Obscure Soul (in Revisione)

By Dracostolemyheart

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Allyson era cambiata da quando aveva lasciato la scuola. Nessuno sapeva che cosa le fosse successo, sapevano... More

Capitolo 1 - Risveglio-
Capitolo 2 -ritorno Ad Hogwarts-
Capitolo 3 - Il Mostro È Libero-
Capitolo 4 -il Pezzo Mancante-
Capitolo 5 - Direzione Disperazione-
Capitolo 6 -rivelazioni-
Capitolo 7 -fulmini A Ciel Sereno-
Capitolo 8-luci Dall'oblio-
Capitolo 9-apri Il Tuo Cuore-
Capitolo 10- Ricordi Di Vecchia Data-
Capitolo 11 -Cuore spezzato-
Capitolo 13-la Cosa Giusta e La Cosa Sbagliata-
Capitolo 14- Questione Di Scelte-
FINE Revisioneee
Capitolo 15-una Vita Senza Di Te-
Capitolo 16- Vuoto Nel Cuore-
Capitolo 17-ira-
Capitolo 18-Expecto Patronum-
Capitolo 19-la Strada Che Ho Scelto-
Capitolo 20-proteggi Ciò Che Ami-
Spazio Autore IMPORTANTE
Capitolo 21-battaglia-
Capitolo 22- Proteggi Ciò Che Ami-
Capitolo 23 - Frammenti Di Cuori -
Capitolo 24-festa Al Dormitorio -
Capitolo 25-Tentazioni Nella Folla-
Capitolo 26-emozioni Indimenticabili-
Capitolo 27-segreti Tra Donne-
NEWS

Capitolo 12-cambiamenti inaspettati-

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By Dracostolemyheart

Credevo che avrei potuto fare quello che mi pareva della mia vita.

Che in fin dei conti ero io e solo a decidere il mio futuro.

All'epoca mi concedevo così tante cose stupide che se ci ripenso ora un po' me ne pento.

Ero convinta che i piccoli litigi, le piccole cose fuori posto, I piccoli problemi di tutti i giorni fossero i macigni che dovevo impegnarmi a superare, che fossero il mio ostacolo più grande.

Quante volte ho ripensato alle profezie su di me, su Draco, convinta che quella sarebbe stata la prova più grande?

Quante volte ho passato le notti insonni per cose futili?

Chissà, forse, in fin dei conti le profezie non sono sempre così corrette come tutti credono.

Forse farle avverare non faceva parte del mio destino.

O forse c'è un tempo migliore, diverso da quello attuale, in cui il nostro unico scopo è far avverare ciò che è stato predetto per noi.

O forse il destino mi stava punendo perché non volevo che le cose andassero come voleva lui.

Forse, l'amore, l'amicizia e tutto ciò che consideravo importante, in realtà erano cose di relativa importanza, cose che forse non potevano far parte della mia vita.

Alla fine il destino, qualcosa di così intangibile, quasi distante, sembrava improvvisamente così vicino da farmi mancare il fiato.

Alla fine, non era così buono come avevo sempre sperato che fosse.

Era crudele, infimo, senza alcuna pietà.

E non avevo alcuna idea di come poterlo affrontare.

Sentivo di voler vivere, di voler affrontare la situazione e tornare me stessa a testa alta.

Ma sentivo anche che forse, ad aspettarmi non ci sarebbe stato nessuno.

Quale sarebbe stata la decisione giusta?

Quanto valeva la pena combattere?

E quanto, invece, arrendersi?
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Crash.

Il suono di un tonfo echeggio' nella stanza buia.

Nello stesso momento in cui il corpo si schianto' contro la finestra, i vetri cominciarono a frantumarsi cadendogli addosso.

"Avresti dovuto fare bene il tuo lavoro" disse l'uomo dagli occhi rossi con rabbia.

"Avresti dovuto sapere che non appartengo a nessuno. E a cosa andavi incontro." ribatte' la ragazza a terra, cercando di rialzarsi con il tentativo di evitare i vetri.

"Sono stato io a risvegliarti, a darti tutta la forza che possiedi. Devi essere riconoscente. Crucio."

Questa volta la ragazza rise.

"Pensi davvero che ti permetterò di toccarmi un'altra volta?" disse mettendosi in piedi:"E tanto per la cronaca, la mia forza appartiene a me. Tu non hai fatto proprio nulla."

Il Signore oscuro strinse gli occhi con rabbia e sorpresa dal fatto che il suo incantesimo non aveva avuto effetto.

