Capitolo 7 -fulmini A Ciel Sereno-

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Quella mattina Allyson aveva fatto una fatica atroce ad alzarsi dal letto.

Non che fosse riuscita a dormire, ma le forze sembravano averla abbandonata.

Ora si trascinava per i corridoi, con la borsa dei libri posata sulla spalla sana.

Il braccio con la ferita le aveva fatto male tutta la notte e il dolore non sembrava volerne sapere di attenuarsi.

Camminava guardando il basso, quasi come a cercare di non inciampare.

Alzò lo sguardo solo quando noto' dei passi andare nella sua direzione.

La ragazza che aveva davanti, non pareva aver prestato particolare attenzione a lei fino a che non diminuirono la distanza ad un paio di passi.

Poi, la ragazza si fermò, con lo sguardo basso.

"Allyson" disse con la voce quasi supplichevole.

"Sparisci dalla mia vista" ribatte' la rossa con un tono duro, superando con passo sicuro.

"Non credi sia ora di finire di farmi pagare?" continuo' l'altra ragazza, ancora ferma nello stesso punto, con lo sguardo a terra.

Questa volta si fermò anche la rossa.

"Pensi di potertela sempre cavare facilmente? E per cosa poi? Tu non sei speciale, sei esattamente come tutti gli altri. Non puoi pensare di poter ottenere il perdono di una persona solo perché gli hai detto che ti dispiace. Io delle tue scuse non me ne faccio proprio niente, Hermione"

Hermione lasciò cadere la borsa con i libri e si volto' verso l'ex amica.

"Sono passati quasi quattro mesi maledizione! Hai davvero intenzione di perdonarmi un giorno?" sbotto' esasperata.

Non ne poteva più di quell'assurda situazione.

"No" disse semplicemente Allyson:"Probabilmente no"

Hermione era al limite.

"Devi smetterla di dare la colpa a noi due per la tua scarsa fiducia in Malfoy e in te stessa. Smettila di essere ingiusta, sia con noi che con te stessa."

Dopo quelle parole rassegnate, se ne andò nella direzione opposta, lasciando sola la rossa.

Allyson era incredula.

Era rimasta lì, ferma nel mezzo del corridoio, con gli occhi spalancati.

Non riusciva a credere alla forza e al coraggio delle parole di Hermione.

Un'altra fitta alla testa le perforo' il cranio da una parte all'altra, più forte delle solite.

"Maledizione" bofonchio' allontanandosi rapidamente.
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Poco distante dal corridoio del terzo piano, nell'aula di Trasfigurazione, il biondo era perso nei suoi pensieri.

Lo sguardo assente, la gamba sinistra che si muoveva con insistenza a movimenti rapidi e nervosi.

Non riusciva a trovare una soluzione.

Più ci pensava e più gli veniva la pelle d'oca dal nervoso.

Aveva fatto una promessa, aveva giurato che l'avrebbe salvata, ma avrebbe davvero potuto farlo in quelle condizioni?

Era patetico.

"Sei ridicolo" gli disse il ragazzo seduto dietro di lui.

Draco non aveva bisogno di voltarsi per capire di chi fosse la voce.

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