Capitolo 12-cambiamenti inaspettati-

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Credevo che avrei potuto fare quello che mi pareva della mia vita.

Che in fin dei conti ero io e solo a decidere il mio futuro.

All'epoca mi concedevo così tante cose stupide che se ci ripenso ora un po' me ne pento.

Ero convinta che i piccoli litigi, le piccole cose fuori posto, I piccoli problemi di tutti i giorni fossero i macigni che dovevo impegnarmi a superare, che fossero il mio ostacolo più grande.

Quante volte ho ripensato alle profezie su di me, su Draco, convinta che quella sarebbe stata la prova più grande?

Quante volte ho passato le notti insonni per cose futili?

Chissà, forse, in fin dei conti le profezie non sono sempre così corrette come tutti credono.

Forse farle avverare non faceva parte del mio destino.

O forse c'è un tempo migliore, diverso da quello attuale, in cui il nostro unico scopo è far avverare ciò che è stato predetto per noi.

O forse il destino mi stava punendo perché non volevo che le cose andassero come voleva lui.

Forse, l'amore, l'amicizia e tutto ciò che consideravo importante, in realtà erano cose di relativa importanza, cose che forse non potevano far parte della mia vita.

Alla fine il destino, qualcosa di così intangibile, quasi distante, sembrava improvvisamente così vicino da farmi mancare il fiato.

Alla fine, non era così buono come avevo sempre sperato che fosse.

Era crudele, infimo, senza alcuna pietà.

E non avevo alcuna idea di come poterlo affrontare.

Sentivo di voler vivere, di voler affrontare la situazione e tornare me stessa a testa alta.

Ma sentivo anche che forse, ad aspettarmi non ci sarebbe stato nessuno.

Quale sarebbe stata la decisione giusta?

Quanto valeva la pena combattere?

E quanto, invece, arrendersi?
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Crash.

Il suono di un tonfo echeggio' nella stanza buia.

Nello stesso momento in cui il corpo si schianto' contro la finestra, i vetri cominciarono a frantumarsi cadendogli addosso.

"Avresti dovuto fare bene il tuo lavoro" disse l'uomo dagli occhi rossi con rabbia.

"Avresti dovuto sapere che non appartengo a nessuno. E a cosa andavi incontro." ribatte' la ragazza a terra, cercando di rialzarsi con il tentativo di evitare i vetri.

"Sono stato io a risvegliarti, a darti tutta la forza che possiedi. Devi essere riconoscente. Crucio."

Questa volta la ragazza rise.

"Pensi davvero che ti permetterò di toccarmi un'altra volta?" disse mettendosi in piedi:"E tanto per la cronaca, la mia forza appartiene a me. Tu non hai fatto proprio nulla."

Il Signore oscuro strinse gli occhi con rabbia e sorpresa dal fatto che il suo incantesimo non aveva avuto effetto.

La ragazza si guardò attorno, scrutando tutti i mangiamorte che osservavano la scena in silenzio.

Poi un sorriso demoniaco apparve sul suo viso.

"Tu" disse indicando un mangiamorte che era sempre stato scortese con lei.

Obscure Soul (in Revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora