesta. Voleva aiutarmi ad indossare l'abito che lui mi aveva regalato. Mi disse che era un modo tutto suo per testimoniare alla gente che io ero solo sua, e quell'abito era un chiaro segnale. Mi fece scivolare rapidamente l'abito grigio che indossavo, e lentamente, sentì le sue mani farsi strada nel mio corpo. Sentivo il cuore in gola ad ogni passo che faceva per aiutarmi con il vestito nuovo, fino a che sentì il morbido tessuto sulla pelle, e le sensazioni in me aumentarono.

«Desidero ogni centimetro del tuo corpo.» gemetti, le sue parole contro l'orecchio mi fecero impazzire. Volevo che mi toccasse ancora e ancora. Non ne avevo mai abbastanza, e lo desideravo follemente.

«Non possiamo tardare, la festa, ricordi?» gli rammentai con voce bassa, e lui mi sorrise, e lo fece con una malizia che non passò inosservata.

«Dopo la festa ti strapperò di dosso questo vestito.» mi fece voltare su di sé, e afferrandomi per i fianchi mi baciò. Quel bacio era rovente come il fuoco, sentivo tutto il suo desiderio ardere per me. E il fiato mi si mozzò in gola dall'emozione.

«No! Così lo rovinerai! Mi piace troppo questo vestito!»

«Allora ti spoglierò appena saremo da soli, e ti farò mia ovunque ti troverò.» mi fece impazzire, e avrei voluto che continuasse a baciarmi, ma si allontanò da me rapidamente, e con scatto felino tornò di sotto. In attesa che gli ospiti arrivassero. Io che stavo aspettando solo mia sorella ero in fermento. "Chissà com'è diventata mia sorella... sarà sicuramente una bellissima donna..."

Una volta giunta alla sala da ballo, dove Daniel aveva fatto allestire un sontuoso banchetto, trovai molta gente ad accoglierci. Poi, quando vi voltai vidi qualcuno a cui tenevo moltissimo.

Nella sala dietro una pianta vidi un faccino smarrito, con il volto coperto da una strana emozione. Poteva essere panico, oppure un malessere fisico, interiore, o qualcosa di peggio. Quando le andai incontro rimasi pietrificata. Loro erano lì con loro, e testimoniavano che erano stati invitati alla mia festa, ed erano giunti lì per congratularsi con me. Ma io sapevo che non era affatto come dicevano loro. Guardai solo per un attimo mia sorella Amelia, e lei già sapeva. I suoi occhi parlavano da sé. L'avevo invitata per parlarle in privato di un argomento a cui io tenevo davvero molto. Ma purtroppo non era riuscita a correre alla mia festa senza farsi beccare. Quella lettera dev'essere senz'altro finita nelle loro mani..." Pensai rapidamente posando lo sguardo nella folla di curiosi che ci stavano osservando già da un po'. Ricordo bene che in mattinata avevo fatto recapitare in totale segreto una lettera. "Quella lettera con il mio vero cognome era finita in mani sbagliate, ed ormai era fatta."

Alla festa Amelia non era da sola, e quando la vidi da più vicino notai subito che era nel panico più assoluto, e da come mi fissava con i suoi grandi occhi blu capì che aveva qualcosa da dirmi, ma tra la folla di gente che ci osservava e i nostri genitori, qualunque cosa dovesse dirmi, doveva farlo in privato. Il problema era che mio padre non le toglieva gli occhi di dosso. Qualunque mossa facesse, ovunque poggiasse un piede... lui era peggio di un falco. Peggio del male più puro a questo mondo, almeno era quello che il suo sguardo diabolico mi proferiva. Alzai lo sguardo, e con un solo movimento vidi mio padre deridermi in faccia, si stava quasi per congratularsi con me, quando Daniel cercò di intromettersi in una discussione che di certo non sarebbe finita con carezze e abbracci. Forse avrei gridato molto presto, e forse la voglia di mettergli le mani addosso, pestarlo e ucciderlo con le mie mani non mi avrebbe più fermata nessuno. Corinne era lì e lei... beh lei era molto adirata con me. Come se io avessi causato a lei dei problemi. Ma qui il vero problema erano loro. "Loro mi avevano mentito per troppo tempo, fingendo pure di essere i miei veri genitori, e dopo tutto quello che era successo non mi aspettavo che sarebbero arrivati a tanto!"

«Voi non siete i benvenuti qui!» gridai con disperazione rivolgendomi contro quelli che dicevano di essere i miei genitori.

«Vedo che sei ancora sposata...» "Se sperava che io avessi abbandonato mio marito prima o poi si sbagliava!" Come osava anche solo pensarla una cosa del genere.

«Sto meglio senza di voi padre, oppure non dovrei chiamarvi così, eh?» lo punzecchiai, adirandomi contro di lui come una iena.

«Io e tuo padre ti riporteremo subito a casa!» guardai colei che mi guardava con odio, e avrei tanto voluto metterle le mani al collo e fingere che non fosse mai stata mia madre per tutti questi anni che... tra la rabbia e lo sgomento decisi per il bene di mia sorella che li avrei lasciati andare senza neanche un capello tolto. Ma passarla liscia prevedeva al lasciarli andare senza avergli dato qualche punizione. Ed io volevo fargliela pagare a caro prezzo, ma se ciò che avevano cercato di fare a me per ricavarci solo benessere materiale... che avrebbero fatto ad Amelia?

«Io non sono la proprietà di nessuno! Questo è il mio posto, siete voi ad essere di intralcio, mi avete sentita?» gridai forte, e sperai che il mio avvertimento fosse ben chiaro. "Nessuno doveva intralciare le nostre vite." Loro non erano niente per me, non lo erano mai stai. In nessuna occasione si erano comportati da veri genitori, ed io non rimpiangevo proprio nulla!

«Come osi parlare così a tuo padre!» la squadrai per bene, e le risi in faccia come lei molte volte aveva fatto con me quando quello che altri non era che suo marito mi impartiva ordini che io dovevo non obiettare.

«Voi non siete il mio vero padre! Voi siete un bugiardo!» dissi sfidandolo solo con lo sguardo.

«Okay gente ritornate a divertirvi, qui non c'è nulla da vedere. Se i nostri nuovi arrivati vogliono intrattenersi alla festa ben venga, ma non voglio che si parli a mia moglie con quel tono. Chiaro?»

«Questo matrimonio è nullo! Voi siete mia figlia a tutti gli effetti!» gli lanciai un'occhiataccia, maledicendo il giorno in cui quell'uomo aveva pensato di approfittarsi di me. "Colei che aveva cresciuto, nonostante non fosse sua figlia, e solo per cosa? Per denaro?" Quell'essere senza cuore avrebbe ben presto pagato a caro prezzo ogni cosa.

«Bugiardo mascalzone! Voi avete ucciso mio padre! Mi avete cresciuta solo per i vostri piani diabolici, non ve né mai importato di me, né dei miei sentimenti! Io vi odio dal profondo del mio cuore. E vi giuro che la pagherete molto cara!» gridai così forte che la mia voce riecheggiò ovunque.

«Cara cerca di calmarti.» Daniel mi accarezzò una spalla, cercando di alleviare la mia collera. Ma ormai era troppo tardi per calmarmi. Quei due non dovevano restare lì più di un solo minuto. Non volevo vederli!

«Daniel non intrometterti!» gli chiesi di restarne fuori, quella era una faccenda personale.

«Invece devo e posso. In quanto tuo marito ho l'obbligo di difendere il tuo onore. E con tutto il rispetto, nonostante quello che voi avete fatto, mia moglie ed io siamo molto felici di condividere la nostra gioia con voi, Nicole è mia moglie, non è una mia proprietà, né mai lo diventerà in futuro. Io l'amo! E ho intensione di renderla felice per il resto della mia vita. Finché io camminerò, respirerò e vivrò, nessuno oserà metterle le mani addosso, e nessuno potrà dirle cosa fare della sua vita. Sarà una donna, ma è una donna libera, ed è la donna che amo, e sarà mia per sempre che voi vogliate oppure no!» Daniel afferrò una spada non molto lontana dal grande salotto. Quella spada era legata al muro, ma Daniel con tutta la sua forza la blandì contro colui che sosteneva di essere mio padre e di aver fatto di tutto per me. Ma la verità e che niente di ciò che aveva fatto era per il mio bene. Ogni cosa aveva un prezzo, e a pagarne il prezzo ero io. Io mi ero scottata, avvicinandomi a Marcus, colui che mi voleva solo per denaro, e non mi avrebbe amato mai. Lui e quello che diceva di essere mio padre, se la intendevano proprio bene." Pensai tra me e me, e in quel preciso istante, Daniel stava già fronteggiando apertamente quell'uomo senza cuore, e sotto gli occhi indiscreti e curiosi dei nostri invitati.

"Non avremmo mai dovuto dare questa festa... o forse sarei dovuta andare io a trovare Amelia?"

Le cose sarebbero andate in modo differente, se solo ci avessi pensato prima. Non volevo che si affrontassero in un duello senza precedenti, temevo il peggio da quella situazione imbarazzante e orrenda, ma Daniel l'aveva avvertito, e colui che ora affermava che io fossi sua figlia a tutti gli effetti dovette subito ricredersi.

«Mia figlia è finalmente tornata da me. Questa è la sua vera casa.» mia madre, che fino a due secondi fa si era nascosta per non farsi vedere, affrontò quella canaglia di fronte a tutti colore che erano lì, e finalmente dopo interminabili minuti lei aveva detto la verità.

«Tu dovresti essere morta sgualdrina!» il modo con cui la guardò suscitò in me non solo un profondo disprezzo, ma una rabbia incontrollabile.

«Come osate rivolgervi a mia madre in quel modo! Fuori di qui subito!» avevo perso il senno, e la rabbia stava per esplodere. Quell'uomo, quello che si definiva a tutti gli effetti mio padre cercò di fronteggiare mio marito, ma senza riuscirci veramente. Arrivarono due guardie che erano intervenute per portarli via subito, ma colei che diceva di essere la mia vera madre si avvicinò a me.

«Vi concedo il mio perdono, anche se non siete la mia vera madre, anche se voi mi avete spezzato il cuore un milione di volte... che stento a contarle adesso. Gentilmente lasciate questa festa prima che qualcuno si faccia del male. Oggi è un giorno speciale, va ricordato, non dimenticato. Spargimento di sangue... non mi pare il caso sappiatelo.»

Ma da come mi guardava, non era d'accordo con me in alcun modo. Si avvicinò a me, e senza dire niente vidi una sua mano farsi strada verso di me, ma non per accarezzarmi, stava cercando di fare come al suo solito. "Schiaffeggiarmi non è la soluzione." Pensai rabbrividendo non per la paura ma per lo sdegno che mi dava la sua presenza.

«Fermatevi madre!» quella che per me era sempre stata mia sorella, benché non avessimo più alcuna parentela di sangue, dentro di me lei sarebbe rimasta sempre parte della mia vita. E fui felice di sapere che mi avrebbe difesa andando anche contro il volere di quei due poveri sciocchi che di famiglia non ne capivano proprio niente.

«Come osi! Lei non è tua sorella!» Amelia era accorsa in mio aiuto, ma mentre quella donna cercava di portarsela con sé, io la tirai per un braccio esigendo che mia sorella restasse lì con me. Le due guardie sotto il consenso di Daniel buttarono fuori quei due.

«Cosa state facendo? Terrete in ostaggio mia figlia? State scherzando!» le sue parole non mi sfiorarono minimamente, ma volli metterli in guardia. Io ero altrettanto pericolosa, proprio come loro. Peggio di un serpente che attacca la sua preda.

«Per ora Amelia resterà qui. E voi non farete niente per portarla via. Niente.» gli sorrisi, gustandomi quella splendida scena, mentre venivano buttati fuori da quell'abitacolo favoloso.

Poco dopo mentre tutti ritornavano a divertirsi, io portai Amelia nella biblioteca per chiarire ogni cosa.

«Per me sarai sempre mia sorella non ho dubbi in merito.» mi disse Amelia dopo che io le spiegai la situazione dall'inizio alla fine. Tra le lacrime ci giurammo di non perderci mai più di vista. Nemmeno se non fossimo sorelle biologicamente.

Quella notte Amelia rimase da me a dormire, anche se aveva il terrore del padre che la venisse a prendere nel cuore della notte, ma io la rassicurai che niente e nessuno le avrebbe fatto alcun male. Al mattino dopo una colazione abbondante, decisi di portare mia sorella a casa, era quello il suo posto anche se avevo paura solo a mettere piede lì e lasciarla nelle mani del lupo cattivo. Ma che scelta avevo. Stavo per riferirgli la cosa, quando Amelia, la mia cara sorella scoppiò in lacrime supplicandomi di non riportarla più in quella casa.

«Papà spesso mi picchia. Non voglio più stare in quella casa Nicole ti prego aiutami!» Amelia era disperata, ed io lo ero ancor di più.

«E la mamma non fa nulla per fermarlo?» gli domandai sconvolta da ciò che mi raccontava.

«No, a lei non interessa cosa mi faccia, dice che è per il mio bene.» scossi leggermente il capo, incredula e sconvolta per ciò che le mie orecchie udivano. "Com'era possibile che una madre permettesse al marito di picchiare una figlia?" Il solo fatto che non difendeva in alcun modo Amelia era orribile, crudele al tempo stesso. "Ed è intollerabile!"

«Oh, santo cielo!»

Amelia s'inginocchiò pregandomi di non portarla mai più in quella casa.

«Quello è il mio incubo peggiore, altro che casa accogliente!»

A quel punto non mi restava che una sola soluzione. "Portare Amelia da colei che di certo non mi avrebbe mai negato aiuto". Salimmo in carrozza alle prime ore di quel mattino nuvoloso, e poco dopo la portai da Christine, l'unica amica che io avessi avuto in tutta la mia intera vita. E quando mi vide bussare alla sua porta vedendo Amelia si incuriosì sempre di più.

«Presto entrate ragazze, questo non è il momento migliore per restare davanti alla porta. Fuori si gela...» Ci accomodammo subito, e dopo aver accettato una tazza di latte caldo con il cioccolato raccontai ogni cosa alla mia amica. Lei rimase senza parole dopo averle riferito quant'era accaduto durante quella festa, e di buon cuore decise di aiutarmi a proteggere Amelia. "Dovevamo far sì che i suoi odiosi genitori non la trovassero mai!" Christine era dalla nostra parte, e sapeva quanto male avessero già fatto a me quei due che poi non erano altro che degli impostori. Nasconderla proprio lì non era il massimo, ma chi mai l'avrebbe cercata in una casa da gioco? "Non il mio falso padre di certo!" Almeno così speravo con tutto il cuore.

«Nessuno penserebbe mai che sei qui da me. Non preoccuparti penserò o a te, fidati di me.»

A quelle parole compresi che mia sorella era davvero in ottime mani, e che non avevo poi molto di che preoccuparmi. Passai quella giornata lì con Amelia, volevo solo recuperare il tempo perduto, quindi scrissi una breve lettera per Daniel dicendogli che ci saremmo rivisti nella nostra piccola casetta in campagna solo a tarda sera. "Volevo trascorrere del tempo sola con mio marito lontano da tutto e tutti!" Così mandai una domestica per consegnargli il mio messaggio, e nel frattempo restai a pranzare proprio lì, in quella scandalosa dimora del piacere...

A pomeriggio inoltrato, quando il sole aveva già lasciato il posto alla luna, decisi di ritornare a casa, così lasciai Amelia con Christine. Era in ottime mani, ed io lo sapevo bene. Però le suggerì di non lasciare quella casa per nessun motivo. Se avesse avuto bisogno di me poteva semplicemente scrivermi un messaggio facendomelo recapitare il prima possibile. "E a qualsiasi ora del giorno e della notte fosse stato, sarei accorsa in suo aiuto per la qualsiasi".

Prima che si facesse buio, decisi di far ritorno a casa. Dove ad attendermi c'era l'amore del mio cuore, l'unica certezza che avevo da sempre, e che lui era totalmente quello giusto. "Solo che dividermi tra lui e la mia famiglia non sarà un gioco da ragazzi! Ma un'avventura". Pensai con gli occhi di una donna che ora vedeva il mondo totalmente diverso da prima.

con l�

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