La ragazza si guardò attorno, scrutando tutti i mangiamorte che osservavano la scena in silenzio.

Poi un sorriso demoniaco apparve sul suo viso.

"Tu" disse indicando un mangiamorte che era sempre stato scortese con lei.

Con il movimento di due dita lo avvicinò a sé facendolo fluttuare rapidamente nello spazio che li separava.

"Ricordati che c'è una giustizia per tutto. Le mie regole, me le stabilisco da sola."

Parlava guardando il mangiamorte che tentava di liberarsi dalla presa della magia della ragazza, inutilmente.

Tuttavia le parole erano riferite al suo padrone.

Un secondo dopo la ragazza schiocco' le dita e il corpo del mangiamorte divenne cenere in un istante.

Ai presenti nella stanza si congelò il sangue.

Le loro bocche erano lievemente aperte, davanti agli occhi crudeli della ragazza che sembrava divertirsi.

"Non avrò pietà per coloro che cercano di intralciarmi." disse ancora mentre i suoi occhi cambiavano colore.

Erano diventati di un colore dorato intenso.

"Credi davvero di potermi spaventare, ragazzina insolente?" ruggi' il Signore oscuro.

"I miei non sono avvertimenti o minacce. Non ho bisogno di spaventare nessuno. Sto solo illustrando come andranno le cose se mi starai tra i piedi."

"Non ti permetterò di infangare la mia reputazione"

"Voi uomini siete sempre i soliti sciocchi. Dite di agire per motivazioni importanti e giuste ma alla fine vi comportate tutti allo stesso modo. Siete tutti fissati con le stesse cose. Soldi, potere, orgoglio, invidia. Tutte cose che prima o poi porteranno alla morte vostra o di altri. Dovete uccidere solo per il puro piacere di farlo. Per ottenere un potere che vi mangerà vivi. Un potere che non siete neanche in grado di controllare. Non mi farò mettere i piedi in testa da creature così insulse."

Dopodiché si avviò verso la porta passando vicino ad alcuni mangiamorte che si spostarono non appena la ragazza li sfioro'.

" Tu sei il prossimo" sussurrò con un sorriso crudele passando accanto ad uno di loro.

Il viso dell'uomo diventò ancora più pallido di quanto già non fosse e alcuni ciuffi candidi gli coprirono gli occhi mentre si scostava come se fosse appena stato ustionato.

"Uccidetela" ringhio' l'uomo dagli occhi rossi non appena la ragazza si smaterializzo':"voglio quella cosa fatta a pezzi!"

Tutti i mangiamorte presenti si smaterializzarono.

"Tu, ragazza. Portami la sua testa." concluse l'uomo dagli occhi rossi rivolto alla ragazza dai capelli corvini.

"Sarà fatto"

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Quando la ragazza riapparse, era nel bosco accanto alla scuola.

A causa delle ferite e della conseguente perdita di sangue, non riusciva ad essere lucida abbastanza da fare un'apparizione perfetta.

Cadde a terra, tra le foglie umide.

Per rialzarsi, carico' il peso sul tronco di un albero vicino a lei.

Tuttavia, nonostante fosse riuscita a mettersi in piedi, le sue gambe cedettero per la fatica e il dolore, così decise che era meglio restare seduta ai piedi dell'albero per qualche minuto.

Dopodiché tolse rapidamente la felpa della scuola e la gettò sull'erba accanto a sé, controllando tutte le ferite causate dai frammenti di vetro.

"Maledizione, gli umani sono così deboli"

Poi senti' una risata roca e nel giro di mezzo secondo era sull'attenti.

"Non riesci a controllare neanche un corpo fragile come quello umano, cosa pensi di poter fare?"

Non appena la sua voce riempi' lo spazio attorno a loro, Allyson la riconobbe.

"Tu, maledetto bastardo" ringhio' cercando nuovamente di alzarsi.

"non dirmi che ce l'hai ancora con me per il braccio?" rise nuovamente.

"Che cosa mi hai fatto?" continuò ripensando alla ferita che non si era ancora rimarginata.

Ma la voce non le rispose, si limitò a ridere.

"Dimmelo!!" gridò lei con le poche forze rimaste.

"Se te lo dicessi, non sarebbe più divertente. E poi dovresti saperlo anche da sola, no? Non eri forse una creatura antica e sapiente?"

Allyson  era sul punto di esplodere.

Odiava quella cosa e la voleva morta con tutta se stessa.

"Non accetterò consigli né critiche da un vigliacco che non ha neanche il coraggio di farsi vedere" ringhiò lei.

L'essere riprese con la sua risata beffarda.

"Non sono io a nascondermi nei corpi degli altri per paura di essere riconosciuta. Perché, dopotutto, non ti stai nascondendo per paura di essere scovata dai tuoi vecchi seguaci?"

La ragazza spalancò gli occhi e scagliò delle fiamme nella direzione della voce.

"Ti ammazzerò, lurido bastardo, hai la mia parola."

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Era l'ora di cena e la Sala Grande era piena zeppa di gente.

Allyson mangiava con lo sguardo fisso sul piatto, ignorando i suoi compagni di casata che facevano baccano come loro solito.

"Ah, ragazzi, ho saputo che quella ragazza incredibile della scuola irlandese si è fatta trasferire ad Hogwarts. Certo, non è il mio tipo ma non è assurdo? " se ne uscì all'improvviso George prendendo l'attenzione di tutti quelli che stavano ascoltando.

Allyson non fu da meno, tanto che lasciò cadere le posate sul piatto.

" Davvero? " Chiese Ron facendo accigliare Hermione.

George annuì mandando giù il contenuto del suo calice.

Fred lanciò uno sguardo alla rossa che sembrava perplessa e quasi sconvolta.

In un istante, una voce fece quasi cadere la mandibola alla ragazza e allo stesso tempo fece voltare tutti gli altri.

"Draco, tesoro !" disse la ragazza dai capelli corvini con voce stridula, correndo verso il biondo.

"Mallory? Che cosa ci fai qui?" chiese il biondo con altrettanto stupore.

"Ma come, non sei felice di vedermi?" bofonchio' la ragazza sfoggiando la sua nuova divisa da Serpeverde.

"Stupito"

"Meno male, pensavo non fossi felice! Mi sono fatta trasferire qui perché è una scuola decisamente migliore della nostra"

Allyson si alzò dal tavolo e prese a camminare per uscire dalla sala grande.

Proprio mentre passava davanti a Draco, gli occhi delle due ragazze si incrociarono e si fulminarono a vicenda.

Mallory bisbiglio' qualcosa facendosi capire solo dalla rossa.

"Non mi interessa cos'hai da dire" disse Allyson e con uno schiocco di dita incollo' le labbra alla ragazza che la guardava come se volesse farla esplodere.

Ma la rossa era ormai fuori dalla stanza e agitava la mano destra come a voler scacciare una Mosca.

Tuttavia i pochi metri successivi li fece senza prestare attenzione così fu travolta da un ragazzo che correva sbadato verso la sala grande.

"Ahi" borbotto' la ragazza rialzandosi.

Con quella brutta caduta, le ferite causate dai vetri il giorno prima presero a farle male in modo quasi insopportabile.

"Allyson?"

"Certo, oltre al danno anche la beffa" bofonchiò la ragazza cercando di rialzarsi da terra evitando la mano del ragazzo che aveva di fronte.

"Mi dispiace" si scusò il ragazzo.

"Non mi interessa" disse allontanandosi.

Ma il ragazzo la raggiunse in fretta e prendendola per una manica la fermò.

"Tutto questo per un errore? Davvero?"

"Lasciami andare, mezzosangue plebeo. Pensi che le occasioni capitino tutti i giorni? La fiducia non è un regalo che puoi trovare sotto l'albero di Natale. Ciò che è perso, è perso. La tua amica Allyson lo ha capito, vedi di impararlo o farai la sua stessa fine."

Dopodichè si liberò e si lasciò Noah alle spalle.

"Non devi preoccuparti, è così con chiunque" disse Ginny che aveva cercato di raggiungere la ragazza.

"Quella non è più Allyson."

"lo so, lo sappiamo tutti. Ma purtroppo non sappiamo come combatterla." rispose la rossa arrendevole.

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Era mezzanotte passata e tutti dormivano nei propri dormitori.

"Draco"

il biondo continuava a sentire una voce che lo chiamava e per questo continuava a rigirarsi nel letto.

La cosa che gli faceva più male era che conosceva quella voce.

La conosceva fin troppo bene.

"Draco"

"Smettila, lasciami stare!" gridò lui mettendosi di colpo a sedere sul letto con la fronte sudata.

Il suono della voce della persona amata, che un tempo per lui era come una dolce melodia, ora era il suo più grande incubo.

"Draco"

"Vattene! Lo sapevo, non avrei mai dovuto innamorarmi di te!"

Per un secondo ci fu silenzio.

Poi la voce apparve di nuovo.

"Mi dispiace"


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